#288 - Giovanni si prende cura di Maria - Giovanni 19:25-27

Diverse donne sono vicine alla croce, inclusa Maria, la madre di Gesù; accanto a lei c’è Giovanni, l’autore del vangelo. Osservando il trattamento che c’era tra Gesù e i suoi discepoli, dovremmo guardarci dall’errore di adottare titoli spirituali o ecclesiastici senza alcuna base biblica.


Gesù chiama Dio ‘Padre’, però non fa lo stesso con Giuseppe, il suo padre adottivo. Maria è chiamata dai discepoli ‘madre di Gesù’, tuttavia mai ‘madre di Dio’. Gesù, a sua volta, non la chiama ‘madre’ ma ‘donna’, un’espressione equivalente a ‘signora’. E addirittura, dopo che i giudei affermano che il potere di Gesù verrebbe dal principe dei demoni, lui rompe i suoi legami naturali con Israele.


Lo notiamo chiaramente quando gli dicono che sua madre e i suoi fratelli lo stavano cercando. La sua risposta sarà: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”, e indicando i discepoli, dichiara: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre. (Matteo 12:46-50). L’ultimo riferimento a Maria lo si legge nel capitolo 1 del libro degli Atti. Infatti, non è poi menzionata nelle epistole, che sono le lettere contenenti la dottrina degli apostoli per la Chiesa.


I discepoli non si chiamavano fra di loro ‘padre’, ma troviamo Giovanni e Paolo riferendosi ai loro figli nella fede come ‘figlioletti’, appunto coloro ai quali avevano predicato il vangelo. E questo modo di rivolgersi a loro era a senso unico, giacché Gesù stesso aveva ordinato: “E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è vostro Padre, colui che è nei cieli. (Matteo 23:9). Il cattolicesimo, invece, fa l’opposto, adottando per i suoi leader il titolo reverenziale di ‘padre’, dal latino ‘pater’, in evidente disobbedienza al comando del Signore. Utilizza anche il termine ‘monsignore’, di origine francese, ossia ‘mio signore’. Eppure, Paolo ci insegna: “Per noi c'è un solo Dio, il Padre… e un solo Signore, Gesù Cristo (1 Corinzi 8:6).


Inoltre, osserviamo che Gesù veniva chiamato ‘Signore’ dai suoi discepoli, e mai ‘amico’. Soltanto lui li poteva chiamare ‘amici’, giustamente per aver rivelato loro cose che solo un amico dovrebbe sapere. E non lo chiamano neanche ‘Padre’ o ‘Re’, non essendo questo il nostro rapporto con lui. È Re per Israele, mentre per la Chiesa è Signore. Il poter capire tali differenze ci aiuta a comprendere meglio la Parola di Dio.


Sulla croce Gesù si preoccupa di Maria. “Donna, ecco tuo figlio!”, le dice, alludendo a Giovanni. E ancora: “Ecco tua madre!”, ora dicendolo al discepolo. “E da quel momento il discepolo l'accolse in casa sua. (Giovanni 19:26-27), in una palese indicazione che sarà l’apostolo ad accudire Maria, e non il contrario. Ed entrambi potevano contare su Gesù in cielo, il quale si prendeva cura di loro. Questo accesso era già stato concesso quando aveva detto: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. (Matteo 11:28). In cerca di un perpetuo aiuto, è a Gesù che pure noi dobbiamo rivolgerci.


Nei prossimi 3 minuti Gesù farà una richiesta.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#287 - Il sorteggio - Giovanni 19:23-24

Entro pochi minuti Gesù sarà il bersaglio di tutta l’ira divina contro il peccato. Sta per morire al posto del peccatore, soffrendo un’eternità nello stagno di fuoco condensata in tre ore. E quando avrà finito, Dio ne sarà soddisfatto, risuscitandolo per la nostra giustificazione. Lui è il primo di una nuova creazione.

 

Infatti, siccome per mezzo di un uomo [Adamo] è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo [Gesù] è venuta la risurrezione dei morti. Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo, ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta. (1 Corinzi 15:21-23).

 

Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente; ma l'ultimo Adamo è Spirito che dà la vita… Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, porteremo anche l'immagine del celeste.” (1 Corinzi 15:45-49).

 

Dopo aver peccato, Adamo ed Eva ne hanno avuto la prima prova: il rendersi conto di essere nudi. Gesù era svestito quando è stato crocifisso, ed è in questa condizione, cioè senza cinture fatte con foglie di fico, senza tuniche di pelle, né i propri vestiti, che sarà il sostituto del peccatore per ricevere il giusto pagamento per il peccato, in umiliazione e in vergogna, senza alcuna protezione contro il fuoco del giudizio che sta per abbattersi su di lui.

