#056 - Increduli - Matteo 13:53-58

Gesù ritorna alla sua città, Nazaret, e inizia a insegnare nella sinagoga, il luogo in cui i giudei si riuniscono per leggere le Scritture. Le persone sono impressionate, ma non certo in modo positivo. Invece di riconoscere chi lui sia veramente, ne dubitano.

“Non è questi il figliuol del falegname? Sua madre non si chiama ella Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Donde dunque vengono a lui tutte queste cose?...Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui.” (Matteo 13:55-56; Giovanni 7:5). L’essere respinto stava diventando un’abitudine per Gesù.

Certamente la loro reazione sarebbe stata diversa se lui fosse stato il figlio di un senatore, o se sua madre fosse stata una nobile di sangue azzurro, o se i suoi fratelli e le sue sorelle fossero già apparsi sulla copertina di qualche famosa rivista. Oppure se lui stesso potesse presentargli un invidiabile curriculum accademico. Invece no, qui c’è solo un uomo comune di una famiglia comune. E se anche la sua famiglia stessa non gli credeva, perché i suoi conterranei avrebbero dovuto credergli?

Così, troviamo qui i seguenti elementi: la gelosia e l’invidia. I farisei lo avevano già respinto prima per questi stessi motivi. Non sorprende, poi, che i suoi conterranei si sentano in inferiorità davanti a qualcuno che riceve acclamazioni popolari in altre città. La seguente favola del serpente e della lucciola ci aiuterà a capirli.

Dopo aver realizzato che stava quasi per essere ingoiata dal serpente, la lucciola si lamenta: “Caro serpente, perché hai intenzione di inghiottirmi se non sono nemmeno commestibile?” E il serpente le risponde: “Perché brilli”.

Questo è il caso qui. Di fronte allo splendore di Gesù, alla sua sapienza e ai miracoli che fa, le persone sono costrette a decidersi e ad assumere una posizione: o lui è il Messia promesso, oppure no. Inoltre, la vera luce era venuta al mondo, e tutti noi sappiamo che ogni volta che si accende una luce, la sporcizia è più evidente. A meno che tu non abbia già creduto in Gesù, e ora lo consideri come essendo il tuo Signore, sarai ugualmente a disagio con la sola citazione del suo nome.

Coloro che hanno vissuto con lui per così tanti anni, decidono di ignorare tutte le evidenze e di considerarlo solo un eccentrico. A Nazaret, Gesù non compie molti miracoli a causa della loro incredulità, e afferma che “un profeta non è sprezzato che nella sua patria e in casa sua” (Matteo 13:57). La sua famiglia dice che lui “è fuori di sé” (Marco 3:21), i suoi amici e i suoi vicini decidono di ignorarlo, e il clero lo odia. E tu, cosa intendi fare con Gesù?

Il governatore romano Ponzio Pilato si è trovato a disagio quando ha dovuto prendere una decisione. Ha chiesto alla folla cosa mai avrebbe dovuto fare con Gesù, giacché non aveva visto in lui nessun male. Allora il popolo ha pronunciato la sua sentenza: “Sia crocifisso!” (Matteo 27:22). E Pilato ha accolto ciò che chiedevano. E tu, a chi dai retta? Alla famiglia, agli amici, ai sondaggi? O sarà che la semplice menzione del nome di Gesù ti dia fastidio? Se è così, non sei mica l’unico. Anche Erode avvertirà questa sensazione nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#055 - Cose nuove e cose vecchie - Matteo 13:51-52

Alla fine della sua serie di parabole, Gesù mostra ai suoi discepoli che gli sta portando cose totalmente nuove. Sono delle cose che nessun giudeo potrà capire se non considererà l’Antico Testamento come essendo “cose vecchie”, e se non si lascerà istruire sulle cose nuove che Gesù presenta. Alcune sono così bizzarre per i giudei che sono da loro considerate blasfeme.

Ad esempio, nell’epistola agli Ebrei 10:19 leggiamo che il cristiano ha l’audacia o la “libertà d’entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù”. Il santuario, o Santo dei Santi, era il luogo più interno del tempio, dove solo il sommo sacerdote poteva entrare una volta l’anno, portando un bacino con il sangue di un animale sacrificato. Così, per un giudeo è un assurdo che qualcuno affermi di poter entrare nel Santo dei Santi non essendo un sacerdote.

