Giovanni 3:16 deve essere il versetto più conosciuto al mondo, oltre al versetto “Il
Signore è il mio pastore: nulla mi manca”, del
Salmo 23. Il Salmo 23 è così popolare perché siamo
sempre più preoccupati dei nostri propri bisogni, ma pochi
si rendono conto che affinché ci fosse il
Salmo 23, c’è voluto prima il
Salmo 22. In alcune traduzioni cattoliche della Bibbia la numerazione dei capitoli è
diversa; se questo è il tuo caso, allora starò parlando qua dei Salmi 21 e 22 di queste edizioni.
Il
Salmo 23 - che ci parla di cose belle come pascoli verdeggianti, acque calme, abbondanza, ristoro, amore,
conforto, bontà, misericordia e coppa traboccante - non esisterebbe se Gesù non fosse stato sulla croce. Troviamo nel
Salmo 22:1 l’invocazione che Gesù innalzerebbe
solo mille anni dopo, sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?”. Ed è in questo stesso Salmo
che lo vediamo abbandonato da Dio, massacrato dagli uomini, circondato
da malfattori, e con le mani e i piedi trafitti da grandi chiodi.
Prima
che venisse la salvezza, e tutti i benefici che Dio ha preparato per quelli che
sono salvati, era necessario che il Figlio di Dio morisse al
posto del peccatore. E quest’opera magnifica è riassunta in un versetto, Giovanni 3:16, che ci presenta non
solo la base
per poter nascere di nuovo, ma anche la ragione o il
motivo di Dio: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna.”.
Per
primo abbiamo l’origine di tutto, che è Dio, e il suo motto, che è l’amore: “Dio ha
tanto amato”. Poi c’è l’oggetto del suo amore: “il mondo”, il che non significa il pianeta
Terra, né la società che gli uomini hanno creato, ma
semplicemente le persone che vivono in questo mondo. Troviamo anche che
non ci è detto qui esattamente
quanto Dio ci abbia amati, perché non esisterebbe un termine umano in
grado di quantificarlo, ed è per questo che lo Spirito
Santo ha ispirato l’apostolo Giovanni a dire soltanto che Dio ha amato “tanto”.
Dio non
solo ha amato gli esseri umani persi nei
loro peccati, ma ha pure preso l’iniziativa di consegnarci quello che aveva di più prezioso, Gesù, suo Figlio. Se la consegna di un figlio è già una misura
estrema, figuriamoci allora di dover dare il proprio figlio
per salvare dei peccatori. Ed è questo che ha fatto Dio. Ci ha amato in un
modo indicibile, fino al punto di consegnare suo Figlio Gesù perché morisse
per togliere i nostri peccati, e per risuscitare
per la nostra giustificazione.
Sebbene l’amore di Dio sia universale e il sacrificio di
Cristo sia sufficiente per salvare tutti gli uomini,
solo alcuni saranno salvati. Dio non ha
tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito affinché tutti non periscano e abbiano la vita
eterna. No. Ha dato il suo Figlio affinché “chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna.”. E tu, cosa ne pensi? Dio ti ha
incluso in questa salvezza o no? Nei prossimi 3 minuti Nicodemo scoprirà che non
si tratta di una scelta tra due opzioni. C’è
solo un’opzione.