 

Nel frattempo, i soldati sorteggiano tra di loro i suoi pochi indumenti. Ignorano, però, che stanno adempiendo la profezia del Salmo 22:18 che afferma: “Spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica.”.

 

Probabilmente, chissà, tali uomini avrebbero poi voluto venderli. Infatti, non sono differenti dalle persone che oggi usano le cose di Gesù per arricchirsi. Un giorno gli diranno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?”, ma il Signore risponderà loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità.” (Matteo 7:22-23).

 

Forse questi soldati volevano sfruttare il potere che prima il popolo aveva visto uscire da quegli abiti: “E dovunque egli giungeva… la gente… lo pregava di poter toccare almeno il lembo del suo vestito; e tutti quelli che lo toccavano erano guariti.” (Marco 6:56). E tu, quando ti avvicini a Gesù, sei interessato solo alla tua salute?

 

Il Vangelo di Giovanni è l’unico in cui troviamo descritto che “la tunica era senza cuciture, tessuta d'un sol pezzo da cima a fondo.” (Giovanni 19:23). Ogni vangelo ci presenta Gesù in un modo diverso: in Matteo è il Re, in Marco il Servo, in Luca l’Uomo e in Giovanni, Dio. La tunica “senza cuciture, tessuta d’un solo pezzo”, simboleggia la perfezione divina di Gesù. È l’Uomo perfetto, “senza cuciture”, è Dio.

 

Nei prossimi 3 minuti Maria verrà affidata alle cure di Giovanni.

 


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#286 - ‘The End’ - Giovanni 19:16-22

Gesù viene portato fuori dalla città e inchiodato su una croce. E la profezia di Isaia, riguardo ai suoi compagni di morte, si compie: “È stato annoverato fra i malfattori (Isaia 53:12). Pilato ordina che vi sia messa un’iscrizione con la ‘scheda giudiziaria’ di Gesù in greco, latino ed ebraico, mostrando a tutti il motivo della sua condanna: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei. (Giovanni 19:19). L’esecuzione, pertanto, è universale.


Qui il greco è la lingua della cultura, della scienza, delle arti, dello sport e del commercio globale. Il latino, dell’invasore romano, è la lingua del potere civile, militare e giudiziario. Infatti, fino ad oggi, il diritto romano viene ancora studiato nelle scuole. L’ebraico è la lingua della religione dell’uomo nel suo stato naturale. Insomma, l’intera civiltà partecipa a tale esecuzione,  essendo realizzata da lei medesima.


Allo stesso tempo questa scritta annuncia che l’unico crimine, per il quale il Signore viene condannato, sarà quello di essere chi è veramente: il Re dei giudei. Loro, però, gli danno una croce per trono e spine per corona. Un giorno Gesù ritornerà per regnare per mille anni su questo stesso popolo d’Israele che l’ha rigettato, e anche su tutti i gentili, cioè non giudei, che saranno sulla terra.


Ma la sua missione qua non si limita ad essere il Messia e il Re dei giudei. Gesù sta per compiere un’opera di valore eterno: togliere il peccato del mondo e salvare il peccatore. Pietro, in una delle sue lettere, lo chiama “l’Agnello senza difetto e senza macchia, preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi (1 Pietro 1:19-20).


Prima dell’esistenza del mondo, o che Adamo fosse formato “dalla polvere della terra” e poi rovinato dal peccato, Gesù era già preparato per essere l’Agnello sacrificato. Sì, il rimedio al peccato era pronto persino anteriormente all’arrivo dell’epidemia! Ciò nonostante, le persone tuttora continuano a cercare la salvezza in cose apparse solo dopo la genesi del creato. E quali sarebbero? Beh, una tra queste è la religione.


La religione è il tentativo di riconnettere l’uomo a Dio attraverso gli sforzi umani, come compensazione per il peccato. La carità, le buone opere o le penitenze sono alcune delle sue risorse. Un altro tentativo sarà cercare la salvezza in un’istituzione, sia chiamata ‘chiesa’ o altro, oppure in qualche uomo o idolo. Eppure, la domanda è semplice: queste cose esistevano prima della fondazione del mondo? No? Allora, non servono a niente.


Dio non vuole ricollegare proprio nulla, e neppure riportarci allo stato di Adamo. Desidera porre fine al primo uomo, appunto Adamo, e inaugurare una nuova creazione in Gesù. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura (2 Corinzi 5:17). Sulla croce Dio chiude una tappa. E lì non è soltanto Gesù che viene crocifisso, ma pure l’uomo, il mondo e il peccato muoiono con lui. La croce è il punto finale dove la vecchia creazione lascia il posto alla nuova. Per questo, sulla croce, il Signore dice: “È compiuto.” (Giovanni 19:30).


Nei prossimi 3 minuti assisteremo ad un sorteggio ai piedi della croce.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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