#292 – Il fianco ferito - Giovanni 19:31-37

Nonostante stiano per uccidere un innocente, i giudei cercano di farlo rispettando la loro propria versione della Legge di Mosè. Decidono di togliere i corpi dalla croce per evitare che rimangano lì il sabato. Tuttavia, in Deuteronomio 21, la Legge stabiliva che chiunque fosse morto appeso al legno, avrebbe dovuto essere sepolto lo stesso giorno, indipendentemente dal fatto che fosse sabato o meno.


Così, provvedono ad accelerare la morte dei condannati, ma ciò non avverrà con un colpo di grazia alla testa: le loro gambe vengono fracassate. Due o tre colpi di mazza schiacciano le loro ossa, impedendo loro di reggersi in piedi. Sostenuti soltanto per le braccia, e incapaci di respirare, inizia una nuova agonia: la morte per asfissia.


Le ossa di Gesù, però, non sono state rotte, perché era già morto. Quindi, i giudei se ne sono resi conto del significato di tale fatto? Quando Dio ha istituito la Pasqua, dopo aver liberato gli israeliti dall’Egitto, ha ordinato che nessun osso dell’agnello sacrificato fosse spezzato. E qui, appunto, Gesù viene sacrificato con tutte le sue ossa intatte.


Per assicurarsi che Gesù fosse morto, il soldato conficca una lancia nel suo cadavere: sangue e acqua fuoriescono dalla ferita. Se sei già sicuro di essere pronto per incontrare Dio, e questo non per i tuoi propri meriti, sappi che sono l’acqua e il sangue di un corpo morto a darti questo privilegio.


Nel Salmo 51, il re Davide prende coscienza del suo peccato - l’adulterio e la morte del marito tradito – riconoscendosi sporco e incapace di cancellare le sue trasgressioni:


Abbi pietà di me, o Dio, secondo la tua benignità; per la tua grande compassione cancella i miei misfatti. Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. Poiché riconosco i miei misfatti, e il mio peccato mi sta sempre davanti. Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi. Ecco, io sono stato formato nell'iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato. Ma a te piace la verità che risiede nell'intimo, e m'insegni la sapienza nel segreto del cuore. Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e allegrezza; fa' che le ossa che hai spezzato festeggino. Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo.” (Salmo 51:1-10).


Se vuoi vivere eternamente in cielo, dovrai riconoscere la perdizione che esiste dentro di te: il peccato che ti corrode. Gesù ha detto che non era venuto “a chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori” (Luca 5:32). Ti consideri giusto? Allora non contare sulla salvezza che Gesù ci offre. Ti riconosci peccatore? Allora è per te che Gesù è morto.


Ma cosa significano il sangue e l’acqua che sono usciti dal corpo di Gesù? Guarda i prossimi 3 minuti… e anche gli altri.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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