#263 - Allegria, allegria! - Giovanni 16:16-22

Gesù dice ai suoi discepoli: “Fra poco non mi vedrete più; e un altro poco e mi vedrete (Giovanni 16:16). Cioè? Lui morirebbe e sarebbe sepolto, e poi non l’avrebbero più rincontrato finché non fosse risuscitato, rimanendo con loro ancora per altri quaranta giorni. Allora dopo sì che sarebbe asceso al cielo, e di nuovo non sarebbe stato più visto fino a quando non fosse tornato a prenderli, al rapimento della chiesa, o prima se fossero morti. E quanto tempo passerebbe tra tali intervalli? Nemmeno loro avrebbero potuto affermarlo, giacché sarebbe sembrato loro un breve periodo.


Almeno è così che Gesù illustra la situazione: “La donna quando partorisce sente dolore, perché è giunta la sua ora; ma appena ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che è venuto al mondo un essere umano. (Giovanni 16:21). Anche se talvolta il travaglio richiede molto tempo, tutta l’angoscia dell’attesa scomparirà nel momento in cui la madre vedrà il suo bambino. Dopodiché ci sarà solo da gioire!


I discepoli si sarebbero angosciati nel vederlo sfigurato e morto su una croce, e purtroppo in seguito le loro speranze sarebbero state letteralmente seppellite per sempre. Gli increduli, invece, si sarebbero molto rallegrati per essersi liberati di Gesù.


La risurrezione del Signore avrebbe colto di sorpresa persino i discepoli, tuttavia avrebbe infuso loro una rinnovata dose di gioia. Ciò, però, non sarebbe stato niente in confronto alla felicità che avrebbero sentito dal giorno in cui lo Spirito Santo di Dio sarebbe venuto ad abitare in loro e in ogni credente in Gesù. Nel libro degli Atti troverai gli stessi discepoli, che una volta erano timidi e timorosi, trasformati in audaci predicatori. Questa loro allegria nessuno gliela potrebbe mai togliere.


Ma dimmi: di che tipo è la tua allegria? Se vuoi solamente goderti la vita senza dover rendere conto a nessuno, rientri nel profilo di coloro che si sono rallegrati quando hanno visto Gesù morto. Sarebbe stato sempre una loro spina nel fianco se continuasse a vivere. Infatti, il Signore non aveva neanche bisogno di aprire la bocca per mettere a disagio la gente. Gli bastava essere quello che era: il Figlio di Dio, l’unico uomo perfetto, la luce degli uomini.


Qualsiasi cosa esposta alla luce ha i suoi difetti rivelati, ed è un simile malessere che Gesù causa alle persone fino ad oggi mentre viene presentato in una predicazione del vangelo. Naturalmente fuggiamo dalla Parola di Dio poiché essa “è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore. E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto. (Ebrei 4:12-13).


Ti dà fastidio quando qualcuno parla di Gesù? In tal caso, finora, non hai la gioia eterna. E neppure l’accesso al Padre, che sarà l’argomento dei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#262 - Tutta la verità - Giovanni 16:12-15

Gesù confida ai suoi discepoli che avrebbe ancora molto da dirgli, ma adesso non lo sopporterebbero. La verità è assoluta, tuttavia la sua trasmissione è progressiva, e la sua ricezione dipenderà dalla condizione dell’uomo. A loro mancava qualcosa, e questo qualcosa era lo Spirito Santo, il quale discenderebbe soltanto qualche giorno dopo per venire ad abitare in questo mondo. Fino a qui lo Spirito aveva agito per i suoi; da quel momento in poi avrebbe agito nei suoi.


L’avvento dello Spirito Santo dopo la morte, risurrezione e ascensione di Gesù, avrebbe consentito agli apostoli di ricevere la rivelazione di TUTTA la verità, e ai credenti di comprenderla. Lo Spirito li avrebbe guidati “in ogni verità” (Giovanni 16:13). Te ne sei reso conto, vero? TUTTA la verità è stata consegnata agli apostoli e oggi può essere trovata nel Nuovo Testamento, sia in forma esplicita che implicita. Ed è solo attraverso il Nuovo che sarà possibile capire l’Antico Testamento.


