#275 - Il Giudice giudicato - Giovanni 18:12-14

Nonostante Gesù predicasse pubblicamente, le autorità non sono mai riuscite ad arrestarlo. Le occasioni non sono mancate, come in questo stesso vangelo di Giovanni, nei capitoli 8 e 10, quando i giudei cercano di lapidarlo, però senza successo, “perché non era ancora venuta la sua ora” (Giovanni 8:20). La morte di Gesù era nei piani eterni di Dio; quindi, sarebbe potuta avvenire solo quando Dio così lo determinasse.


Ora il Signore si lascia legare dalle guardie, che lo conducono da Anna, il quale anteriormente aveva ricoperto la carica di sommo sacerdote. Anzitutto Gesù dovrà essere giudicato dalle autorità religiose, e soltanto dopo verrà consegnato all’autorità civile. Poiché erano sotto il dominio romano, i giudei non avevano il potere di condannare qualcuno a morte.


Tale dettaglio è interessante perché, secoli prima, era stato profetizzato che il Messia d’Israele sarebbe stato crocifisso secondo l’usanza romana, e non lapidato, che era il tipo di esecuzione imposta dalla legge giudaica. Pertanto, era necessario che la nazione d’Israele fosse nella condizione in cui si trovava qui, soggetta a un invasore gentile, cioè non ebreo, affinché si adempissero le profezie sulla morte del Salvatore.


Ecco cosa leggiamo nel Salmo 22: “Mi hanno forato le mani e i piedi(Salmo 22:16), ossia me le hanno trapassate, attraversate. Ed anche il profeta Zaccaria l’aveva predetto: “Ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto (Zaccaria 12:10). In ugual modo Isaia, aggiungendoci il motivo della sua morte: “Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni (Isaia 53:5).


Nella sua lettera ai Galati, capitolo 3:13, l’apostolo Paolo fa riferimento alla seguente citazione del capitolo 21 di Deuteronomio: “È maledetto da Dio chi è appeso ad un legno (Deuteronomio 21:23). Come, però, potrebbe Gesù sulla croce essere maledetto da Dio? Giacché proprio lì è stato fatto peccato per noi. Dio non poteva avere alcun legame con il peccato, allora non solo l’ha abbandonato “appiccato al legno”, ma l’ha considerato pure maledetto, gettando su di lui il fuoco del giudizio contro il peccato.


Ciò che Gesù ha sofferto per mano degli uomini non è dissimile dalle torture che molti prigionieri hanno già ricevuto nel corso della storia. Tuttavia, quanto ha subito per mano di Dio è ineguagliabile: è la somma di tutte le paure che atterriscono ogni peccatore che dovrà presentarsi davanti a Dio con i suoi peccati per ricevere il giudizio. In Gesù questo terrore, sofferenza e dolore sono stati moltiplicati dal peccato del mondo e dal peccato di coloro che sarebbero salvati dal Signore, elevati all’ennesima potenza dell’eternità.


I “giudici” Anna, Caiafa e Pilato non avrebbero potuto nemmeno lontanamente immaginare che Gesù stesse per essere giudicato con ancora maggior rigore e severità da Dio stesso. E neanche potevano presumere che quel “reo”, così debole e umile, in futuro tornerà in questo mondo ma come Giudice per giudicarli, e tutti quelli che non avranno i loro peccati pagati da Gesù sulla croce.


Nei prossimi 3 minuti saranno svelati i temperamenti di Pietro e di Giovanni.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#274 - Tradimento e valentia - Giovanni 18:2-11

Giuda, il traditore, conosceva il luogo dove Gesù si trovava perciò, “preso un gruppo di soldati e le guardie mandate dai capi dei sacerdoti e dai farisei, venne là con lanterne, torce e armi. (Giovanni 18:3). La luce del mondo era presente tra loro, eppure tali uomini hanno avuto bisogno di lanterne e di torce per trovarla. Gli altri tre vangeli citeranno pure che Giuda dovrà baciare Gesù per così identificarlo alle guardie nella notte oscura.


Il Signore si fa avanti e va loro incontro: è pronto per essere arrestato e condotto alla morte. Prima, però, i soldati avranno una piccola dimostrazione di chi sia colui che intendono imprigionare. “Chi cercate?”, gli chiede Gesù. “Gesù il Nazareno”, gli rispondono (Giovanni 18:4-6).


In seguito, la dichiarazione data da Gesù ci riporterà all’incontro di Mosè con Dio, nel capitolo 3 del libro dell’Esodo. Quando gli ha domandato il suo nome, Mosè ha ascoltato queste parole: “IO SONO COLUI CHE SONO. Poi [Dio] disse: Dirai così ai figli d'Israele: L’IO SONO mi ha mandato da voi. (Esodo 3:14). La stessa espressione - “IO SONO” - esce ora dalla bocca di Gesù, e tanto basterà perché i soldati indietreggino e cadano a terra. Sì, lì c’era il Creatore, il Signore dell’universo, l’IO SONO, e le guardie non potevano sopportare nemmeno una piccola scintilla della sua gloria. Questo è Gesù e Geova.


Prontamente Gesù intercede per i suoi discepoli. Siccome stavano cercando solo lui, gli altri dovevano essere lasciati liberi. Nessuno di loro subirebbe dei danni, neanche Pietro, il quale nella sua impetuosità aveva estratto la spada, recidendo l’orecchio destro del servo del sommo sacerdote. E Gesù lo rimprovera: “Riponi la tua spada nel fodero; non berrò io il calice che il Padre mi ha dato? (Giovanni 18:11). Nel Vangelo di Luca ci è rivelato che il Signore, senza indugio, ha guarito l’orecchio di quel ragazzo.


In Efesini 6 la Parola di Dio è chiamata “la spada dello Spirito”, e in Ebrei 4 “spada a due tagli”; pertanto, la riprensione di Gesù ha perfettamente senso. Non dovremmo mai servirci della spada della Parola di Dio per rendere le persone sorde alla stessa Parola. Ma quando, infatti, tagliamo loro l’orecchio? Nel momento in cui si userà la Bibbia per attaccarle, facendole diventare indurite e contrarie alla verità.


Ti sei mai ritrovato a mitragliare qualcuno di versetti biblici, più per difendere la tua posizione che per il desiderio di esporgli la salvezza in Gesù? Persone insicure utilizzano la Parola di Dio come un modo per marcare territorio. Quando brandiamo la spada della Parola in maniera aggressiva o l’adoperiamo solo per creare in noi un’aura di pietà, in verità stiamo cercando di compensare la nostra propria mancanza di comunione con Dio.


Qui l’audacia di Pietro ha soltanto confermato la sua insicurezza. Ore dopo, appunto, avrebbe rinnegato Gesù. D’altra parte, il pio bacio di Giuda nascondeva il tradimento del figlio del diavolo, ossia quello che lui veramente era. E tu, di solito, come usi la Parola di Dio? Per ferire l’orecchio altrui o per guarire i sordi? Per mostrarti pietoso o per indicare il Salvatore?


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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