Ed è impossibile capirlo se conosci soltanto le cose vecchie dell’Antico Testamento, e non le cose nuove, svelate con l’avvento, con la morte e con la risurrezione di Gesù. Non c’è modo di capire l’Antico Testamento senza il Nuovo Testamento.

Quando, per esempio, l’Antico Testamento ci parla del tempio, si riferisce a un edificio in pietra costruito a Gerusalemme. Quando Gesù ha detto che il tempio sarebbe distrutto, alludeva al suo corpo fisico. E quando gli apostoli parlano del tempio nelle loro epistole, si riferiscono al corpo di Cristo, cioè la chiesa, o anche al corpo fisico di ogni singolo cristiano.

Se il Santo dei Santi rappresentava la presenza di Dio all’interno dell’antico tempio, adesso, come leggiamo nell’epistola agli Ebrei 9:24, il santuario è il luogo stesso della presenza di Dio in cielo. L’Antico Testamento è un libro di ombre e di figure che ci indicano Gesù e le cose che trovi nel Nuovo Testamento.

Quando Giovanni Battista, rispetto a Gesù, ha dichiarato: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” (Giovanni 1:29), stava rivelando la realtà di ciò che i giudei, nell'Antico Testamento, conoscevano solo come figure, quando animali innocenti erano sacrificati come essendo i sostituti delle persone che avevano peccato. Adesso l’Agnello definitivo era arrivato.

Compiti da fare a casa: prova a leggere l’Antico Testamento cercando di scoprire Gesù in figura sulle sue pagine. Dopo aver letto un brano, chiediti: dov’è Gesù? Vuoi un esempio? Nel libro della Genesi, Dio ha fatto cadere su Adamo un sonno profondo, poi il suo costato è stato aperto e una delle sue costole è stata sottratta per creare Eva. Allo stesso modo, su Gesù è caduto il sonno della morte e il suo costato è stato aperto dalla lancia del soldato per consentire la formazione della chiesa, chiamata anche la sposa di Cristo.

Sicuramente avrai bisogno di uno sguardo di fede per vedere queste cose, o finirai come le persone nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#054 - Pesci - Matteo 13:47-50

E qui arriviamo all’ultima parabola del capitolo 13 di Matteo. Una rete viene gettata in mare e cattura ogni sorta di pesce. I pescatori, identificati come essendo gli angeli, separano i pesci buoni da quelli cattivi, prima di buttare questi ultimi nella fornace.

Quando qua ci è detto che ci sono pesci buoni e cattivi, non c’è niente a che vedere con qualcosa che abbiano fatto i pesci, con le loro buone o cattive azioni. Per caso hai già conosciuto qualche pesce cattivo, nel senso d’essere malvagio, oppure qualche pesce buono, nel senso d’essere onesto? I pesci sono quello che sono.

Non sono le persone buone che vanno in cielo, ma i peccatori perdonati e purificati grazie al sacrificio di Cristo sulla croce. Dio ci trasforma da peccatori a salvati, come se trasformasse i pesci da cattivi a buoni, dando loro una nuova natura. Sarebbe come se tu, prima di credere in Gesù, fossi stato una sardina marcia e puzzolente, e ora, poiché salvato da Dio, sei diventato un salmone vivo e vibrante. Questa è l’idea.

Questa parabola ci mostra ancora che nel regno dei cieli ci sono persone false e vere che convivono a fianco a fianco. Così, non fidarti di tutto ciò che porta il nome di cristiano, o di evangelico, o di cattolico, o di biblico, ecc. I prodotti piratati possono essere identici all’originale.

C’è, però, un punto positivo in tutto questo. Non ci sono in giro molti falsi buddisti, falsi musulmani o falsi induisti, ma di falsi cristiani ce n’è un gran numero. E questo perché? Il grande falsario, il diavolo, non perde il suo tempo a falsificare ciò che esalta già, per natura, l’uomo e i suoi sforzi.

Lasciatemi spiegare. Tutte le religioni sono uguali in questo senso: danno all’uomo stesso e ai suoi sforzi il merito della sua salvezza. Il vangelo, invece, ci dice che tutto viene da Dio, che sei salvato per grazia e non attraverso le tue buone azioni, o la tua condotta, ecc.