Non c’è più nessun’altra verità oltre a quella già rivelata agli apostoli. E null’altro esiste più da essere svelato. Tutto è ora nella completa Parola di Dio, a cui tu ed io abbiamo accesso. Ciò ti sorprende? Allora guarda quello che Gesù afferma nel versetto 15: “Tutte le cose che il Padre ha sono mie; per questo ho detto che egli [lo Spirito] prenderà del mio e ve lo annunzierà.”. TUTTE LE COSE! Niente di meno che tutto quanto appartiene al Padre è di Cristo, e questo “tutto” lo Spirito Santo l’ha rivelato agli apostoli.


In 1 Corinzi 2:9-10 Paolo scrive: “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano: questa era la situazione nell’Antico Testamento. “Dio però le ha rivelate a noi [agli apostoli] per mezzo del suo Spirito: questa è la situazione del Nuovo Testamento, ossia la completa rivelazione di Dio.


Nel primo capitolo della lettera agli Ebrei leggiamo: “Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l'universo.”. Nell’originale greco sarebbe “ha parlato a noi nel suo Figliuolo”, invece di ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio(Ebrei 1:1-2).


All’inizio della sua prima epistola, l’apostolo Giovanni spiega: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita (e la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che è stata manifestata a noi) (1 Giovanni 1:1-2). Sì, questa vita è Gesù.


In questo vangelo, però, gli apostoli ancora non possono contenere in sé una tale rivelazione. Solamente dopo aver ricevuto lo Spirito Santo sarebbero stati ispirati da lui, che gli avrebbe dettato tutto, parola per parola. L’apostolo Paolo dichiara:Non ci serviamo di discorsi che nascono dalla sapienza umana, ma di quelli che ci ha suggerito lo Spirito Santo. Così ci serviamo delle parole dello Spirito Santo per spiegare le cose che riguardano lo Spirito Santo. (1 Corinzi 2:13).


Nei prossimi 3 minuti Gesù parlerà loro sia di tristezza che di gioia.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#261 - Peccato, giustizia e giudizio - Giovanni 16:8-11

Dopo che Caino aveva ucciso suo fratello Abele, Dio gli ha chiesto: Dov'è tuo fratello Abele? (Genesi 4:9). Caino, con fare difensivo, gli ha risposto di non essere il guardiano di suo fratello, ascoltando in seguito questo verdetto di Dio: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. E ora tu sei più maledetto della terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. (Genesi 4:10-11). Qualcosa di simile succede anche qui.


Abele è una figura di Cristo, che è stato ugualmente consegnato a morte dai suoi fratelli ebrei. Ora Gesù rivela ai suoi discepoli che lo Spirito Santo sarebbe venuto a colmare il vuoto creatosi a causa del rigetto e della morte che lui avrebbe subito, e così convincerebbe “il mondo di peccato” (Giovanni 16:8). Sarebbe come se Dio domandasse: “Dov’è mio figlio?”. Nel momento attuale, la presenza dello Spirito Santo tra di noi è la prova che Gesù è già stato cacciato via. L'avvento dello Spirito Santo induce il mondo ad essere convinto di peccato.


Oltre a convincere il mondo di peccato, lo Spirito lo convince “di giustizia”. Gesù, il giusto agli occhi del Padre, viene considerato posseduto da demoni dai giudei. Ma Dio stesso attesta la sua giustizia risuscitandolo dai morti (1 Corinzi 15:20). Pertanto, lo Spirito Santo sarebbe venuto solo dopo che Gesù fosse risuscitato e fosse andato al Padre, che l’aveva chiamato “il mio servo, il giusto (Isaia 53:11). E con la presenza dello Spirito nel mondo, lo convincerà di giustizia.


Il Signore dice pure che la venuta dello Spirito Santo convincerà il mondo “di giudizio, perché il principe di questo mondo è già stato giudicato (Giovanni 16:11). Ciò dimostra che Satana è il suo principe e che gli esseri umani sono suoi sudditi. Infatti, è riuscito a guidare l’umanità nel suo rifiuto del Figlio di Dio. Come promesso nell’Eden, il serpente ha ferito il calcagno del discendente della donna, però ha avuto il suo capo schiacciato dal seme di lei (Genesi 3:15).


