#218 - In un batter d’occhio - 1 Tessalonicesi 4:13-18

Alcune cose possono chiudere definitivamente la finestra di opportunità che Dio ti offre per essere salvato. Un incidente, o una malattia che ti rende incapace di decidere, potrebbe essere uno di questi avvenimenti determinanti. A meno che tu non sia un feto, non sia un bambino oppure sia già nato non in grado di rispondere delle proprie azioni, la piena padronanza delle tue facoltà mentali ti fa responsabile delle tue scelte.


Inoltre, questo non è vero solo rispetto a Dio ma altrettanto nella legge degli uomini, la quale ci dice che nessuno può esimersi dall’affrontarla, neppure affermando di non conoscerla. Allo stesso modo, nessuno sarà ritenuto innocente davanti a Dio. E lo vuoi sapere il perché?


Hai mai giudicato le azioni di qualcun altro? Sicuramente, vero? Beh, allora sei atto a giudicare te stesso, dimostrando di essere perfettamente consapevole anche dinanzi a Dio. Nella lettera ai Romani, Dio dichiara: “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l'altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi fai le medesime cose. (Romani 2:1).


Oltre alle malattie, le quali potrebbero impedirti di prendere la decisione di credere in Gesù, pure la morte potrà mettere fine alle tue possibilità. E proprio in questo esatto momento, nell’obitorio più vicino a casa tua, ci sarà certamente qualcuno che ieri non aveva la minima idea di dove sarebbe stato oggi.


Infine, un altro fatto che potrebbe impedirti di credere, dopo aver ascoltato il vangelo, è il rapimento della chiesa, descritto nella prima epistola ai Tessalonicesi 4:16-17: “Perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore.”.


Il rapimento potrebbe aver avuto luogo già ai giorni di Paolo, ed è per questa ragione che lui s’include quando attesta che “poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro”. Non c’era niente che sarebbe dovuto accadere prima, e ancora non c’è, tranne la pazienza di Dio nell’attesa che più persone si convertano. Tuttavia, una volta dato l’ordine di partenza, la Bibbia ci rivela che tutto succederà “in un batter d’occhio” (1 Corinzi 15:51-52). E in seguito?


Ebbene sì, dopo il mondo andrà avanti lo stesso, però senza i resti mortali di coloro che, da Abele, sono morti nella fede, e senza i veri cristiani che saranno vivi nel momento del rapimento. I primi risusciteranno e gli altri saranno trasformati. Se sei curioso di conoscere la spiegazione che i giornali daranno per tale assenza improvvisa di così tanta gente, dovrai acquistare qualche quotidiano del giorno seguente. Ma in tal caso, per te, sarà troppo tardi.


Negli anni settanta, prima della mia conversione, ero coinvolto nell’esoterismo. A quel tempo c’era una teoria secondo cui un pianeta sarebbe passato vicino alla Terra e gli esseri umani meno evoluti spiritualmente sarebbero stati tolti e portati via dagli extraterrestri. Il mondo finalmente sarebbe libero da simili persone per poter vivere una nuova era di pace e prosperità. Stando a quest’idea esoterica, oggi io sarei dunque uno di questi “arretrati spirituali” che verranno esclusi dal nostro pianeta.


Nei prossimi 3 minuti vedremo cosa mai capiterà a quelli che saranno lasciati indietro nel rapimento.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#217 - Impossibile - Giovanni 12:3-9

Giuda Iscariota è una figura dell’uomo religioso, il quale ha avuto la possibilità d’essere salvato e non lo è stato. Il capitolo 6 della lettera agli Ebrei ci parla di gente uguale a lui. Sono persone che hanno perso l’occasione di essere salvate. E lì leggiamo:


Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento (Ebrei 6:4-6).


Giuda è stato illuminato. Ha camminato alla presenza della luce del mondo, ma ha scelto le tenebre. Ha gustato il dono celeste - Cristo - come uno che assaggia appena una bevanda, senza volerla bere veramente. Ha ricevuto la sua porzione dei benefici dello Spirito Santo, che convince “il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” a venire, però ha cauterizzato la propria coscienza. (Giovanni 16:7-11; 1 Timoteo 4:1-3).


La bocca di Giuda ha assaporato e ha predicato la buona Parola di Dio, ed ha anche sperimentato i poteri e i miracoli della terra futura. Nonostante tutto ciò, ha deciso di non credere in Gesù. È impossibile che qualcuno possa pentirsi dopo aver rifiutato così tante opportunità.


