#033 - Missione possibile - Matteo 10:5-42

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto che Gesù ha scelto 12 messaggeri o apostoli. Ora li manderà in una missione molto specifica. Molto di ciò che trovi nel capitolo 10 di Matteo si applica in modo particolare a quella missione, e non ai cristiani in modo generico. Per esempio, loro sono inviati alle pecore perdute di Israele, e dovrebbero evitare i gentili e i samaritani. Nella Bibbia ci sono cose rivolte specificamente ai giudei, il popolo eletto di Dio.

I vangeli sono l’adempimento delle profezie dell’Antico Testamento, che annunciavano la venuta del Messia per Israele. Bene, il Messia adesso è lì, proprio in mezzo a loro. E cosa faranno ora i giudei con Gesù, il Re promesso?

Ben lo sappiamo: lo imprigioneranno, lo flagelleranno, lo incoroneranno di spine, dandogli una croce come trono. Diranno: “Non vogliamo che costui regni su noi” (Luca 19:14), e voteranno per la condanna del Figlio di Dio e per la liberazione di Barabba, un ladro e un omicida (Matteo 27:21; Atti 3:14).

Dopo tutto questo ripudio, Dio ha aperto una parentesi nell’avanzamento della profezia, per introdurci la chiesa, un corpo formato da giudei e da gentili convertiti. Questo periodo comincia nel capitolo 2 del libro degli Atti e finirà quando Gesù verrà a prendere la sua chiesa. Poi, l’orologio profetico torna a funzionare, affinché Dio possa continuare a trattare con Israele.

Il capitolo 10 di Matteo ci fornisce dettagli specifici su quella missione dei dodici, e ci rivela anche come i giudei saranno trattati in futuro, dopo il periodo della chiesa. Quando Gesù gli dice che non avrebbero finito di percorrere tutte le città di Israele prima del ritorno del Figlio dell’Uomo in gloria e in maestà, lui rivela il carattere profetico del capitolo. Uno dei titoli dati a Gesù è, appunto, Figlio dell’Uomo.

Ci sono punti, però, che possono essere applicati a tutte le epoche. Tra questi c’è l’avversione che le persone avrebbero per l’annuncio del vangelo. Gesù dice che alcuni riceverebbero i suoi discepoli, e altri no. E che loro sarebbero perseguitati e imprigionati, ma anche che lo Spirito Santo gli avrebbe insegnato cosa dire dinanzi ai governatori e ai re. Dovrebbero essere intrepidi e annunciare il loro messaggio persino sui tetti, senza temere quelli che possono uccidere il corpo, ma non possono condannarci eternamente.

Queste cose possono essere applicate a te e a me. Il fatto che Gesù abbia detto di non essere venuto per portare la pace ma la spada, non è un’apologia alla violenza. La verità è che la sua semplice presenza nella vita di qualcuno finisce per generare controversie. Gesù è la linea divisoria tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, tra il cielo e l’inferno. Contrariamente a ciò che alcuni potrebbero immaginare, Gesù non è una specie di guru “pace e amore”, che resta sospeso nell’aria e canta “Imagine” di John Lennon.

In questo momento il vangelo sta facendo una proposta, offrendo vita e salvezza. Quando prendi una decisione, starai scegliendo un lato. È di questo lato che stiamo parlando. Non devi aspettarti che il mondo applauda la tua decisione per Gesù, e non pensare nemmeno che non ci saranno momenti di dubbi. Sì, ci saranno, così com’è successo con Giovanni Battista nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#032 - I dodici apostoli - Matteo 10:1-4

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto il bisogno di lavoratori per la messe del Signore, e l’ordine delle cose: prima credere, poi testimoniare. Ora Gesù sceglie dodici apostoli per una missione. La parola “apostolo” significa “messaggero” o “inviato”. I dodici sono così diversi fra loro che è probabile che tu ti riconosca in uno di loro.