Alla croce Satana è stato vinto e condannato. Adesso non gli resta che ricevere la pena ed essere lanciato “nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli (Matteo 25:41). Lo stagno di fuoco non era stato preparato per l’uomo, bensì per gli angeli. E chi insiste nel rimanere nell’incredulità, condividerà con gli angeli caduti un destino che Dio non aveva predisposto per gli uomini.


C’è chi dice che se Gesù fosse sulla terra non ci sarebbe tanta tristezza e tanto dolore. È vero, se fosse stato accolto, avrebbe dato inizio al suo regno. Tuttavia lui non c’è, e la sua assenza rende l’uomo ancora più colpevole. Lo Spirito non è disceso per mettere a posto questo mondo, ma per convincerlo di peccato, di giustizia e di giudizio. E anche per consolare, edificare ed esortare quanti appartengono a Cristo.


Il fatto che lo Spirito Santo abiti oggi nel corpo di Cristo, che è la chiesa, formata da tutti quelli che sono stati salvati dal Redentore, crea una sorta di barriera affinché Satana non agisca liberamente. Così, senza nessun dubbio, il mondo sarà molto peggiore dopo che la chiesa e lo Spirito saranno tolti. Gesù tornerà soltanto per venire a prendere coloro che sono suoi, cioè le persone a cui è stato dato tutto quanto è suo. “Tutto”? Sì, scoprilo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#260 - Lo Spirito di verità - Giovanni 16:1-7

Nel capitolo 16 del Vangelo di Giovanni i discepoli di Gesù sono stati avvertiti che avrebbero ricevuto qualcosa che nessuno aveva mai ricevuto prima: lo Spirito Santo. Persino gli israeliti, i quali si consideravano cittadini di una nazione guidata da Dio, non avrebbero mai pensato di poter avere lo Spirito Santo abitando in loro.


Nell’Antico Testamento, nei vangeli e nel periodo anteriore al giorno di Pentecoste, descritto in Atti 2, lo Spirito Santo ispirava e influenzava coloro che erano di Dio, rendendoli in grado di fare cose straordinarie. Ed è successo così anche con gli apostoli di Gesù. Lo Spirito, però, che era con loro o su di loro, non era mai stato in loro.


Dopo la morte, la risurrezione e l’ascensione di Gesù, lo Spirito di Dio sarebbe stato mandato a dimorare nella chiesa nel suo insieme, e nel credente individualmente. Tale è la promessa che il Signore fa adesso ai suoi discepoli, non senza averli prima avvisati che in questo mondo sarebbero stati odiati, come lui stesso lo era e lo è fino ad oggi.


Non illuderti: l’odio dell’umanità contro il Salvatore è rimasto il medesimo da quando la folla ha scelto Barabba. E non sto parlando soltanto del disprezzo che si traduce in persecuzioni di cristiani nei Paesi avversi al cristianesimo. Infatti, in essi è ben nota l’ostilità verso Gesù, perché il diavolo “va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. (1 Pietro 5:8).


No, ora mi riferisco ai Paesi cristianizzati dove “Satana stesso si trasforma in angelo di luce...e anche i suoi ministri si trasformano in ministri di giustizia (2 Corinzi 11:14-15). La civiltà occidentale maschera il suo odio con una facciata di riverenza, la quale nasconde guerre, torture psicologiche e appropriazioni indebite commesse in nome di Gesù. Se vuoi rovinare la reputazione di qualcuno, basterà semplicemente associarlo ad attività criminali. E questo è quanto l’Occidente fa con il nome di Gesù da duemila anni.


Pensi che i discepoli abbiano compreso ciò che gli diceva? No, non capivano assolutamente niente. In quel momento non erano altro che “agenti elettorali” in piena euforia di campagna. Per loro Gesù era già il candidato vincente, il Re d’Israele. Del resto, era appena stato acclamato dal popolo al suo ingresso trionfale a Gerusalemme. Sì, sono sicuri che sia venuto per liberarli dall’oppressore romano e per stabilire il suo regno.


