#247 - Qualunque cosa chiediamo - Giovanni 14:13-14

Nel capitolo 14, del Vangelo di Giovanni, Gesù ci promette: “E qualunque cosa chiederete nel nome mio la farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiedete qualche cosa nel nome mio, io la farò. (Giovanni 14:13-14). Magari, dopo aver letto questo passaggio, penserai che il cristiano possa persino domandare una Ferrari nuova di zecca, e Dio gliela darà. Beh, non è proprio così.


Dio risponde a qualunque preghiera fatta nel nome di Gesù, però molte volte la sua risposta sarà “no”. Quando preghiamo nel nome di Gesù, non stiamo utilizzando il suo nome come se fosse una parola magica che ci aprirà tutte le porte, tale quale “Abracadabra!” di Aladino, o “Shazam!” del Capitan Marvel, o addirittura “La forza è con me!” di He-Man. Il chiedere qualcosa nel nome di Gesù, è farlo con l’autorità che ha concesso a coloro che credono in lui.


Quando affidi a qualcuno una procura, lo stai autorizzando ad agire in proprio nome e conto. Ma qualsiasi tipo essa sia, porrà dei limiti, i quali sono comunque determinati dalle scelte di chi l’ha conferita. La persona che riceve tale procura non potrà semplicemente andarsene in giro a fare tutto quello che le pare e piace. Allo stesso modo, il credente in Gesù non dovrebbe usare il suo nome se non fosse davvero sicuro di star facendo quello che il Signore desidera.


Giovanni 15:7 ci mostra che la preghiera efficace dipenderà sempre da un’efficace comunione, perché Gesù afferma: “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto.. La chiave di questo “quel che volete” la troviamo nella prima lettera di Giovanni 5:14: “Questa è la sicurezza che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce.”. Hai notato l’ordine appena riportato? Prima dobbiamo essere in Cristo e la sua parola in noi; solo in un secondo momento ci rivolgeremo a lui con le richieste che sono conforme alla sua volontà.


Puoi amare molto tuo figlio, tuttavia non gli darai tutto ciò che pretende ottenere, perché un bambino non sempre sa cosa vuole veramente. Ogni figlio, però, che ha un’intima comunione con il proprio padre - conoscendo i suoi pensieri, osservando il suo modo di agire e le cose che gli piacciono, e che non gli piacciono - saprà chiedergli soltanto quanto è in accordo con il desiderio del padre.


Dunque, come possiamo conoscere la volontà di Dio? Sì, vivendo così vicino a lui che sarà lieto di mostrarcela. Inoltre, camminandogli accanto, non sprecheremo una sola parola di tutto quanto vorrà dirci. Se siamo nel Signore - e questo significa comunione - e le sue parole sono in noi - e questo significa avere familiarità fino al punto in cui esse impregneranno i nostri pensieri - allora sapremo chiedere con esattezza ciò che anche Dio intende darci. Quindi, letteralmente TUTTO quanto chiederemo, ci sarà fatto.


Nei prossimi 3 minuti scoprirai se hai già la garanzia della tua salvezza eterna.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#246 - Opere maggiori - Giovanni 14:12

Gesù dice ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io, e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre (Giovanni 14:12). Mentre era qui, il Signore ha guarito persone che dopo si sono di nuovo ammalate, ha moltiplicato pani e pesci per le folle che poi hanno avuto fame un’altra volta, e ha risuscitato morti che più tardi sono anch’essi deceduti. Nel libro degli Atti leggiamo che pure i discepoli compivano simili prodigi, come Gesù gli aveva promesso. Ma che dire delle opere maggiori?


Senza sminuire l’importanza dei miracoli di Gesù, o dei suoi discepoli, che avevano lo scopo di dimostrare il potere di Dio sul mondo materiale, te ne rendi conto che tali benefici erano soltanto temporanei? Salute, cibo e risurrezione duravano semplicemente una vita. Lazzaro, qualche tempo dopo, è morto anche lui. Tuttavia, l’opera iniziata dallo Spirito Santo tramite gli apostoli, e portata avanti dai cristiani che fino ad oggi annunciano il vangelo ovunque, guarisce l’anima, nutre lo spirito e destina milioni di uomini e donne alla risurrezione eterna.


Né la trasformazione dell’acqua in vino, né la moltiplicazione del pane o la camminata di Gesù sulle acque, ad esempio, hanno così tanta magnificenza. E soprattutto quando capiamo che la salvezza di un’anima è una diretta conseguenza della più grande opera di tutti i tempi - la morte di Cristo sulla croce e la sua risurrezione - fatti che non erano ancora avvenuti quando ha pronunciato queste parole ai discepoli.