Ora mi dirai che è una posizione esclusivista e politicamente scorretta l’affermare che il cristianesimo sia l’unica vera fede. Sì, lo so. Non c’è modo di evitarlo. Non importa quale religione tu professi, o anche se non ne professi nessuna, oppure se pensi che siano tutte buone, in ogni caso, quando si adotta una qualsiasi posizione, si escludono le altre. Così come due corpi non possono occupare il medesimo spazio, qualsiasi posizione sarà considerata escludente.

Vedi, indignandoti contro la mia posizione mi escludi. Anche chi crede che tutte le religioni siano giuste, adotta una posizione che esclude quelli che la pensano diversamente. E, peggio ancora, se qualcuno crede che tutte le religioni siano vere, di conseguenza si autonomina un esperto in tutte le religioni, cosa che nessun esclusivista oserebbe fare, essendo questo un atteggiamento per niente umile.

La questione è semplice: se Gesù ha detto “Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6), o lui è l’unica via, che escluderebbe tutte le altre vie, o ha mentito. Ci vediamo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#053 - La perla - Matteo 13:45-46

Anche questa parabola della perla di gran prezzo è molto breve, come quella del tesoro nascosto, ma ugualmente significativa. Qui si tratta di un mercante che trova una perla costosissima e decide di vendere tutto quello che ha per comprarsela. C’è bisogno di dire chi sia questo mercante?

Ancora una volta incontrerai delle persone che invertono l’interpretazione e applicano la figura del mercante al peccatore che trova la buona novella del vangelo, rinunciando a tutto per stare con Gesù. Bene, supponiamo che sia così mentre analizziamo, in seguito, l’incontro che alcune persone hanno avuto con Gesù nei vangeli stessi.

Per esempio, c’era un uomo, cieco dalla nascita, che aveva rinunciato alla sua cecità, un lebbroso che aveva rinunciato alla sua lebbra, e persino un ladro condannato che aveva rinunciato ai chiodi che lo inchiodavano su una croce. Così, non mi sembra che l’essere cieco, lebbroso o condannato a morte sia esattamente ciò che consideriamo un mercante di successo, vero?

Ora immagina qualcuno che non ha considerato che il fatto d’essere lui stesso Dio fosse un impedimento per svuotarsi, per diventare un servo, e di avere la somiglianza degli uomini, le sue creature. Immagina Dio che, scendendo alla condizione umana, si è umiliato al punto d’essere sottomesso alla morte, e morte sulla croce! Te lo puoi immaginare? Bene, hai appena capito chi sia questo mercante che ha rinunciato a tutto per tenersi la perla di grande valore.

Adesso occupiamoci della perla. Innanzitutto, essa non fa nulla da se stessa. Solo il fatto che lei esista è sufficiente per farla oggetto del desiderio di quest’uomo. Dopotutto, la parabola ci dice che lui cerca delle belle perle, e non ci sarebbe speranza per noi se non fosse stata una sua iniziativa, perché il contrario non succede mai. In Romani 3:11 leggiamo che “non v’è alcuno che ricerchi Dio”.

Così come una perla è il risultato della ferita causata da un granello di sabbia che penetra l’ostrica, la chiesa, cioè tutti quelli salvati da Cristo, è una conseguenza della sua morte sulla croce, del suo costato ferito dalla lancia del soldato romano, del suo sangue versato per purificarci dai nostri peccati.

La perla è stata raccolta dalle profondità oscure del mare. La chiesa, ossia le persone salvate da Cristo come già chiarito prima, è stata presa dal più profondo abisso del peccato e della morte per essere chiamata pura e preziosa da Dio. Quanto una perla è perfetta, così Dio considera l’insieme di tutti coloro che sono stati salvati da Gesù.

Mentre, però, la perla è la manifestazione perfetta di ciò che ha valore per Dio, i pesci nella parabola successiva ci ricorderanno ancora la miscela che esiste nel carattere esteriore del regno dei cieli. In essa, tutto quello che è raccolto con le reti è pesce, ma non sempre del buon pesce, come vedremo nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#052 - Il tesoro - Matteo 13:44

Nella parabola precedente una donna introduce il lievito nell’impasto di farina. Sarà solo una coincidenza quando troviamo in Apocalisse, dal capitolo 17 in poi, la figura di una donna che corrompe e mercanteggia le anime? Credo proprio di no. L’apostolo Giovanni ci dice che se n’è meravigliato quando l’ha vista. Forse si aspettava di vedere la sposa, cioè la chiesa, come quella, appunto, che avrebbe visto un po’ più avanti, ma lì vedeva Babilonia, la meretrice.