Ma il Signore afferma: “Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi l'ora viene che chiunque vi ucciderà penserà di rendere un servizio a Dio. (Giovanni 16:2). Beh, non è esattamente quello che si aspettavano. L’essere espulsi dalle sinagoghe era umiliante; sarebbe, appunto, come perdere l’identità di giudeo in una nazione considerata teocratica, ossia governata da Dio.


È vero, non immaginano nemmeno che molto presto gli unici governati da Dio sulla terra sarebbero stati quelli che avrebbero avuto lo Spirito Santo di Dio abitando dentro di loro. E che nei secoli successivi il mondo sarebbe stato un grande tribunale, in cui Dio domanderebbe all’umanità: “Dov’è mio Figlio?”. Ne sapremo di più nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#259 - Un mondo senza rimedio - Giovanni 15:16-27

Prestando attenzione all’episodio anteriore avrai capito che Dio trasforma un suo nemico in un figlio, coerede di Cristo e destinato a partecipare alla gloria che il Figlio ha ricevuto dal Padre. Niente di tutto questo ci viene per merito, giacché Dio lo dona per grazia a chi crede in Gesù.


Beh, almeno potrai rivendicare il merito di aver deciso di credere in Gesù, vero? No, sbagliato. Vediamo cosa ci dice: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo (Giovanni 15:16). Non siamo noi a sceglierlo, ma è lui che ci sceglie. E il frutto permanente è quello che si può produrre solo mentre siamo qua, il cui valore, però, sarà meglio apprezzato in cielo. Che frutto è mai questo?


Il frutto dello Spirito, nella lettera ai Galati, è così descritto: “amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo (Galati 5:22). Proprio come il frutto identifica soltanto il tipo di albero, queste qualità non ti rendono un cristiano, tuttavia mettono in chiaro quello che sei ora, dopo essere stato salvato mediante la fede in Gesù. Tale frutto serve da testimonianza, affinché anche altre persone credano in Gesù e siano destinati alla gloria eterna.


Molti cristiani ritengono di dover rendere il nostro pianeta un posto migliore e che un giorno, dopo esser state eliminate le ingiustizie, Cristo ci dirà: “Ok, adesso che avete messo la casa in ordine, posso tornare”. Non esiste nulla di tutto ciò nella Parola di Dio. Questo mondo cammina inevitabilmente verso un giudizio di fuoco, e non c’è niente che tu ed io possiamo fare per cambiarlo. Sì, tutto quanto sarà stato costruito, migliorato o conservato, verrà bruciato.


Allora, cosa rimarrà per sempre? Solamente quello che sarà spedito in cielo, “dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano (Matteo 6:20). Gesù non si è intromesso nella politica del suo tempo, non si è preoccupato di cambiare il governo, di promuovere disordini e guerre, o di costruire grandi monumenti per segnare il suo passaggio sulla terra. Ogni cosa compiuta da lui aveva per obiettivo il cielo. Ciò che ha realizzato, è ciò che permane per sempre.


Per Gesù il mondo è stato il luogo in cui è stato disprezzato e respinto, e anche dove è stato immolato in sacrificio a Dio. Il fuoco del castigo divino è caduto sull’Agnello, perché coloro che credono in lui non fossero più soggetti al giudizio e al fuoco eterno. Il Signore non è venuto qui per migliorare il mondo, ma per riscattare le persone dal mondo ed inserirle nella lista dei passeggeri destinati al cielo.


E finché non arriverà il giorno della partenza, la funzione dei credenti è di testimoniare di Gesù con parole e opere, ed esercitare il ruolo di misericordia e amore che pure lui ha svolto prima. Tu, però, non aspettarti applausi per questo. Ci ha già avvisati: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia... Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Giovanni 15:18-25).


Nei prossimi 3 minuti Gesù ci rivelerà da dove proviene la capacità che ci permette di essere suoi testimoni.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#258 - Servi, amici, fratelli e coeredi - Giovanni 15:14-15

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, recita il detto popolare. Le nostre relazioni definiscono chi siamo, e il tipo di rapporto che abbiamo con Gesù sarà ciò che determinerà se siamo o no suoi amici. Lui dichiara: “Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio.(Giovanni 15:14-15).


