#316 – Il vero Dio – Luca 1:35
#315 – Un Dio vicino e accessibile – Luca 1:34; Genesi 18
#314 – Una particolare giovane donna – Luca 1:26-33
#313 – Risposta tardiva – Luca 1:5-25
#312 – L’ispirazione divina – Luca 1:1-4
#311 – LUCA – Luca 1:1-4
#310 – Senza fine – Giovanni 21:18-25
#309 – Il gregge di Dio – Giovanni 21:15-17
#308 – Una triplice restaurazione – Giovanni 21:15-17
#307 – Compagnia, conforto e alimento – Giovanni 21:9-14
#306 – “Vado a pescare” – Giovanni 21:1-8
#305 – Incredulità – Giovanni 20:24-31
#304 – Il prototipo – Giovanni 20:21-23
#303 – Gesù in mezzo – Giovanni 20:19-20
#302 – “Pace a voi!” – Giovanni 20:19-21
#175 - #301 – Il giorno del Signore – Giovanni 20:1-19
Maria Maddalena corre a dire ai discepoli che ha visto il Signore e che lui li ha chiamati “fratelli” e figli di suo Padre. Per un ebreo, il chiamare Dio “Padre” era fuori questione. Sarebbe stata troppa intimità con il Creatore. Tuttavia, Gesù mette in chiaro che chiunque crede in lui è posto nella stessa posizione di totale accettazione di cui lui stesso gode dinanzi al Padre. Altrimenti non ci chiamerebbe “fratelli”.
Mentre leggi la Bibbia, devi sapere che lo Spirito Santo non spreca parole. Se lui dice qualcosa, è meglio accettare, poiché ci sarà una ragione. È proprio il caso del giorno menzionato all’inizio di questo capitolo 20 del Vangelo di Giovanni: “Il primo giorno della settimana”. E pure nel versetto 19: “Ora, la sera di quello stesso giorno, il primo della settimana”. Il “primo giorno della settimana” è quello che oggi chiamiamo domenica.
È stato in questo giorno che Gesù è risorto ed è apparso a Maria Maddalena e alle altre donne, secondo il racconto di Matteo nel capitolo 28 del suo vangelo, e che si è manifestato a Cleopa e all’altro discepolo sulla strada di Emmaus, come ci informa Luca, nel capitolo 24 del suo vangelo, in cui ci parla anche di un’apparizione privata a Simon Pietro (Matteo 28:1-9; Luca 24:13-34).
E, un’altra volta, il Signore si colloca in mezzo ai discepoli riuniti il “primo giorno della settimana”. Poi, negli Atti, Luca ripeterà: “Il primo giorno della settimana, essendosi i discepoli radunati per rompere il pane…” (Atti 20:7). Paulo, nella sua prima lettera ai corinzi, ci insegna: “Ogni primo giorno della settimana, ciascuno metta da parte per conto suo ciò che può in base alle sue entrate”, per aiutare i più bisognosi (1 Corinzi 16:2).
Giovanni chiama il primo giorno della settimana il “giorno del Signore” quando riceve la rivelazione dell’Apocalisse (Apocalisse 1:10). Qui non si tratta del “giorno del Signore” in cui scenderà dal cielo per giudicare le nazioni e, mille anni dopo, per distruggere la terra (2 Pietro 3:10). Nell’originale Giovanni scrive il “giorno del Signore” nello stesso senso della “cena del Signore” (1 Corinzi 11:20), cioè il giorno che appartiene al Signore. Nella Bibbia in inglese è più facile vedere la differenza: il giorno del giudizio è chiamato “the day of the Lord”; il giorno della settimana, invece, citato da Giovanni in Apocalisse, è “the Lord’s day”.
La domenica era un giorno speciale per quei discepoli, in cui il Signore è stato risuscitato e si è presentato nel mezzo di loro. Era il giorno in cui separavano quanto intendevano mettere nella colletta per assistere l’opera del Signore e i fratelli bisognosi nelle loro necessità. Era anche il “giorno del Signore” che si riunivano per celebrare la “cena del Signore”. La domenica non è il sabato della Legge data agli ebrei, ma un giorno speciale per i cristiani. È il primo giorno, l’inizio, “il giorno del Signore”, il giorno che è suo e a Lui deve essere dedicato.
Nei prossimi 3 minuti Gesù garantisce ai suoi discepoli ciò che gli uomini tanto cercano: la pace.
#300 – “Ho visto il Signore!” – Giovanni 20:17-18
Maria Maddalena è sorpresa. Di fronte a Gesù, risuscitato, il suo desiderio è che lui rimanga per sempre sulla terra con i discepoli. Sì, come nei bei tempi, quando camminava accanto a loro insegnandoli, sfamandoli e guarendo la folla. Lei vorrebbe che tutto ciò non finisse mai: vuole tenerselo stretto. Eppure, il Signore l’avverte: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre” (Giovanni 20:17).