Chiunque avesse visto Giuda mentre accompagnava Gesù, non avrebbe affatto dubitato della sua fede. Tuttavia essa non è mai esistita. Giuda era solo un uomo mascherato da cristiano, pari a molti altri, senza effettivamente accettare Cristo come suo Signore e Salvatore. A tanti piace l’idea di avere Gesù come Salvatore, ma non tutti lo vogliono anche come Signore, cioè padrone assoluto della propria vita e della propria volontà.


Tutto quello che facciamo, assecondando la nostra volontà propria, è ribellione a Dio. Quando Gesù era qui, tra di noi, ha reso chiaro che il suo desiderio era compiere la volontà del Padre, e non la sua propria volontà. Insomma, se lui essendo Dio e Uomo senza peccato, la cui volontà è più che perfetta, non ha voluto fare la sua propria volontà, che dire di noi, deboli e peccatori?


Sai cosa significa la parola “peccato”? Nella prima epistola di Giovanni 3:4 leggiamo che “chiunque commette il peccato, commette iniquità, perché il peccato è iniquità”. In alcune versioni della Bibbia viene tradotto in un modo diverso: “il peccato è la trasgressione della Legge”. Quest’ultima, però, è una traduzione errata, poiché il peccato già esisteva prima della Legge data a Mosè. Così, si può capire che “peccato”, nel suo senso originale, è l’essere governati dalla volontà propria, vale a dire l’essere non controllati. In un’altra versione troviamo: “il peccato è ribellione”.


Tali erano stati i cristiani di Efeso prima della loro conversione, e Paolo glielo ricorda nella lettera agli Efesini: “Eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri (Efesini 2:1-3).


È tempo che tu sottometta la tua vita e la tua volontà al Signore e Salvatore Gesù per essere salvato eternamente. Questa è la tua opportunità. Che cosa potrà succederti se non lo farai? Lo vedremo nei prossimi 3 minuti... sempre che tu ancora ce li abbia questi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#216 - Veleno di topi - Giovanni 12:3-9

Spesso chi legge l’inizio del capitolo 12 del Vangelo di Giovanni avrà forse l’impressione che insieme a Gesù ci fossero soltanto Lazzaro, Maria e Marta. Il versetto 4, però, comincia a rivelarci che si trovavano anche altre persone in quella casa, così come alcuni dei suoi discepoli. Poi una gran folla li avrebbe raggiunti, perché volevano vedere tanto Gesù quanto Lazzaro, il risuscitato.


Ciò nonostante, i primi versetti rappresentano una sorta d’oasi di tranquillità, comunione e adorazione, a cui partecipavano solo Gesù e i tre fratelli. Intorno, invece, c’era un mondo d’indifferenza e interessi nascosti, come quelli di Giuda Iscariota riguardo all’olio profumato cosparso da Maria sui piedi del Signore.


Perché non si è venduto quest'olio per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”, si lamentava Giuda. Un denaro era la moneta d’argento corrispondente a una giornata di lavoro; quindi Maria avrebbe “versato” sui piedi di Gesù molti mesi di risparmio. Ma Giuda, il quale pochi giorni dopo tradirà il suo Maestro per un decimo di questa cifra, riteneva che fosse uno spreco.


Apparentemente Giuda si batte per una buona causa: donare dei soldi ai poveri. Ed è qui che sta il pericolo. Dietro ogni diabolica bugia, c’è sempre un nocciolo di verità. Ho sentito dire che il veleno per topi contiene 99% di mais e l’1% di stricnina. La quantità della sostanza mortale è bassissima, passando inosservata in mezzo alla totalità del vero cibo.


Nel capitolo 3 della seconda epistola a Timoteo, l’apostolo Paolo ci mette in guardia dai falsi predicatori degli ultimi giorni, i quali “aventi l’apparenza della pietàsono avidi di denaro, adorandolo, tale quale Giuda. La loro specialità è attrarre “donnicciole cariche di peccati, agitate da varie cupidigie”. La cupidigia non è il desiderio per cose turpi, ma il desiderio estremo verso qualsiasi cosa, comprese quelle lecite come la salute, il denaro e la felicità in amore.


Maria agisce correttamente quando offre al Signore tutto ciò che aveva di prezioso. Lei avrebbe potuto aiutare i poveri anche dopo, ogniqualvolta lo volesse, però quest’occasione con Gesù era unica. Purtroppo entro breve tempo Maria non avrebbe potuto contare sulla sua presenza fisica. Lui stava per morire.


Alcune chance vanno e vengono in pochi minuti. Se non sono afferrate all’istante, potrebbero non tornare mai più. Nei vangeli osserviamo che ci sono delle persone che fanno cose davvero ridicole, solamente per non perdere la possibilità di avere un incontro personale con Gesù. È quello che è successo a Zaccheo, piccolo di statura. Era un uomo ricco e importante, tuttavia non gliene è fregato niente di quel che potevano pensare gli altri: si è arrampicato su un albero esclusivamente per veder passare Gesù.