AMICI! Che meravigliosa promozione otteniamo quando siamo disposti a fare quello che il Signore ci ordina. È ovvio che non ci richiederà assolutamente nulla senza, in precedenza, renderci capaci, qualsiasi opera sia. Infatti, dopo essere stati promossi ad amici, i discepoli sono entrati a far parte del circolo di comunicazione interna di Dio, essendo informati delle conversazioni tra il Padre e suo Figlio Gesù.


Ora capirai perché alcuni scettici non hanno idea di cosa dice la Parola di Dio. E come potrebbero? Per coloro che insistono nel rimanere nella condizione naturale di peccatori nemici di Dio, la Bibbia non avrà mai alcun senso. Innanzitutto, è necessario ricevere vita da Dio per entrare in questo cerchio, in un primo momento come servi, in seguito come amici.


All’inizio i discepoli ignoravano totalmente l’esistenza di Gesù. Poi l’hanno conosciuto, sì, però ancora non capivano con esattezza chi fosse quell’uomo così perfetto. In quanto discepoli, hanno cominciato a servirlo e ad imparare da lui. E sono diventati suoi servi. Ma qui adesso vediamo che il Signore li eleva alla condizione di amici, giacché inizia a confidare loro i suoi segreti.


Oggi sappiamo che non si è fermato a quel punto, chiamandoli soltanto amici, per quanto privilegiato possa essere. Dopo aver dato la sua vita sulla croce per noi, ed essere risuscitato al terzo giorno, prima di salire al cielo Gesù rivela a Maria Maddalena: “Va' dai miei fratelli e di' loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro.” (Giovanni 20:17).


FRATELLI! Che privilegio essere chiamati suoi fratelli da Gesù! E lui stesso insiste nel sottolineare che ciò significa godere della medesima relazione di parentela che ha con il Padre. Padre mio e Padre vostro... Dio mio e Dio vostro” (Giovanni 20:17). Ma aspetta... questo non è tutto!


Dopo essere salito al cielo ed essersi seduto “alla destra del trono della Maestà nei cieli (Ebrei 8:1), Gesù ci ha mandato lo Spirito Santo di Dio ad abitare in ciascuno di coloro che credono in lui. Questi sono ora chiamati, nella lettera agli Ebrei, “fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste (Ebrei 3:1), e nell’epistola ai Romani “coeredi di Cristo... con lui glorificati. (Romani 8:17).


Va bene, ti darò un po’ di tempo per digerire quanto scritto, prima di passare ai prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#257 - Amore senza misura - Giovanni 15:9-13

Nessuno mi ama!”. Penso che lo abbiamo già sperimentato tutti ad un certo punto della nostra vita, vero? C’è d’altronde chi lo adotta come un motto, o una stampella per l’intera esistenza. Sono cuori che vivono ripetendo a se stessi vecchie canzoni, dai cui testi schizzano parole come: “Nessuno mi ama, nessuno mi vuole, nessuno mi chiama amore mio... la vita passa ed io sono senza nessuno, e chi mi abbraccia non mi vuol bene... ecc. ecc.”.


Ok, va bene, supponiamo che tu, che hai tanto amore da dare, non abbia ancora incontrato una persona capace di amarti. L’avrai forse cercata bene? In quale modo si può identificarne una che sarebbe pronta ad amarti con un amore senza misura? Gesù ci dà una dritta preziosa nel Vangelo di Giovanni, capitolo 15, versetto 13: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici.. Chi ama davvero, è disposto a rinunciare a tutto in favore dell’essere amato. E persino alla propria vita.


È ora che tu conosca l’amore di Dio e la massima espressione di tale amore: Gesù. Infatti, non è disceso dal cielo simile a un “avatar induistico”, per magari darti l’esempio di come dovresti comportarti. No, niente affatto, ne è disceso per deporre la sua vita su una croce e renderci atti a vivere con lui in cielo. Ed è solamente mediante il sacrificio dell’Agnello di Dio, il quale ha preso il tuo posto facendosi reo e ricevendo in se stesso il pagamento per i peccati che tu hai commesso, che adesso potrai averli tutti perdonati ed essere visto da Dio come una nuova creazione.