I discepoli non avrebbero più avuto la compagnia fisica di Gesù in questo mondo, giacché aveva bisogno di ritornare al Padre. Quando è morto, il suo spirito ha fatto ritorno a Dio, compiendo così la promessa che aveva fatto al malfattore morto sulla croce: “Oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43). Ma la sua opera non sarebbe terminata senza la risurrezione, ed è proprio questo il vangelo completo di cui ci parla Paolo:
“Ora, fratelli, vi dichiaro l'evangelo che vi ho annunziato… mediante il quale siete salvati, se ritenete fermamente quella parola che vi ho annunziato… cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture” (1 Corinzi 15:1-4).
Qualsiasi ‘buona novella’ che non includa la morte di Gesù per i nostri peccati e la sua risurrezione per la nostra giustificazione, non è il vero vangelo, il quale è “la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Romani 1:16). “Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo” (Giovanni 12:24). Tuttavia, lui è morto e ora la casa del Padre sarà piena (Luca 14:23). Infatti, dopo aver completato la sua opera di redenzione, Gesù ha posto nella sua stessa presente posizione, cioè dinanzi al Padre, coloro che vengono salvati da lui.
Se credi in Gesù, è questa l’opera che ti permetterà di presentarti di fronte a Dio purificato, rigenerato e adottato come figlio, e non i tuoi sforzi, la tua carità o la tua costanza. Ti troverai nella stessa posizione occupata da Gesù in questo preciso momento: davanti al Padre. Ti rendi conto? Dio ti guarda come se stesse guardando Gesù: puro, perfetto e immacolato. E non ti vergogni di aver provato a entrare in tale ‘banchetto’ che Dio ti ha preparato portandoti dietro un misero panino ripieno di religione, buone opere e perseveranza?
Il messaggio che il Signore trasmette a Maria Maddalena ci mostra la realtà di questa nuova posizione ricevuta per grazia, e non per merito: “Va' dai miei fratelli e di' loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro.” (Giovanni 20:17). Prima erano stati chiamati servi e amici. Ora, però, li chiama fratelli: hanno ricevuto il posto di figli di Dio e coeredi con Cristo. Se hai già creduto in Gesù, se sei già sicuro del perdono dei tuoi peccati e della vita eterna, allora adesso puoi chiamare Dio "Padre". Solo adesso.
E Maria Maddalena è andata subito a raccontare ogni cosa agli altri discepoli, a cominciare dalla notizia mozzafiato: “Ho visto il Signore!”. E lo vedranno anche loro, ma solo nei prossimi 3 minuti.
#299 – Quale Gesù cerchi? – Giovanni 20:11-16
Mentre Pietro e Giovanni tornano a casa, Maria Maddalena rimane lì davanti al sepolcro vuoto. A differenza di Giovanni, lei non ha ancora capito che Gesù è risorto di tra i morti (Filippesi 3:11). Il suo cuore era tuttora afflitto e angosciato, come quello di ogni persona che comprende che la morte è inevitabile, però non gode della certezza della risurrezione e della vita eterna.
Allora decide di spiare all’interno della tomba anche lei, e così vede due angeli vestiti di bianco, seduti nel luogo dove prima c’era il corpo di Gesù. E le chiedono: “Donna, perché piangi?”, e subito lei risponde loro: “Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l’abbiano posto.” (Giovanni 20:13). Maria non si rende conto che si trova di fronte a degli angeli, e non c’è modo di saperlo, infatti. Dopotutto, nella Bibbia, gli unici esseri angelici che appaiono con le ali sono i cherubini e i serafini, due classi speciali di angeli. Gli altri sono sempre stati visti in forma umana, parlando la lingua degli uomini, e non quella degli angeli.
Poi, Maria nota che qualcuno si avvicina, ripetendo costui la medesima domanda fattale dagli angeli: “Donna, perché piangi?”, e aggiungendoci: “Chi cerchi?”. Lei, “pensando che fosse l'ortolano, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io lo prenderò».” (Giovanni 20:15). Già, non aveva ancora realizzato che stava parlando con Gesù stesso, risuscitato. “Maria!”, le dice, chiamandola per nome.
Sì, soltanto a quel punto lo riconosce. Il modo singolare con cui il Signore la chiama per nome risveglia immediatamente in lei una valanga di emozioni. “Rabboni!” esclama in aramaico, che significa “Maestro”. Beh, non ci vorrà molto tempo perché si accorga che Gesù non è solo il “Maestro” conosciuto da lei e dagli altri. Presto capirà che è il Salvatore, l’Emmanuele, il Figlio di Dio venuto in carne (1 Giovanni 4:3).