Potresti essere come Simone, detto Pietro. Impetuoso, emotivo e fiducioso in se stesso fino all’estremo. Pietro ha dovuto imparare che possiamo arrivare al punto di rinnegare il Signore solo per proteggere la nostra reputazione.

Andrea è stato presentato a Gesù da Giovanni Battista, e ha portato suo fratello Pietro al Signore. Persone così hanno un cuore desideroso di portare amici e parenti al Salvatore.

Giacomo, il figlio di Zebedeo, è stato il primo degli apostoli a morire martire, seguendosi, poi, tanti altri. E tu, saresti disposto a seguire Cristo pur sapendo che milioni di persone hanno perso la loro vita su questo cammino?

Giovanni, il fratello di Giacomo, è stato il discepolo amato da Gesù, il più vicino a lui, da potersi reclinare sul suo petto. È stato lasciato in questo mondo fino alla sua vecchiaia affinché scrivesse sul ritorno di Gesù.

Filippo, di Betsaida, ha portato Natanaele a Gesù di Nazaret. Quando ha saputo da dove veniva Gesù, Natanaele ha replicato: “Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret?”. Filippo semplicemente ha risposto: “Vieni a vedere” (Giovanni 1:46), e Natanaele ci è andato. Le persone si fidano di te così tanto da lasciarsi condurre a Gesù?

Si ritiene che il prossimo apostolo, Bartolomeo, sia il suddetto Natanaele. Se è così, in quell’incontro con Gesù, lui ha scoperto che Gesù lo conosceva già, proprio come oggi Gesù ti conosce, conosce tutta la tua vita e ti vuole come suo discepolo.

Di Tommaso ne hai già sentito parlare. È famoso grazie alla sua incredulità. Anche se hai molti dubbi e molte domande, tutto ciò non t’impedisce di andare a Gesù. È meglio avere dei dubbi essendo con Gesù che essendo lontano da lui.

Matteo era un pubblicano, che lavorava per il nemico, il meno qualificato per presentare Gesù ai giudei. Curiosamente il suo vangelo è l’unico in aramaico, la lingua parlata dai giudei in quel momento. Il resto del Nuovo Testamento è stato scritto in greco. Quando Gesù chiama qualcuno, lui qualifica questa persona.

L’altro Giacomo era il figlio di Alfeo e, così come succede a Taddeo, non ne sappiamo molto di lui. Tra le file di coloro che seguono Gesù, c’è sempre spazio per le persone che lavorano dietro le quinte, e sono così importanti quanto quelle che lavorano in prima linea.

C’è ancora Simone, il cananeo, chiamato anche lo zelota. Nessuno parla di lui, ma è pur meglio così, al contrario dell’ultimo apostolo, Giuda Iscariota, molto famoso, ma perché ha tradito il Signore.

Qual è la caratteristica principale di Giuda? Ha seguito Gesù per soldi. Sarà questo il tuo caso? Spero di no.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#031 — I lavoratori - Matteo 9:35-38

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto come Dio trasforma una persona dandole vita, vista e salvezza, e rendendola una testimonianza viva di quello che Gesù è capace di fare. Ora parla di quanto sia grande la messe — il campo del suo raccolto — e di quanto siano pochi gli operai. Lui stesso è attivo, predicando ovunque il Vangelo del Regno. Cosa, però, spinge Gesù a farlo? Da dove viene questo suo desiderio? Dalla sua compassione. Vede che le persone sono afflitte e indifese, come pecore senza pastore.

Qualcuno che è stato salvato da Cristo avrà il desiderio di condividere la sua fede, anche a causa di un sentimento di compassione. È vero che ci sono molti che predicano il Vangelo per altri motivi: per soldi, per potere, e per generare discordia. Ma non è quello che vedi in Gesù.

Ci sono degli altri che fuggono da questa responsabilità, come ha fatto il profeta Giona. Dio gli ha ordinato di dire ai più di centoventimila abitanti di Ninive di pentirsi dei loro peccati. Giona fugge, imbarcandosi su una nave che andava in direzione opposta. Paura? No, orgoglio. Lui voleva proteggersi dalla vergogna di dover annunciare un giudizio che potrebbe non succedere.