In questa parabola il regno dei cieli è paragonato a un tesoro nascosto in un campo. Se prima abbiamo già imparato che il campo è una figura del mondo, chi potrebbe essere qui colui che vende tutto per conservare per sé il tesoro? È la stessa persona che, nelle prime due parabole, è uscito a seminare il seme nel campo: Gesù.

Ci sono persone, però, che interpretano questa parabola in altri modi. Alcune dicono che il tesoro è il vangelo, altre che il tesoro è Cristo, facendoci capire così che in entrambi i casi siamo noi che vendiamo tutto per tenerci questo tesoro. Ma tu credi davvero di possedere qualcosa da vendere o da dare per avere Gesù? E se non hai nulla, se sei un miserabile peccatore perduto, cosa mai venderai per poter godere di Gesù? In Isaia 55 Dio invita tutti quelli che non hanno soldi, e in Efesini 2 ci è detto che siamo salvati per grazia, mediante la fede, e non tramite qualcosa che provenga da noi.

Nella storia della mia salvezza, conosco solo una persona che ha rinunciato a tutto per salvarmi. Ne conosco solo uno di cui la Bibbia ci dice che “essendo ricco, s’è fatto povero” (II Corinzi 8:9). E ce n’è solo uno che è arrivato al punto di dare la sua vita per me; solo uno che, pagando con la propria vita, ha anche comprato l’intero campo, come ha fatto l’uomo di questa parabola. E il campo è il mondo.

Non ti viene la pelle d’oca solo a pensare che Gesù ti veda come un tesoro per cui varrebbe la pena di morire? Che cosa potrebbe mai aver visto in te per arrivare al punto di considerarti un tesoro?

Quando qualcuno ama una persona, non la ama per quello che lei possiede, ma per ciò che quella persona è. Io e te, nonostante siamo stati creati da Dio, siamo stati rovinati dal peccato, imprigionati da un tiranno e destinati alla morte. Gesù ha pensato che ne valesse la pena rinunciare a tutto per averci per sé. Solo lui poteva amarci così tanto.

In attesa dei prossimi 3 minuti, che ne dici di aprire la Bibbia nel libro Cantico dei Cantici per conoscere un po’ di più su questo amore? Dopo torna qui, alla parabola dei prossimi 3 minuti: la perla di gran prezzo.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#051 - Il lievito - Matteo 13:33

Dopo averci segnalato che la crescita della cristianità ha accolto nei suoi rami gli stessi uccelli che hanno portato via il vero seme seminato dal seminatore, anche la parabola successiva ci parlerà di crescita, ma più precisamente dell’origine di questa crescita.

Prima di credere a ciò che dicono alcuni teologi, cioè che il lievito in questa parabola è il vangelo, il quale fa crescere il cristianesimo nel mondo, fa’ una ricerca della parola “lievito” in una Bibbia elettronica e vedrai che essa apparirà sempre rappresentando qualche cattiva dottrina o qualche cattiva condotta. Il lievito non è mai qualcosa di positivo.

Nella parabola del granello di senape, il regno dei cieli è grande e influenzato dagli uccelli che provengono dall’esterno. In questa parabola, l’impasto di farina è corrotto dal lievito, che proviene dall’interno. Nel capitolo 20 degli Atti degli Apostoli, l’apostolo Paulo avverte così i cristiani di Efeso: “Entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge” (Atti 20:29). Questo è l’attacco dall’esterno. E continua: “E di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé” (Atti 20:30). Questa è la corruzione che proviene dall’interno.

L’impasto di farina è la materia prima per fare il pane, che è un alimento ed anche una figura della Parola di Dio. Alcuni parlano di ciò che è in accordo con la Parola di Dio. Altri parlano di qualsiasi altra cosa purché faccia crescere l’impasto, mirando solo ad aumentare il numero di seguaci, di elettori o di un pubblico pagante; e ciò è solo lievito.