E tu, sei forse come Maria, la quale non riconosce Gesù? Cerchi un uomo morto, quando invece vive? O può darsi che tu stia provando a trovare solamente un Gesù che moltiplica i pani, senza comprendere davvero che non è venuto qui per sfamarci ma per portare via i peccati. Oppure sei in cerca di un Gesù guaritore, che ti garantisca qualche anno in più di vita mediocre in questo mondo? Il vero Gesù vuole darti la vita eterna!
O chissà, magari vorresti soltanto un Gesù talismano, per liberarti dai pericoli, dal malocchio e dalla stregoneria. Scherzi, vero? La Parola di Dio assicura a chi crede in Gesù che “né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.” (Romani 8:38-39).
Maria cercava un Gesù “Maestro”. E molti la pensano così, credendo che sarà tramite l’apprendimento che si raggiungerà il cielo, ed essendo la salvezza un incessante processo di evoluzione del proprio spirito. Nei prossimi 3 minuti ti vergognerai di aver mai pensato di riuscire a salvarti attraverso i tuoi sforzi, affinché diventassi una persona migliore.
#298 – Il primo – Giovanni 20:3-10
Pietro e Giovanni vengono colti di sorpresa. Maria Maddalena, angosciata e ansimante, arriva dal sepolcro di Gesù dando loro la notizia: il corpo è scomparso. La grande pietra era stata rimossa e la tomba era vuota! Allora tutti e due gli apostoli corrono a scoprire cosa sia successo.
Giovanni è il primo ad arrivare, però non entra nella grotta scavata nella roccia. Sbircia dentro, notando i panni di lino che erano stati arrotolati intorno al corpo di Gesù. Poi arriva Pietro, entra, riconosce le bende e pure il fazzoletto che era stato messo sul volto del Signore. Contrariamente a quanto narra la leggenda della Sacra Sindone, il suo corpo era stato sepolto avvolto in fasce di lino, secondo l’usanza del tempo.
Qualche capitolo prima abbiamo visto la storia della risurrezione di Lazzaro, quando Gesù “gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Allora il morto uscì, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».” (Giovanni 11:43-44).
Lazzaro, con le mani e i piedi legati da queste bende fatte di tessuto, non era stato capace di liberarsene, anche dopo essere tornato in vita. Aveva avuto bisogno dell’aiuto di altre persone. Se Gesù fosse stato risuscitato allo stesso modo di Lazzaro, chi l’avrebbe mai aiutato a sciogliere tali fasce? A meno che la risurrezione di Gesù non sia stata diversa. E così è stato.
Lazzaro è risuscitato, tuttavia morirebbe di nuovo più avanti. Il suo corpo era lo stesso, solo che guarito e rianimato, ma ancora soggetto a malattie, morte e degenerazione. “Ma ora Cristo è risuscitato da' morti; egli è stato fatto le primizie” della nuova creazione, prototipo di coloro che attendono la risurrezione in un corpo di carne ed ossa, però celeste (1 Corinzi 15:20). Un corpo differente.
E talmente distinto che riusciva ad uscire da quel groviglio di panni di lino senza srotolarli né strapparli. Un corpo così sorprendente al punto da comparire in mezzo ai discepoli in una stanza con porte e finestre chiuse. Eppure, allo stesso tempo così reale che davanti a loro ha mangiato del pesce e del miele. Non era un corpo etereo, uno spirito o un fantasma. Era Gesù stesso, corpo, anima e spirito.
Dopo che Pietro era già dentro al sepolcro, ci entra anche Giovanni, e qui si legge che “vide e credette”(Giovanni 20:8). Cioè? A cosa ha creduto? Lì non c’era niente o nessuno in cui credere, a parte una tomba vuota e dei panni di stoffa! Appunto. Giovanni ha creduto nell’invisibile, ed è dell’invisibile che si occupa la fede. Crediamo in qualcuno che non possiamo vedere, in Gesù, il quale è morto per la nostra salvezza ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Romani 4:25).
Ora Giovanni comprende passaggi come il Salmo 16: “Perciò il mio cuore si rallegra, e la mia lingua festeggia; anzi pur la mia carne abiterà in sicurtà. Perciocché tu non lascerai l'anima mia nel sepolcro, e non permetterai che il tuo Santo senta la corruzione della fossa.” (Salmo 16:9-10). Quante volte Gesù aveva parlato della sua morte e resurrezione, non essendo capito dai discepoli? Quante volte hai ascoltato la stessa storia e non l’hai ancora capita?
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