Leggendo l’ultimo capitolo del libro di Giona, scopri che lui ben sapeva che Dio fosse misericordioso, e che avrebbe rinunciato a punire la città se le persone si fossero pentite. Ed è proprio quello che è successo. Questo è il Dio giusto e misericordioso che trovi nella Bibbia. Giusto, perché non può smettere di giudicare e di condannare il trasgressore, come lo farebbe qualsiasi giudice. Misericordioso, perché vuole salvare, e per questo motivo ha giudicato e ha condannato a morte il proprio Figlio, Gesù, al nostro posto.

Prima, però, qualcosa deve accadere perché Giona sia pronto per essere una testimonianza, per poter predicare il messaggio che Dio ha per il popolo di Ninive. Dio scatena una tempesta che mette in pericolo tutta la nave dov’è Giona. Lui riconosce la sua colpa e dice all’equipaggio di buttarlo in mare se vogliono salvare le loro vite. Lì Giona ha avuto lo stesso sentimento di Gesù, il quale ha preferito morire affinché noi fossimo salvati.

Nel mare Giona è inghiottito da un gran pesce, e sebbene qui si prefiguri Gesù nella sua morte, vale la pena leggere il capitolo 2 di Giona dal punto di vista di qualcuno che riconosce il suo peccato, invoca Dio per ricevere il suo aiuto ed è salvato. Hai già provato a farlo?

Il ventre del gran pesce rappresenta la morte. Quando credi in Gesù, la sua condanna e la sua morte sulla croce valgono anche per te. È come se tu fossi già morto, non essendoci più nessun motivo per condannarti di nuovo. Qualcuno che è già stato condannato e poi giustiziato, non può più essere giustiziato un’altra volta. Adesso sì, Giona è pronto per essere un messaggero di Dio.

Se non hai ancora ammesso di essere un peccatore; se non hai ancora accettato per te stesso la morte di Gesù; se non ti sei ancora riconosciuto come essendo in lui quando Gesù si è gettato nell’abisso più profondo e oscuro del giudizio di Dio, che cosa intendi dire esattamente alle persone? Che devono essere buone per andare in cielo?

Gesù dice ai suoi discepoli di pregare il Signore della messe che invii più operai. È lui che invia, e non una chiesa o un’organizzazione missionaria, e sono persone comuni che lui invia, come Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Questo, comunque, lo vedrai nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#030 — Vita, vista e testimonianza - Matteo 9:27-34

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto che Gesù ha riportato in vita una bambina morta. Ora guarirà due ciechi e un muto. Dall’ordine di questi fatti si trae un insegnamento.

La Bibbia descrive l’uomo come essendo spiritualmente morto nei suoi peccati. Tu ed io, quindi, siamo nati insensibili, incapaci di avvertire il peso dei nostri peccati, o di valutare il giudizio che grava su di noi. Se ancora non credi in Gesù come il tuo Salvatore, questa è, per ora, la tua condizione: sei spiritualmente morto. Devi ricevere la vita da Dio; è necessario che tu nasca di nuovo per così avere la sensibilità sufficiente per renderti conto della tua reale condizione.

La convinzione dei tuoi peccati e il pentimento non provengono da una geniale illuminazione che tu possa aver avuto, o come essendo il risultato della tua spiritualità. Nemmeno è il frutto del paragone che potresti fare tra i tuoi atteggiamenti e un elenco di leggi e di comandamenti, anche perché molte persone non considerano che sia un peccato ciò che la Bibbia affermi di esserlo. La vera convinzione avviene solo attraverso l’opera dello Spirito Santo, e tramite la vita che ricevi da Dio.