Oggi viviamo in un misto di cose vere e false, per questo dobbiamo stare molto attenti. Tra i quattro tipi di suolo che hanno ricevuto il buon seme, soltanto uno era fertile. Quale suolo sei tu?

Nel campo coltivato, solo una parte era costituita da vero grano, il resto erano zizzanie, erbacce piantate dal diavolo. I veri e i falsi cristiani cresceranno insieme fino a quando alcuni saranno raccolti in fasci, e gli altri verranno inceneriti. Quale tipo di pianta sei tu?

Il grande albero che è cresciuto da un piccolo granello ospita tra i suoi rami gli stessi uccelli maligni che portano via il seme. Il lievito del male contamina l’impasto di farina dall’interno verso l’esterno, dandogli una crescita artificiale. E tu, sei uno di quelli che seguono la folla e l’opinione pubblica?

Sul mercato trovi più prodotti falsi che veri. Prima di acquistare qualcosa è necessario verificarne l’origine e la qualità. Perciò, controlla bene se il cristianesimo che ti offrono non sia pirata; devi vedere se la sua crescita non è solo il risultato di un batterio o di un fungo, come succede con le bolle di gas che fanno crescere l’impasto.

Mentre ci pensi, passiamo alla prossima parabola, quella del tesoro nascosto, nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#050 - Il granello di senape - Matteo 13:31-32

Nelle altre due parabole precedenti abbiamo visto chiaramente che il seminatore è Gesù e che il suo campo è il mondo. Il significato del seme, però, variava: nella prima parabola il seme era la Parola di Dio, nella seconda i semi erano le persone. E ora troviamo un granello di senape, essendo qui l’enfasi posta sulla grande pianta prodotta.

Il regno dei cieli iniziò così piccolo come il minore di tutti i semi. Chi avrebbe mai pensato che le credenze di un pugno di giovani di classe media, guidati da un falegname, sarebbero state adottate da più di un terzo della popolazione della Terra? Oggi più di due miliardi di persone si definiscono cristiani.

Quel minuscolo seme è diventato un albero abbastanza grande da permettere agli uccelli di poter venire a viverci. Adesso sai già chi è il seminatore, che cosa sono il campo, il seme e l’albero. E gli uccelli? Quando vorrai conoscere il significato di qualcosa nella Bibbia, dovrai chiederlo alla Bibbia stessa. Ad esempio, nel primo libro della Bibbia, Genesi, troverai un serpente nel giardino dell’Eden illudendo Adamo ed Eva. Nell’ultimo libro, Apocalisse, leggerai sul “dragone, il serpente antico, che è il Diavolo e Satana” (Apocalisse 20:2). Questo rende più facile sapere chi è chi.

Gli uccelli nidificano nel grande albero della cristianità, il quale è cominciato a crescere da un piccolo granello. Nella prima parabola gli uccelli hanno portato via i semi che erano caduti lungo la strada. Allora, Gesù ha spiegato che era il Maligno quello che sottraeva dal cuore i semi lungo la strada. E quando ci parla di Babilonia, un’allegoria usata per la sposa infedele di Cristo, il libro di Apocalisse ci dice che “è divenuta albergo di demoni e ricetto d’ogni spirito immondo e ricetto d’ogni uccello immondo e abominevole” (Apocalisse 18:2).

Così, collegando tutto ciò, vediamo che il regno dei cieli è cominciato quando la Parola di Dio è stata lanciata nei cuori, però non tutti erano fertili affinché lei germogliasse. I frutti genuini del lavoro del seminatore sono stati piantati in questo mondo, ma il concorrente, cioè il diavolo, ha seminato una dannosa imitazione del vero grano, la quale rimarrà fino a quando il vero grano non sarà raccolto in fasci. Le zizzanie saranno bruciate.

Nel frattempo, l’insieme dei falsi e dei veri crescerà come un grande albero, che ospiterà anche Satana e i suoi agenti. Dunque, non hai neanche bisogno di andare a cercare le religioni pagane per trovare il diavolo. Se darai una buona occhiata alla cristianità professa, lo incontrerai comodamente nidificato tra i suoi rami.