Ebbene, la prossima volta, appena comincerai a lagnarti, dichiarando ai quattro venti di non essere amato, fermati e pensa a Gesù. Lui ti ama con un amore che nessun altro sarebbe in grado di esprimere. E quando riterrai che nessuno ti voglia, pensa all’infinita distanza che il Signore ha percorso dalla magnifica gloria a questo mondo in rovina, solo per averti al suo fianco.


E non ti ama con un amore qualsiasi, ma con lo stesso amore divino con cui lui stesso, il Figlio eterno, è stato amato dal Padre: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi; dimorate nel mio amore... Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia piena. (Giovanni 15:9-11).


Quando credi in Gesù come tuo Salvatore e Signore, la tua allegria è completa, e la tua “coppa trabocca” (Salmo 23:5). Cominci a vivere in felice comunione con Dio stesso. Se questa non è stata finora la tua esperienza, sarà probabilmente perché non stai compiendo la condizione che Gesù ci ha posto, non per la salvezza, intendiamoci, la quale dipende soltanto dalla fede in lui e nella sua opera. E quale sarebbe mai questa condizione? Sì, l’obbedienza, portandoci alla gioia della comunione. E ce lo spiega così:


Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore... Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. (Giovanni 15:10-12). Cosa?! Dovrei amare come mi ha amato Cristo?! Impossibile, giusto? Quindi, mi raccomando, non cercare nemmeno di trovare in te stesso questo amore senza misura, poiché è con l’amore di Dio che puoi amare le persone. Tuttavia, per farlo, prima è necessario conoscere tale amore, lasciarsi abbracciare da Gesù, colui che ti vuole bene.


Nei prossimi 3 minuti potresti essere promosso.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#256 - Discepolato - Giovanni 15:8

Gesù dichiara: “In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli.(Giovanni 15:8). Ho fatto una ricerca nel Nuovo Testamento per vedere quanti cristiani avrei incontrato che sarebbero stati discepoli di altri cristiani, tuttavia non ne ho trovato nemmeno uno. Tutti erano discepoli di Gesù soltanto, e nessuno di loro aveva discepoli propri, solamente Gesù.


Oggi, nella cristianità, ci sono molti che desiderano dei discepoli unicamente per se stessi, ed altri che si lasciano trasformare in discepoli di uomini. In Atti 20, però, dopo aver avvertito i cristiani di Efeso che i lupi non avrebbero risparmiato il gregge, Paolo li avvisa che alcuni cercherebbero anche di radunare i propri discepoli. Guarda cosa ha detto:


Infatti io so che dopo la mia partenza, entreranno in mezzo a voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge, e che tra voi stessi sorgeranno degli uomini che proporranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. (Atti 20:29-30).


L’antidoto contro tutto ciò ci si può leggere nel versetto 32 dello stesso capitolo 20 di Atti: “Ed ora, fratelli, io vi raccomando a Dio e alla parola della sua grazia, che è in grado di edificarvi e di darvi l'eredità in mezzo a tutti i santificati.”. Sarai al sicuro solo se ti sottometterai a Dio e alla sua Parola, senza star sempre lì a correre dietro a una qualunque novità. La seconda lettera a Timoteo ci insegna che negli ultimi giorni gli uomini “non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie (2 Timoteo 4:3).


L’apostolo Paolo, nella sua prima epistola ai Corinzi, chiama carnalità la tendenza che abbiamo a identificarci a seconda delle preferenze umane. E afferma: “Ciascuno di voi dice: ‘Io sono di Paolo’, ‘io di Apollo’, ‘io di Cefa’ ed ‘io di Cristo’. Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?... Quando uno dice: ‘Io sono di Paolo’, e un altro: ‘Io sono di Apollo’, non siete voi carnali? Chi è dunque Paolo e chi è Apollo, se non ministri per mezzo dei quali voi avete creduto, e ciò secondo che il Signore ha dato a ciascuno? (1 Corinzi 1:11-13; 3:4-5).