I due ciechi chiedono a Gesù di aver pietà verso di loro e lo chiamano “Figliuol di Davide” (Matteo 9:27). Loro riconoscono che Gesù è il Messia promesso inviato in Israele. Il libro del profeta Isaia assicurava che il Messia sarebbe stato in grado di liberare i ciechi dalle tenebre, ed è proprio a quello che credono questi ciechi. Prima devono credere, per poi poter vedere.

Non ti accorgi che è esattamente l’opposto di vedere per crederci? Anche la tua salvezza dipende dal crederci per vedere. Prima ancora di ricevere abbastanza vista da poter capire la Parola di Dio, devi credere in Gesù come il tuo Salvatore.

Subito dopo, portano a Gesù un uomo muto e indemoniato. Il demonio è espulso e il muto comincia a parlare. Mentre la folla si meraviglia, dicendo di non aver mai visto una cosa simile in Israele, i farisei s’indignano.

Hai percepito l’ordine dei fatti? La bambina riceve la vita, i ciechi ricevono la vista e il discernimento, e il muto inizia a parlare, dando la sua testimonianza. Così, è necessario nascere di nuovo, ricevere da Dio la vita, la salvezza e la vista per parlare delle meraviglie che lui ha preparato per tutti quelli che credono. Tutto proviene da Dio, affinché ogni gloria sia data a lui.

La prossima volta che qualcuno ti parlerà di Gesù, chiedigli se ha la certezza del perdono dei suoi peccati e della vita eterna. Se non ce li avrà, può darsi che questa persona creda che la vita, la vista e la salvezza siano cose che si ricevono tramite il proprio sforzo. Siccome parla di Gesù ad altre persone, potrebbe credere che ciò la aiuti a essere salvata. Questo, però, non serve.

Solo chi ha ricevuto da Gesù la salvezza per fede, può parlare con convinzione a un mondo che sembra piuttosto un campo pronto per la raccolta. Questo è ciò che vedremo nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#029 - La bambina e la donna - Matteo 9:18-26

Negli ultimi 3 minuti hai visto quanto è irragionevole cercare di mettere insieme la legge e la grazia, il giudaismo e il cristianesimo, la salvezza attraverso le opere e attraverso la fede. Sarebbe come cucire un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio, o del vino nuovo in otri vecchi.

Ora Gesù incontrerà due persone, una donna e una bambina, e le guarirà entrambe. L’una è una dodicenne, figlia di un capo religioso, e che sta per morire. Ma i capi religiosi non si sono opposti a Gesù? Sì, la maggior parte di loro. Questo capo, però, avente la sua unica figlia agli estremi, è un chiaro esempio di come possiamo cambiare idea quando "l’acqua arriva alla gola", per così dire.

Qualcuno ha detto che non ci sono atei sui campi di battaglia, e che le ultime parole del più convinto pilota ateo, registrate nella scatola nera dell’aereo sul punto di schiantarsi a terra, sono sempre le stesse: “Dio mio!”.

Mentre cammina verso la casa della bambina, la quale era stata sana per dodici anni e che adesso era stata sorpresa dalla morte, una donna, la quale da dodici anni soffriva di un’emorragia, si avvicina a Gesù. Non importa, allora, se sei giovane e in salute, perché la morte è sempre in agguato. E anche se essa non ti arriverà così presto, come nel caso della bambina, ogni giorno perdi, comunque, un po’ di vita, come il sangue che sfuggiva a quella donna. Entrambe hanno bisogno di Gesù.

La donna crede che sia sufficiente toccare le vesti di Gesù per essere guarita. E lo fa essendo alle sue spalle, senza rendersi conto che lui se ne era già reso conto. Gesù percepisce la più debole manifestazione di fede, l’approccio più esitante, il tocco più semplice. Si rivolge alla donna e dice ciò che ogni essere umano dovrebbe desiderare sentirsi dire: “Sta’ di buon animo, figliuola; la tua fede t’ha guarita.” (Matteo 9:22). In alcune traduzioni si legge “la tua fede t’ha salvata”.