E tu, in questo esatto momento, saresti disposto a imitare Maria, consegnando a Gesù ciò che hai di più prezioso? Ad esempio, la tua vita? Saresti pronto ad affrontare il disprezzo di amici e familiari per ricevere il Salvatore, come ha fatto Zaccheo? Allora, dai, cogli adesso quest’opportunità di credere nell’Agnello che è morto per te!


Nei prossimi 3 minuti vedremo cosa può accadere a chi si lascia sfuggire una tale occasione.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#215 - Cristo, il centro - Giovanni 12:1-3

Il capitolo 12 del Vangelo di Giovanni si apre con una scena che rappresenta bene la nuova vita in Cristo. Siamo ancora a Betania, in quella casa dove Gesù amava fermarsi, circondato da Lazzaro, Marta e Maria. Tutti e tre ci aiuteranno a comprendere meglio che cos’è averlo come unico centro di comunione, servizio e adorazione.


Lazzaro raffigura la nuova vita, vissuta in comunione con il Signore nel potere della risurrezione. Fino a poco tempo prima era un uomo morto, eppure è stato chiamato fuori dalla morte da Gesù. Ora il suo piacere è passare il suo tempo alla presenza di chi l’ha salvato.


Marta è impegnata a servire, però non come l’altra volta, quando era stata rimproverata per aver messo il servizio al centro delle sue attenzioni. Nel Vangelo di Luca, appunto, leggiamo che era preoccupata e inquieta per molte cose. E lì si era lamentata di dover far tutto da sola, mentre Maria stava ai piedi di Gesù, ascoltando la sua parola. Allora il Signore l’aveva ammonita con queste parole: “Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta. (Luca 10:40-42).


Adesso, nel nostro capitolo, pure Marta serve “in novità di vita” dopo aver visto suo fratello risuscitato (Romani 6:4). Il centro delle sue attenzioni non è più il servizio ma la persona che lei serve: Gesù. Ha imparato ad occuparsi del Signore, solamente di lui.


Maria continuerà ai piedi di Gesù, tuttavia ora come adoratrice e non più come alunna. Cosparge sui suoi piedi un olio profumato di gran prezzo e li asciuga con i propri capelli. Per quanto il servizio e l’apprendimento siano importanti, il Padre non richiede servitori o allievi. Il Padre cerca adoratori che lo adorino in spirito e verità (Giovanni 4:23).


D’altronde non esiste vera adorazione se essa non sarà incentrata sul fondamento dell’opera di Gesù: il suo sacrificio sulla croce. Lo insegna lui stesso, dicendoci che ciò che Maria aveva appena fatto, già accennava alla sua morte.


In cielo i salvati adoreranno l’Agnello che è stato immolato e ha acquistato a Dio, con il suo sangue, “gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apocalisse 5:9). L’espressione massima dell’adorazione sulla terra è: “Fate questo in memoria di me. (Luca 22:19). Il pane e il vino nella cena del Signore sono un ritratto del corpo e del sangue di Gesù sacrificato. Ma anche qui non sarà il pane, o il vino, il centro delle attenzioni, però quello che rappresentano: Gesù nella morte.


Quando Gesù guariva le malattie o moltiplicava i pani, era seguito da folle di persone interessate alla loro buona salute e alla loro pancia piena. Ma quando l’argomento è l’adorazione, solo questi tre fratelli si distinguono accanto a lui, essendo Gesù l’unico centro delle loro attenzioni. E tu, cosa ti attrae? Un predicatore eloquente, una band ben sintonizzata, uno spettacolo di miracoli... o soltanto Gesù?


Nei prossimi 3 minuti Giuda vorrà prediligere i poveri, piuttosto che Gesù.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#214 - Due obiettivi - Giovanni 11:49-57

Una delle chiavi per comprendere la Bibbia è il capitolo 9 della Genesi. Dopo aver giudicato la malvagità umana, Dio stabilisce nuove regole per i sopravvissuti al diluvio, cioè per Noè e la sua famiglia. Il fondamento del nuovo inizio sta nel sacrificio che Noè compie su un altare, alla fine del capitolo 8, una figura di Cristo che muore per garantire la sopravvivenza dell’uomo.


Questo è anche prefigurato nel permesso che Dio dà a Noè e ai suoi discendenti di nutrirsi della morte degli animali. Prima di allora gli esseri umani erano vegetariani e gli animali non scappavano dalla loro presenza. Ma fin da quel momento Dio incuterà negli animali il timore verso gli uomini (Genesi 9:2).