Considerando che alcuni dicevano di essere di Cristo, come se gli altri non lo fossero, il punto qui sono le divisioni causate da questo tipo di atteggiamento. Seguendo gli uomini, o identificandoci con nomi di uomini oppure di denominazioni religiose create dall’uomo, avremo un comportamento carnale. Il Signore non ha mai identificato i suoi discepoli come membri della religione A, B o C, ma semplicemente “fratelli” (Matteo 23:8).


Nel capitolo 6 di questo vangelo, quando diverse persone hanno smesso di seguire il Signore, dopo aver detto che “la carne non giova a nulla (Giovanni 6:63), Gesù chiede ai discepoli se volessero andarsene anche loro. E Pietro gli risponde: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. (Giovanni 6:66-69). Se sei stato salvato da Cristo, e non da un uomo o da una religione, non vorrai essere identificato con tali nomi inventati dagli uomini.


Nei prossimi 3 minuti conoscerai l’amore che c’è sempre stato.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#255 - Tutto quello che vorrai - Giovanni 15:7

Gesù ha promesso a coloro che sono suoi: “Domandate quel che volete e vi sarà fatto.. Forse questo includerebbe prosperità, fortuna nell’amore e buona salute per tutta la vita? Beh, non è proprio così. Leggiamo ora l’intera frase: “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto.(Giovanni 15:7).


La prima condizione per ricevere tutto ciò che vuoi, è essere in Cristo, al pari dell’esempio della vite e dei suoi tralci. Soltanto una connessione diretta con lui può farti produrre frutto per Dio. Allora potrai dire con Paolo: “Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Galati 2:20). Non vivrai più per te stesso ma per Dio.


Quando ci convertiamo, stando a quanto ci spiega la Parola di Dio, siamo sotto nuova gestione: “Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio. (1 Corinzi 6:20). Pertanto, il nostro corpo e il nostro spirito diventano proprietà esclusiva di Dio, giacché acquisiti con il prezioso sangue di Gesù. Nel nostro vocabolario non ci sarà più posto per frasi come “La vita è mia e faccio quel che mi pare”. Questo era prima, nel tempo in cui obbedivamo alla carne e al diavolo.


E dopo questa prima condizione - “se dimorate in me” - viene la seconda - e le mie parole dimorano in voi”. Ciò significa che devi leggere e ascoltare la Parola di Dio finché tu non ne sia del tutto impregnato, e finché i tuoi pensieri siano formati da essa e non più dalla tua mente naturale, dall’opinione pubblica o da quanto avevi anteriormente imparato.


La Bibbia ci mostra che “le cattive compagnie - o “i discorsi cattivi - “corrompono i buoni costumi. (1 Corinzi 15:33). Parafrasando questo versetto, potremmo affermare dunque che le buone compagnie, o i buoni discorsi, corrompono i cattivi costumi. Se da un lato le amicizie e le conversazioni degli empi sono potenti fino al punto di farti pensare ed agire tale quale un empio, dall’altro anche la comunione con Dio, la preghiera e l’ascolto della Parola hanno il potere di farti pensare ed agire conforme piace a Dio.


Insomma, se sei in Cristo e le sue parole sono in te, tutto quello che vorrai Dio lo farà, perché lo chiederai secondo la mente di Dio. Sarebbe come se lui ti dicesse: “Ma guarda che coincidenza! Quello che mi hai appena domandato è esattamente il prossimo item della mia lista di cose da fare per te!” Prevarrà la sua volontà, e non la tua.


Presumo che avrai già capito quanto siano sbagliati questi predicatori che ti dicono di chiedere a Dio tutto ciò che vuoi, e addirittura di sfidarlo, non è vero? Loro credono che Dio sia il genio della lampada di Aladino, e che non dovrebbe far altro che soddisfare tutti i nostri desideri e capricci. Tali sono gli stessi che nella lettera ai Filippesi vengono chiamati “nemici della croce di Cristo, la cui fine è la perdizione, il cui dio è il ventre e la cui gloria è a loro vergogna; essi hanno la mente rivolta alle cose della terra.” (Filippesi 3:18-19).


Nei prossimi 3 minuti Gesù ci farà comprendere chi sono i discepoli.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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