Quando arriva a casa della bambina, considerata morta, Gesù dice alle persone che lei sta solo dormendo. La morte non è morte quando hai Gesù al tuo fianco. Loro, però, si ridevano di lui. Fino a quando non lo toccherai con fede, anche tu riderai di lui, senza rendertene conto che la tua vita sta svanendo come un’emorragia. Finché non lasci che Gesù ti prenda per mano, come ha fatto con la bambina morta, continuerai a deriderlo, ignorando che spiritualmente sei già morto anche tu.

“Giovinetta, io tel dico, levati!” (Marco 5:41). Ah, cari miei, non c’è niente come un ordine, un comando da parte di Gesù per portare qualcuno dalla morte alla vita. Un giorno quest’ordine sarà dato, non soltanto a una bambina che poi tornerà a morire di nuovo, ma a milioni di persone che hanno creduto, e che avranno i loro corpi risuscitati per vivere per sempre. Sarai tra di loro?

Per capire questo, devi chiedere a Gesù di aiutarti a vedere. Così come lui fa con i due ciechi dei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#028 - Vino nuovo - Matteo 9:14-17

Colui che negli ultimi 3 minuti è stato interrogato sulla sua idoneità perché mangiava con persone corrotte e peccatrici, ora fa ancora più luce su chi lui sia veramente: lo Sposo.

Quando alcuni gli chiedono perché i discepoli di Giovanni Battista digiunano mentre i suoi discepoli non lo fanno, Gesù stabilisce una chiara distinzione tra il passato e il presente. Non ha senso che gli invitati dello sposo digiunino mentre lo sposo è ancora con loro. Il suo messaggio è comprensibile a qualunque buon intenditore giudeo. Nell’Antico Testamento Dio è chiamato lo sposo. Qui Gesù annuncia anche la propria morte: arriverebbe un giorno in cui lo sposo sarebbe loro tolto. Questo ci dimostra che la sua morte non è stata un incidente della storia, ma qualcosa che apparteneva a un piano più ampio.

Le persone devono capire che, fino a Giovanni Battista, Dio si occupava dell’uomo in una determinata maniera. Così, fino a quel momento, l’uomo era stato testato secondo la legge data a Mosè, ed era evidente che nessuno sarebbe stato in grado di essere salvato ubbidendo ai comandamenti. Gesù, il Figlio di Dio, era l’unico capace di ubbidire, ed eccolo lì, pronto a occupare il nostro posto. Lui stesso si sarebbe messo nel posto dove noi meritavamo di essere - sotto il giudizio di Dio e nella morte - e ci avrebbe messo nel posto da dove lui era venuto e dove non meritavamo di essere: il cielo.

Non sarebbe stato possibile, però, ricevere tutto ciò accoppiando la vecchia forma con cui Dio si occupava dell’uomo - la Legge dell’Antico Testamento - con la nuova forma - la grazia o il favore immeritato. Non sarebbe stato possibile cercare di essere salvato tramite le buone opere quando Dio voleva salvare tramite la grazia, indipendentemente dalla buona condotta o dalle buone opere. Cercare di abbinare queste cose sarebbe come cucire un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio. Lo strappo si farebbe peggiore. Oppure sarebbe come mettere del vino nuovo, ancora in fermentazione, in otri vecchi, che non hanno più nessuna elasticità.

E, appunto, non è proprio quello che le religioni cristiane cercano di fare prendendo in prestito delle cose dall’Antico Testamento? Non solo si servono dell’idea della salvezza attraverso l’ubbidienza ai comandamenti, ma anche degli elementi esterni del culto a Dio. Non trovi nella dottrina degli apostoli, rivelata nelle loro lettere, cose come i templi, il clero e i sacerdoti come essendo gli intermediari tra Dio e gli uomini, indossando colletti e indumenti speciali per distinguersi da quelli che sono chiamati “laici”. Non troverai neanche altari, incensi, rituali... la lista è interminabile. Prova a leggere le lettere degli apostoli e vedrai che c’è un’enorme differenza fra ciò che facevano i primi cristiani e questo cristianesimo travestito da giudaismo che si vede in giro.