Le opere maggiori sono quelle che durano eternamente. Tendiamo a dare valore alle meraviglie materiali e temporali perché viviamo limitati nello spazio e nel tempo, e non abbiamo mai visto il mondo spirituale. Per comprendere meglio ciò che il Signore ha affermato, sarebbe necessario avere, per così dire, un “righello” eterno, adatto a misurare le cose che non avranno fine. Cos’è più importante: una persona guarita dal cancro o salvata per sempre? Uno zoppo che comincia a camminare o un risuscitato in grado di volare? Un cieco che riesce a guardare la TV o un peccatore salvato e capace di vedere il volto di Cristo?


Nella seconda lettera ai Corinzi 4:18 Paolo scrive: “Abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.”. È meraviglioso che tu preghi per la guarigione, il mantenimento e il benessere di qualcuno, però niente di tutto ciò avrà senso se questo essere umano si perderà eternamente.


Nel giorno di Pentecoste lo Spirito Santo è disceso nel mondo per abitare nella chiesa e in ogni cristiano individualmente (Atti 2). È attraverso di lui che il cristiano conduce un peccatore alla salvezza eterna, un’opera questa infinitamente più grande di qualsiasi miracolo fisico e transitorio.


Nei prossimi 3 minuti imparerai come potrai ricevere tutto quanto chiedi nelle tue preghiere.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#245 - Credere o vedere? - Giovanni 14:10-11

Ci sono due modi in cui puoi ritenere vero quanto una persona affermi: credendoci o aspettando che ti dimostri di star dicendo la verità. Se qualcuno professasse di amarti, come reagiresti? Accetteresti le sue parole oppure gli risponderesti: “Ok, va bene, allora provamelo!”. Gesù dichiara: “Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me (Giovanni 14:11). Apparentemente alcuni discepoli erano ancora diffidenti, poiché il Signore ci aggiunge: “Se no, credetemi a motivo delle opere stesse.”.


C’è chi crede alla Parola di Gesù soltanto se potrà vedere o sentire qualcosa. La Bibbia ci descrive tuttora i numerosi miracoli fatti dal Signore; eppure essi non sarebbero più sufficienti per te? I miracoli che compiva avevano l’obiettivo molto chiaro di mostrarci che Gesù era nel Padre e che era Dio ad agire lì. Ai cristiani di Corinto Paolo scrive: “I giudei infatti chiedono segni miracolosi e i greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i giudei è scandalo e per gli stranieri pazzia(1 Corinzi 1:22-23). 

 

I giudei volevano vedere; i gentili volevano capire. In Cristo crocifisso troviamo entrambe le cose - il potere di Dio e la sapienza di Dio - ma in una maniera che per la mente carnale è follia. Il vangelo, cioè la buona notizia di Gesù morto per i nostri peccati e risuscitato per la nostra giustificazione, “è potenza di Dio per la salvezza d'ogni credente; del giudeo prima e poi del greco (Romani 1:16). 

 

Nella stessa lettera l’apostolo ci rivela che “la fede dunque viene dall'udire, e l'udire viene dalla parola di Dio.(Romani 10:17). Quindi, perché ti aspetti ancora di presenziare a qualcosa? Se speri che prima di credere si verifichi qualche miracolo, starai dicendo a Gesù: “Mi ami? Ok, allora provamelo!”. Insomma, di quale altra prova d’amore hai bisogno? Vuoi che lui muoia di nuovo per te? Oppure che salga vivo al cielo davanti ai tuoi occhi?


Oggigiorno sono in tanti quelli che corrono dietro a visioni, segni e miracoli, come se tali fenomeni fossero degli “steroidi” per la loro fede, e senza i quali si sentirebbero deboli. Focalizzando la tua attenzione sui miracoli di Dio, piuttosto che sul Dio dei miracoli, ti rendi vulnerabile all’inganno. Sappi che Satana è in grado d’imitare molti dei segni e dei miracoli che si possono incontrare nella Bibbia.


Il problema è che quando la mente umana vede un miracolo, anche se autentico, trae delle conclusioni altrettanto carnali. Nel libro degli Atti, quando Paolo è stato miracolosamente guarito dal morso di una vipera, la gente del luogo lo ha subito considerato un dio (Atti 28:6). Pure quando ha guarito un uomo a Listra, è stato chiamato dai greci “Mercurio”, e l’altro apostolo Barnaba “Giove”. E il sacerdote locale voleva persino sacrificare dei tori in loro onore (Atti 14:8-13).