Inoltre, lì Dio ha pure stabilito il governo umano, delegando all’uomo il potere di vita e di morte sui suoi simili. Così, da quell’ora in poi, chiunque spargesse il sangue di qualcuno, potrebbe avere il suo proprio sangue sparso dall’autorità (Genesi 9:6). L’apostolo Paolo ce ne parla nella sua lettera ai Romani:


Non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità, si oppone all'ordine di Dio... Ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male. (Romani 13:1-4).


Osserviamo che l’autorità ha il diritto di impiegare la spada. Il governo e la pena di morte sono due cose che Dio stesso ha istituito e non le ha mai revocate. Tuttavia, quando l’autorità fa la sua propria volontà, dovrà renderne conto, nonostante i suoi atti siano usati da Dio per portare a termine i suoi piani eterni. Questo valeva già per le autorità d’Israele e di Roma, le quali hanno condannato a morte Gesù. Quando Pilato si vanta del proprio potere di liberarlo o di crocifiggerlo, Gesù gli risponde: “Tu non avresti alcuna autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. (Giovanni 19:11).


Nel nostro capitolo, del Vangelo di Giovanni, i capi dei sacerdoti e i farisei s’inquietano: “Che facciamo? Perché quest'uomo fa molti segni miracolosi. (Giovanni 11:47). È curioso notare come molte persone oggi dubitino dei miracoli che Gesù realizzava, senza però aver mai vissuto in Giudea duemila anni fa. Eppure i nemici contemporanei del Signore presenziavano ai suoi miracoli, riconoscevano che erano genuini e se ne preoccupavano.


In seguito leggiamo che il sommo sacerdote Caiafa profetizza: “Conviene per noi che un sol uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione. (Giovanni 11:50). E non lo dice di se stesso, ma Dio ci rivela, per mezzo di lui, che Gesù sarebbe stato ucciso per riunire in un solo corpo tutti i salvati tra giudei e gentili.


Ironicamente, però, è stato appunto perché hanno cercato di sbarazzarsi di Gesù, affinché non perdessero la loro nazione, che i giudei l’hanno persa. E oggigiorno, anche ironicamente, quelli che cercano di sbarazzarsi di Gesù, per paura di perdere la propria vita qui, la perderanno eternamente.


Nei prossimi 3 minuti vedremo la nuova vita manifestata nella comunione, nel servizio e nell’adorazione.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#213 - Povero giudeo, povero incredulo - Giovanni 11:45-48

Quattro giorni prima della scena presso il sepolcro di Lazzaro, che abbiamo appena visto, i discepoli di Gesù lo consigliavano a non tornare in Giudea, proprio per timore che fosse lapidato. In quell’occasione aveva risposto loro già rivelandogli che Lazzaro era ormai morto, ma che sarebbe andato lì per risuscitarlo.


In più ha aggiunto che era grato di non essere stato presente quando Lazzaro si era ammalato, poiché avrebbe potuto guarirlo. Lasciando che la morte portasse via per un po’ il suo amico, Gesù dava ai discepoli l’opportunità di credere in lui, non solo come il Messia d’Israele, però come Dio stesso incarnato, il Signore della risurrezione e della vita.


Hai notato che il testo menziona Tommaso subito dopo questa breve lezione sul credere? Costui è ben noto per la sua incredulità, tuttavia il versetto 16 gli dà un voto di fiducia, perché dice: “Andiamo anche noi a morire con lui.” Tommaso amava il Signore al punto da essere disposto anche a morire con lui, e lo Spirito Santo si è premurato di registrarlo nelle sacre pagine.


Gesù conosce tutte le nostre debolezze ma non manca di riconoscere che lo amiamo. Non cerca superuomini e superdonne, soltanto esseri umani come te e me, con difetti, dubbi e paure. Eppure “l'amore perfetto caccia via la paura. (1 Giovanni 4:18). Viviamo senza timori quando comprendiamo quanto Dio ci ami. E quanto ci ama Dio?


La risposta è semplice: la misura dell’amore di qualcuno è il valore di ciò che questa persona è disposta a dare come prova di questo amore. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio (Giovanni 3:16). Tale è la grandezza dell’amore di Dio per te e per me. Se per caso hai un figlio, sicuramente preferiresti morire piuttosto che metterlo a morte, vero? “Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (Romani 5:8).