La differenza tra la salvezza per mezzo delle opere, e la grazia, ossia, tra il giudaismo e il cristianesimo, è tanto grande quanto la differenza tra la morte e la vita. E Gesù sta per dimostrare tutto il suo potere riportando in vita una fanciulla morta. Nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#027 - Pubblicani e peccatori - Matteo 9:9-13

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto che Gesù ha perdonato i peccati di un paralitico, e poi l’ha guarito. La folla si era meravigliata del miracolo visibile della guarigione, ma il miracolo invisibile del perdono dei peccati e della salvezza di quell’uomo aveva causato soltanto indignazione fra i religiosi. Anche perché solo Dio può perdonare i peccati.

Matteo, l’autore del vangelo, è un peccatore. E lui lo sa, ne è convinto. Insomma, essere un pubblicano, ossia, un collettore di tasse ai suoi giorni, significava avere una delle professioni più odiate. I pubblicani erano noti perché imponevano imposte ingiuste, se ne approfittavano della loro posizione per arricchirsi illecitamente, ed erano anche considerati dei traditori: lavoravano per il nemico, l’invasore romano.

Gesù lo vede seduto al banco della gabella, lo chiama e subito Matteo lascia tutto per seguirlo. Molti ascoltano questo stesso invito, ma pochi sono disposti a imbarcarsi nell’avventura di una relazione personale con il Figlio di Dio, con colui che è venuto a chiamare i peccatori, e che ha l’autorità e il potere per perdonare i peccati.

Matteo, a casa sua, prepara un banchetto per Gesù, e invita i suoi amici, ovviamente dei pubblicani come lui, e anche altre persone di dubbia reputazione. “Perché il vostro maestro mangia coi pubblicani e coi peccatori?” (Matteo 9:11), domandano i giudei religiosi ai discepoli. Per i religiosi, che non si avvicinavano a quei tipi di persone, qualcosa del genere è inconcepibile.

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” - è ciò che ascoltano da Gesù - “Io non son venuto a chiamar dei giusti, ma dei peccatori” (Matteo 9:12-13). Il messaggio è chiaro. Molti tipi di cancro sono curabili se vengono diagnosticati in tempo, ma per chi ignora la malattia, non esiste una cura. La stessa cosa succede con il peccato.

E Gesù ha ancora di più da dire a quei religiosi che si considerano migliori degli altri perché vivono secondo i precetti della loro religione: “Voglio misericordia, e non sacrificio” (Matteo 9:13), dice. E Dio può esercitare la Sua misericordia, che è infinita, solo quando incontra un peccatore convinto di esserlo.

Proprio come ha fatto con Matteo, Gesù chiama chi sa già di non avere nemmeno un atomo di bontà da offrire a Dio in cambio del perdono dei suoi peccati. Qualcuno il quale sa che nessun sacrificio da parte sua potrà salvarlo, perché Dio ha già provveduto all’unico sacrificio efficace: la morte di Suo Figlio sulla croce per pagare per i nostri peccati.

Quei farisei religiosi non capirebbero mai la misericordia e la grazia di Dio se continuassero a pensare che la salvezza gli sarebbe stata data per qualche loro merito, osservando la legge, i precetti e i comandamenti. Cercare di mettere insieme queste cose, sarebbe come attaccare un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio. Ma questo è l’argomento dei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#026 - Il paralitico - Matteo 9:1-8

Negli ultimi 3 minuti hai visto che Gesù ha dimostrato di aver potere sugli esseri spirituali, sul mare e sui venti. Ora rivelerà che conosce i pensieri delle persone e che ha l’autorità di perdonare i peccati. Hai ancora dei dubbi sul fatto che siamo davanti al Figlio di Dio incarnato?