Quante persone conosci che precipitano facilmente nell’errore quando assistono a qualche miracolo? Sono uomini e donne che cominciano a seguire ciecamente un leader religioso, o che recitano preghiere davanti a qualche immaginetta, oppure che si appendono degli oggetti al collo, credendo che ci sia in essi davvero del potere per proteggerli... Se continuerai a inseguire segni e miracoli, finirai per non occuparti di colui che dovrebbe essere il centro della tua attenzione: Gesù.


Nei prossimi 3 minuti potrai fare opere più grandi di quelle che ha realizzato Gesù.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#244 - Il Padre - Giovanni 14:7-9

Se porti gli occhiali, probabilmente ti sarà già capitato di cercarli da qualche parte, senza però renderti conto che erano proprio sul tuo naso. Ed è questo il caso qui, quando Filippo chiede a Gesù: “Signore, mostraci il Padre (Giovanni 14:8). Certamente l’apostolo si era ormai dimenticato di ciò che il Signore gli aveva detto tempo prima: “Io e il Padre siamo uno. (Giovanni 10:30). Ora, ogni vero cristiano sa che esiste un solo Dio in tre Persone distinte - Padre, Figlio e Spirito Santo - e che Gesù “è l’immagine del Dio invisibile” (Colossesi 1:15).


Di sicuro conoscerai l’espressione “tale padre, tale figlio”, oppure “è spaccato suo padre”. E devi pur aver identificato il figlio di qualche tuo amico solamente dalla sua forma particolare di essere, perché la maniera di parlare, di guardare, di camminare e di agire ti rivelerà la parentela, anche non essendo entrambi fisicamente identici. Ecco il motivo per cui questa argomentazione di Gesù a Filippo ha un tono di rimprovero: “Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: ‘Mostraci il Padre’? (Giovanni 14:9).


Oggigiorno quando abbiamo un rapporto con Dio come nostro “Padre”, potrebbe sembrarci scontato, tuttavia a quell’epoca, a un ebreo, non gli sarebbe mai passato per la testa di rivolgersi al Creatore con tale confidenza. E spesso si ascoltano frasi come “anch’io sono figlio di Dio”, nonostante questa condizione sia biblicamente vera soltanto per coloro che sono nati di nuovo per mezzo della fede in Gesù. Per tutti gli altri, Dio rimarrà unicamente il loro Creatore.


Sebbene nell’Antico Testamento Dio venga chiamato “Padre” otto volte, sarà solo in quanto Creatore o capo del popolo d’Israele. Nel Nuovo Testamento, invece, il termine appare ben 272 volte con un senso d’intimità considerato irrispettoso e persino blasfemo dai giudei. Ogni tanto Gesù usava anche la parola “Abbaper riferirsi al Padre, nello stesso modo in cui era impiegata dai bambini, cioè qualcosa al pari di “Papàper noi oggi.


Filippo vuol vedere il Padre e avere una profonda relazione con Dio, senza accorgersi che l’Uomo in carne ed ossa di fronte a lui è “uno” con il Padre. Nella lettera agli Ebrei, il Signore è descritto come “l'immagine perfetta di ciò che Dio è” (Ebrei 1:3). Conoscere Gesù, è conoscere il Padre. Filippo aveva passato tre anni accanto al suo Maestro senza comprendere che Gesù e il Padre sono un unico e stesso Dio. E tu, quanto ne sai di Gesù?


Ma guarda un po’ com’è interessante la sollecitazione successiva di Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta. (Giovanni 14:8). Tu ed io avremmo già fatto richieste del tipo: “Signore, dammi questo o quello, poiché è tutto ciò che voglio!”. Sì, ecco qua un uomo che aveva sempre goduto della compagnia di Gesù e ancora pensava che sarebbe stato veramente felice soltanto se avesse avuto qualcos’altro. Purtroppo ci sono non poche volte in cui mi ritrovo insoddisfatto giacché ritengo ci sia qualcosa di più che Gesù possa darmi o rivelarmi.


E che sciocca scontentezza è mai questa! Se hai già visto Gesù con gli occhi della fede, hai già visto il Padre. Se hai il Figlio di Dio, hai il Padre! La questione essenziale adesso è sapere se sei già nato di nuovo per poter chiamare Dio “Padre” e così vivere soddisfatto, tale e quale il salmista quando dice: “Chi ho in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te. (Salmo 73:25).


Nei prossimi 3 minuti crederai davvero alle parole di Gesù?


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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