Ciò che sorprende del granello di senape è la crescita dell’albero. E nella prossima parabola Gesù ci parlerà di qualcos’altro che serve a far crescere: il lievito. Nei prossimi 3 minuti vedremo cosa ha fatto il lievito in duemila anni.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#049 - Il grano e le zizzanie - Matteo 13:24-30; 37-43

Lo stesso seminatore - Gesù - semina di nuovo. Nell’altra parabola il tipo di seme è uno solo, la Parola di Dio, ma i suoli sono diversi e danno risultati sia falsi, sia veri. Ora il seminatore semina un tipo di seme che scopriamo si tratti di grano, e il nemico, invece, pianta un’erbaccia molto simile al grano. Stiamo qui parlando di chi è vero e di chi è falso nella sfera del regno dei cieli.

Il regno dei cieli non è il paradiso e nemmeno la chiesa, ma la sfera di quelli che professano di credere in Gesù, siano loro genuini o no. La chiesa ancora non esisteva quando Gesù ha raccontato questa parabola, e sarebbe stata formata soltanto dopo la sua morte e la sua risurrezione. Potresti leggere il capitolo 2 degli Atti degli Apostoli per capirci meglio.

Nel campo, che è il mondo, ce ne sono di falsi e di veri, ma nella chiesa, che è il corpo di Cristo, ossia l’insieme di tutti quelli che sono stati salvati da lui, sono tutti genuini. Quando dico “chiesa”, non mi riferisco alle organizzazioni o alle denominazioni che gli uomini chiamano “chiese”. In esse sono le persone stesse che ne diventano membri. Nel corpo di Cristo è Gesù stesso che ne aggiunge i membri.

Se hai imparato la teoria degli insiemi, capirai che la chiesa è un sottoinsieme di un insieme più grande chiamato cristianità, cioè la sfera dei cristiani professi, che siano zizzanie o che siano grano.

In questa parabola il seminatore semina il buon seme nel mondo. Il nemico viene e semina le zizzanie, le erbacce, ossia coloro che professano di essere servi nel regno dei cieli ma solo a parole. Il nemico è, ovviamente, il diavolo, e dissemina falsi cristiani in tutto il mondo nel tentativo di corrompere quelli veri.

Non c’è modo di strappare le zizzanie. I veri cristiani continueranno sparsi per il mondo, mescolati a quelli falsi, fino al momento in cui Dio provvederà a questo raccolto selettivo. Ciò non è un compito svolto dagli uomini.

Quando usiamo le parole, per esempio, seminatore, zizzanie o grano, in una società prevalentemente urbana come la nostra, sembra non avere molto senso. Si capirebbe meglio, però, la gravità di tutto ciò, se la stessa storia fosse raccontata di nuovo in questo modo: “C’era una volta un produttore che ha lanciato un prodotto di griffe. Poi, è venuto un suo concorrente che ha riempito il mercato di una copia pirata e a basso prezzo.”.

Ora potrai capire che il falso danneggia, ma è così simile al vero che sarebbe impossibile farlo uscire dal mercato senza rischiare di distruggere il vero. Allora, sarà meglio lasciare al produttore la decisione di quando e di come raccogliere i prodotti piratati per incenerirli.

Nel frattempo, parleremo di un altro seme, nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#048 - Il seminatore - Matteo 13:18-23

La prima parabola del capitolo 13 del Vangelo di Matteo ci parla del seminatore, il quale è Gesù, del seme che è la sua Parola, e dei diversi tipi di suolo, ossia, delle diverse persone che vi entrano in contatto. Quale tipo di suolo, fra questi, sei tu?

La prima parte dei semi cade lungo la strada, su un terreno continuamente calpestato dalle persone. Se ti consideri un comune cittadino, influenzato dalle statistiche e guidato dall’opinione pubblica, questo tipo di terreno sei tu. È il suolo umanistico, che adora l’uomo e non il suo Creatore. La Parola di Dio non trova posto in questo tipo di terreno e subito i semi vengono portati via dagli uccelli, che qui rappresentano Satana.

Un’altra parte dei semi cade nei luoghi rocciosi, con abbastanza terra da farli germogliare, ma non sufficientemente profonda da farli creare radici. E ben presto tutto è bruciato dal sole. Questo suolo ci descrive il tipo di persona che riceve la Parola con euforia, ma senza la convinzione di essere un peccatore, come se fosse una delle tante tecniche di autoaiuto che esistono. Qualsiasi avversità o persecuzione porrà fine a questa festa. Gesù non ci ha mai promesso una vita facile, e basta guardare quella che lui e i suoi discepoli avevano per capire che il cristianesimo non significa, appunto, essere guarito da tutte le malattie, guidare un’auto potente o essere il candidato più votato alle prossime elezioni.