Gli amici del paralitico fanno di tutto per riuscire a portarlo a Gesù. Sono anche costretti a far scendere il malato, steso su un lettuccio, attraverso un’apertura del tetto, tale era la quantità di gente che si ammucchiava davanti alla porta della casa dov’era Gesù. Gesù vede la loro fede — degli amici e del paralitico — e... guarisce quest’uomo? Non ancora. Per prima cosa perdona i suoi peccati. Infatti, Gesù dice: “I tuoi peccati ti sono rimessi”. A questo punto alcuni giudei religiosi dicono dentro di sé: “Costui bestemmia” (Matteo 9:2-3). Gesù, però, conosce i loro pensieri e guarisce il paralitico per dimostrare che ha tanto il potere di guarire come il potere di perdonare i peccati.

E perché qui i giudei considerano il perdono dei peccati una bestemmia? Perché solo Dio può farlo. Adesso fa attenzione alla reazione delle persone. La folla è stupita quando vede che il paralitico riesce a camminare, ma ciò non era successo quando Gesù aveva già fatto la cosa più importante: aveva salvato quell’uomo, perdonandolo dei suoi peccati.

È proprio così. Ci meravigliamo di quello che è visibile, però la persona che crede davvero in Gesù si occupa del mondo invisibile, quel mondo che non dipende dagli occhi ma dalla fede. I predicatori che promettono la salute, la prosperità e la fortuna in amore sono molto popolari. Quello, però, che poche persone capiscono è che la salute, la prosperità e le relazioni affettive hanno una data di scadenza, mentre il perdono dei peccati non ce l’ha. Questo perdono è eterno.

Quando la tecnologia ha permesso all’uomo di esplorare il mondo sottomarino, abbiamo scoperto che c’è molta più vita nell’acqua che fuori da essa. Quando la fede guarda l’invisibile, vede le cose che sono veramente importanti. Ci preoccupiamo di ciò che è apparente e giudichiamo secondo le apparenze.

Ad esempio, vorresti essere visto in giro insieme a ladri, a corrotti e a prostitute? Erano persone così che Gesù attirava a sé e continua ad attirare. Ma questo è l’argomento dei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#025 - Demoni e porci - Matteo 8:28-34

Gesù, dopo aver calmato la tempesta, arriva in barca all’altra riva del Mar di Galilea. Chi aveva già dimostrato il suo potere sulle malattie e sugli elementi della natura, adesso dimostrerà di aver potere e autorità anche su più di duemila demoni. I demoni sono esseri spirituali che si sono ribellati a Dio molto prima della creazione degli esseri umani. Il motivo? Orgoglio, indipendenza, autosufficienza, insomma, le stesse cose che ci fanno stare alla larga da Dio.

La differenza che esiste tra i demoni e gli uomini, è che Dio ha creato questi esseri spirituali e il loro numero rimane sempre lo stesso. Gli angeli e i demoni non procreano, non si moltiplicano e non muoiono. Quelli che trovi nella Bibbia sono gli stessi che da sempre sono in giro. Perché non sono stati vittime di tentazioni o di stimoli esterni - com’è invece accaduto ad Adamo ed Eva che furono tentati da Satana travestito da serpente - e anche perché non muoiono, per questi esseri spirituali che hanno peccato, non ci sono né perdono né salvezza. Per gli esseri umani, però, sì.

Contrariamente a quello che vedi nei fumetti e nei film, i demoni non vivono nell’inferno. Sono sempre in giro, si muovono tra il cielo e la terra, e si oppongono a tutto ciò che è di Dio. Dio vuole salvarti? I demoni vogliono distruggerti. Dio vuole liberarti? I demoni vogliono schiavizzarti. Dio vuole darti sollievo? I demoni vogliono angosciarti.

I demoni non soltanto influenzano o danneggiano gli esseri umani, ma possono anche dominare le persone e, addirittura, invadere i loro corpi. Come nel caso di quei due uomini indemoniati che Gesù incontra non appena sbarca a Gadara. Duemila demoni si erano impossessati di quegli uomini che vivevano come pazzi e squilibrati tra i sepolcri.