La risurrezione di Lazzaro sarà l’innesco degli eventi che culmineranno nell’arresto e nella morte di Gesù. Alcuni di coloro che avevano constatato di persona la sua risurrezione dai morti, compiuta da Gesù, credono in lui e decidono di seguirlo. Altri invece sembrano semplicemente divertirsi ad aggiungere benzina sul fuoco, non interessati a godersi la sua compagnia. E sono appunto questi che corrono a dirlo ai giudei religiosi.


I capi dei sacerdoti e i farisei, quindi, riunirono il sinedrio e dicevano: ‘Che facciamo? Perché quest'uomo fa molti segni miracolosi. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno come città e come nazione’. (Giovanni 11:47-48).


Poveri giudei! Temono di perdere quello che i romani gli hanno già portato via molto tempo fa. Qui Israele è una nazione invasa e tributaria dell’invasore romano. Povero incredulo! Teme di perdere quello che Satana gli ha già portato via molto tempo fa. Esattamente come i giudei di allora, ogni essere umano è una nazione invasa e tributaria dell’invasore della sua mente e della sua volontà: il diavolo.


Nei prossimi 3 minuti Dio userà Caiafa per annunciare che un uomo deve morire per la nazione d’Israele.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#212 - La parola che dà vita - Giovanni 11:37-45

Quattromila anni dopo la caduta di Adamo, che ha portato l’uomo alla morte, Gesù si trova lì fermo davanti al sepolcro di un Lazzaro morto da quattro giorni. Si sa però che per Dio “un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno.” (2 Pietro 3:8).


Perciò ordina che sia rimossa la pietra che blocca l’ingresso della grotta, anche se Marta protesta. Infatti, un cadavere di quattro giorni sicuramente già manderebbe cattivo odore. Gesù qui richiederà da Marta la fede che contempla l’invisibile e rende realtà l’impossibile. Il Signore avrebbe potuto benissimo togliere via tale pietra lui stesso, o addirittura far sì che Lazzaro la attraversasse, ma così non ci sarebbe stato l’atto di credere, che precede quello del vedere. L’esercizio della fede è quel passo di certezza che sfida ogni scetticismo della ragione.


Nei vangeli a volte incontriamo Gesù chiedendo ai discepoli i pochi pani e pesci che avevano con , a volte spalmando del fango sugli occhi del cieco e indicandogli poi di andare a lavarsi in una determinata vasca. Certamente l’opera è di Dio, tuttavia vuole che l’uomo risponda al comando della sua Parola, nonostante sia morto. E affinché questo avvenga, prima dovrà dargli vita, come ha fatto qua con Lazzaro.


Innanzitutto Gesù si rivolge al Padre e afferma: “Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. (Giovanni 11:41). Ma come mai gli dice “mi hai esaudito”? E quando in precedenza aveva parlato con il Padre? Che cosa gli avrebbe domandato e in che modo il Padre gli avrebbe già risposto? Chiaramente Gesù si riferisce a una preghiera fatta nella comunione segreta tra lui e suo Padre. Sì, ancora prima di ordinare a Lazzaro di uscire vivo dal sepolcro, la richiesta del Figlio era stata accolta. E questa sua preghiera, adesso udibile, era stata pronunciata solo perché i presenti credessero che il Figlio fosse stato inviato dal Padre. Lo spiega Gesù stesso, in seguito alle sue parole di gratitudine: “Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato. (Giovanni 11:42).


Soltanto dopo griderà ad alta voce: “Lazzaro, vieni fuori!” (Giovanni 11:43). La stessa Parola di Dio che ha portato all’esistenza l’Universo, ora toglie dalla morte un corpo in decomposizione, e dalla tomba lo tira fuori risorto. E ci è ignoto il modo in cui Lazzaro ne esce, giacché sappiamo che aveva le mani e i piedi legati. Sarà allora necessario slegarlo affinché possa camminare; e ancora una volta Gesù lascerà questo compito agli uomini.


La storia si conclude mostrandoci che “molti dei giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto, credettero in lui. (Giovanni 11:45). Peccato che lì ci sia scritto “molti”, e non “tutti”. Oggi ci sono milioni di persone che vivono indifferenti al grido di Gesù: “Vieni fuori!” Sarai tu una di loro?


Cosa ti fa pensare che tu possa aspettare per decidere di dare retta alla voce di Gesù solamente più tardi? Non importa quale sia la tua età, in qualsiasi momento la finestra dell’opportunità che Dio ha stabilito per te potrà chiudersi. Il tuo cuore ha un numero finito di battiti. Quando meno te lo aspetti, si fermerà.


È molto significativo vedere che la vita che Gesù dà a Lazzaro avrà un prezzo: la sua vita stessa. Nei prossimi 3 minuti i giudei trameranno per ucciderlo.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

Popular Posts