I semi che cadono tra le spine non possono crescere perché sono soffocati dalle preoccupazioni mondane e dall’inganno delle ricchezze. Se hai deciso di andare a Gesù per risolvere i tuoi problemi personali, o per salvarti da una bancarotta patrimoniale, oppure solo per comparire al prossimo elenco di miliardari, dubito veramente che, con così tante spine che ti afferreranno, sarai in grado di far progressi nelle cose di Dio.

Una parte dei semi, però, è caduta nella terra fertile, germoglia e cresce, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Nonostante i risultati siano diversi da persona a persona, Dio provvederà affinché tutti diano qualche frutto, anche il più sconosciuto dei suoi figli. Ricordati che per ogni cristiano famoso che abbia già causato un grande impatto in questo mondo, c’è un cristiano anonimo che vuole farti conoscere Gesù.

Tre sono le cose che impediscono al seme di fruttificare: il diavolo, che lo porta via lungo la strada; la nostra natura carnale, scoraggiata e indebolita dalle tribolazioni; e il mondo, con le sue attrattive che ci afferrano come fanno le spine. Quale tipo di suolo troverà in te il Vangelo?

Mentre ci pensi, ascolta la parabola delle zizzanie e del grano, nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#047 - Parabole - Matteo 13:1-17

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto un cambiamento radicale nel ministero di Gesù. Quando è respinto dai giudei, lui stabilisce le nuove basi del suo rapporto con le persone. I legami naturali non sarebbero più presi in considerazione, come quelli che aveva con sua madre e con i suoi fratelli, o come i legami con il suo popolo, Israele. Ora ciò che conta sono i legami di obbedienza di quelli che diventano discepoli di Gesù.

Gesù esce di casa — e il significato è proprio questo — per parlare, in generale, alla folla, ma in modo particolare ai discepoli. Ecco perché lui parla in parabole. Le parabole sono storie che hanno un insegnamento in più. Gesù insegna che tutto ciò che lui dirà tramite le parabole sarà compreso completamente dai suoi discepoli, però solo parzialmente dalla folla.

La folla rappresenta chi va dietro a Gesù per curiosità o in cerca di guarigione, di sostentamento e di beni materiali, e che ascolta le parole di Gesù senza capire quello che lui dice. Invece con i discepoli ha un incontro privato, separato dalla folla, per spiegargli la sua volontà.

Ciò che la folla può capire di Gesù è superficiale. Di solito è quello che trovi nelle riviste, nei film di Hollywood o negli scrittori e nei predicatori che parlano solo di cose che alla gente piace ascoltare. Quello su cui veramente Gesù vuole parlare, cioè, sui misteri del regno dei cieli, lo scoprirai soltanto quando avrai un incontro personale con lui.

Chiunque abbia avuto questo incontro riceverà molto di più. E chi non l’ha ancora avuto, anche la conoscenza superficiale che possiede gli sarà tolta. La cosa peggiore che potrebbe succedere a qualcuno sarebbe arrivare alla condizione di chi ascolta senza capire, e di chi vede senza rendersene conto.

La parabola del seminatore è la prima tra le sette, le quali ci danno un’idea del carattere del regno dei cieli. Il regno dei cieli non è la chiesa, ma la sfera in cui questo regno è riconosciuto, sia esternamente da chi gli è sottomesso solo a parole, sia da chi veramente si converte a Gesù e lo riconosce come il suo Signore.

Il regno previsto nell’Antico Testamento e annunciato da Giovanni Battista entra adesso in una fase più effettiva. Dopo esser stato respinto, morto e resuscitato, oggi il Re è assente, e qui si trovano soltanto due classi di persone che vivono nella sfera dell’influenza di questo regno: quelli che solo professano di essere cristiani, e quelli che si sono veramente convertiti a Cristo. In quale classe sei tu?

Mentre ti decidi, vediamo cosa succederà ai semi che il seminatore è uscito a seminare. Nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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