I demoni riconoscono immediatamente Gesù come essendo il Figlio di Dio e lo adorano. Gli chiedono perché è venuto a tormentarli prima del tempo. Sì, perché ci sarà un giorno in cui i demoni saranno gettati nell’abisso, e Satana e i suoi angeli saranno condannati al lago di fuoco, originariamente preparato per loro e non per gli uomini.

Gesù libera quei due uomini scacciando i demoni e permettendo loro di entrare in più di duemila porci che pascolavano sul monte. I porci, posseduti e impazziti, si buttano giù a precipizio nel mare e annegano, confermando la vocazione dei demoni, ossia, distruggere e uccidere.

Ora i due uomini liberati si ritrovano in perfetto senno e parlano con Gesù, mentre quelli che prima portavano i porci a pascolare, corrono in città a raccontare ciò che era successo. Immediatamente l’intera popolazione viene a Gesù, non per glorificarlo o per ringraziarlo delle due vite salvate, ma per lamentare la perdita dei duemila porci. Prima che la presenza di Gesù causi una perdita ancora maggiore, gli chiedono di andarsene.

Tu, probabilmente, farai lo stesso, se darai più importanza ai porci che a Gesù. E mentre alcuni si aggrappano ai propri porci, altri invece fanno il possibile e l’impossibile per portare un amico malato da Gesù, per liberarlo. Questa storia, però, io la racconterò nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#024 - La tempesta - Matteo 8:23-27

Abbiamo visto Gesù esercitare il suo potere e la sua autorità sulle malattie del lebbroso, del servo del centurione e della suocera di Pietro. Nonostante tutto ciò, quando leggiamo il dialogo dei due uomini che vogliono seguirlo, impariamo dov’è veramente la resistenza: nel cuore dell’essere umano. Per Dio non c’è malattia più mortale della fiducia in se stessi e dell’orgoglio di pensare che tu sia capace di fare le cose con la tua propria forza. Non c’è malattia peggiore della fede in se stessi e dell’incredulità in Dio.

Ora, per Gesù, è il momento di comprovare il suo potere sugli elementi della natura, e lui lo farebbe anche dormendo. Era già sera quando la barca con Gesù e con i suoi discepoli ha cominciato ad attraversare il Mar di Galilea che è, di fatto, un immenso lago d’acqua dolce. A metà cammino, una forte tempesta si abbatte sulla barca, che sembra sul punto di affondare. I discepoli sono disperati. Gesù dorme.

Risvegliato da loro, Gesù rimprovera prima la loro mancanza di fede, poi i venti e le onde del mare. Deve essere stato più facile placare la tempesta che calmare i discepoli. Sono sbalorditi da una tale dimostrazione di potere sugli elementi della natura. Non dovrebbero essere sorpresi. Se davvero conoscessero chi fosse quello che dormiva sulla barca, sarebbero stati più sorpresi di sapere che, anche dormendo, lui aveva il controllo della situazione. La fede non ha bisogno di veder cambiare le circostanze; la fede ha bisogno solo di Gesù sulla barca.

In fin dei conti, la Bibbia non ci dice che è lui il creatore di tutte le cose: del vento, del mare, del legno della barca e dei suoi passeggeri? “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei (la Parola, il Verbo di Dio); e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta” (Giovanni 1:3), è ciò che ci dice il primo capitolo del Vangelo di Giovanni. La Lettera agli Ebrei ci dice che lui sostiene “tutte le cose con la parola della sua potenza” (Ebrei 1:3).

Hai già invitato il Creatore e il Sostenitore dell’Universo a entrare nella tua barca? Hai già creduto in lui come il tuo Signore e il tuo Salvatore? Hai già riconosciuto che lui è morto sulla croce e ha subito la pena che tu dovresti subire? Tu dai più importanza a Gesù o ai porci? Porci?!? Quali porci? Gli abitanti della regione di Gadara avevano dei porci, molti porci. Devono essere stati buoni, perché loro pensavano che i porci valessero più di Gesù. Questo, però, è l’argomento dei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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