#005 Le risposte - Matteo 4:1-11



Prima d’iniziare il suo ministero Gesù dovrà subire una prova, ed è lo Spirito Santo colui che lo porta al deserto per essere messo alla prova. Mentre Dio lo prova, Satana lo tenta.

Sebbene sia impossibile che lui fallisca, è importante che Gesù sia al di sopra di ogni sospetto, e che provi di essere moralmente atto alla sua missione. Il primo Adamo, l’uomo naturale, l’uomo della terra, non ha superato la prova. Gesù è l’ultimo Adamo, l’uomo del cielo, il precursore di un nuovo lignaggio spirituale. L’avrebbe superata questa prova?

Il primo Adamo non ha saputo resistere al frutto proibito, non dovendo neppure digiunare per 40 giorni, come invece ha fatto Gesù. Il frutto era necessario per nutrire il corpo. Gesù qui non è di fronte a un frutto, ma dinanzi a una sfida del Diavolo: “Se tu sei Figliuol di Dio, di’ che queste pietre divengan pani.” (Matteo 4:3).

La risposta di Gesù viene dalla Parola di Dio: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio.” (Matteo 4:4).

Allora il Diavolo lo conduce a Gerusalemme e lo colloca sul pinnacolo del tempio: “Se tu sei Figliuol di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordine ai suoi angeli intorno a te, ed essi ti porteranno sulle loro mani, che talora tu non urti col piede contro una pietra.” (Matteo 4:6).

E qua il Diavolo usa la Parola di Dio stessa, ossia il Salmo 91:11-12. Per Gesù questa potrebbe essere l’opportunità di dare un salto spettacolare e allo stesso tempo dimostrare che gli angeli erano a sua disposizione. Almeno circa 60.000 angeli o dodici legioni volerebbero immediatamente per sorreggerlo. Lui però non l’avrebbe fatto.

La prima tentazione puntava a soddisfare il corpo, pari al frutto offerto ad Adamo. Adesso il Diavolo cerca di suscitare in Gesù un sentimento di superbia. Il frutto dell’Eden era desiderabile perché Adamo acquistasse saggezza (Genesi 3:6), servendo a far nascere il sentimento che, in un’altra parte della Bibbia, è chiamato “orgoglio” o “superbia della vita” (I Giovanni 2:16).

Ancora una volta la risposta di Gesù viene dalla Parola di Dio: “Non tentare il Signore Dio tuo.” (Matteo 4:7). Nonostante fosse Dio, nella sua condizione umana Gesù ha dovuto imparare l’ubbidienza, come un figlio. Sì, ha superato anche questa seconda prova.

Sappiamo che il frutto dell’Eden era bello da vedere, piacevole agli occhi (Genesi 3:6). In questa nuova versione della tentazione, Satana lo conduce a un altissimo monte per mostrargli tutti i regni del mondo e la loro gloria. Erano nelle mani del Diavolo, l’usurpatore. Gesù potrebbe averli tutti, a patto che adorasse Satana. E per la terza volta la sua risposta viene dalla Parola di Dio: “Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto.” (Matteo 4:10).

Tutte le risposte di Gesù provengono dalla Parola di Dio. E per te? Da dove provengono le tue risposte?

Nei prossimi 3 minuti saprai perché la fede di un cristiano non è in una religione.



Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#004 Ben accompagnato - Matteo 3:13-17


Gesù cammina moltissimi chilometri, dalla Galilea al fiume Giordano, soltanto per essere battezzato da Giovanni Battista. Sicuramente considera il battesimo come qualcosa di molto importante.

Adesso però Giovanni ha un problema. Fino a quel momento aveva detto alle persone di pentirsi dei propri peccati, e che fossero battezzate. Ma ora, cosa avrebbe dovuto fare con Gesù? Come potrebbe Giovanni, un peccatore, battezzare il Figlio di Dio senza peccato? Di che cosa dovrebbe pentirsi Gesù?

Assolutamente di niente. Gesù non aveva nulla di cui pentirsi, tuttavia è disposto ad andare di pari passo con quelli che hanno molto di cui pentirsi. Non ti sei mai trovato in qualche brutta situazione nella tua vita ed è venuto qualcuno disposto a restare vicino a te, a stare dalla tua parte? Quindi sai bene di che cosa sto parlando.

Gesù è pronto, insieme al peccatore, a passare per il battesimo che simboleggia la morte. Tre anni dopo avrebbe affrontato da solo il profondo mare del giudizio di Dio e le sue onde di terrore, morendo su una croce. Lui però non sarebbe rimasto nella tomba. Dio lo risuscita, affinché tu non debba subire il giudizio. E questo succede se ci crederai.

Quando Gesù gli spiega che così dovrebbe essere, poiché conveniva loro adempiere ogni giustizia, Giovanni accetta di battezzarlo.

Ed ecco dove riscontriamo una delle scene più sublimi dell’intera Bibbia. Uscendo dall’acqua, i cieli si aprono, lo Spirito Santo di Dio scende come una colomba e viene su Gesù. Allora la voce del Padre risuona nei cieli: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto.” (Matteo 3:17).

È qui che gli scettici entrano in lunghe discussioni per cercare di negare un unico Dio in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Sostengono che questa Trinità non ha senso. Certo che no! Se l’essenza di Dio, cioè la natura stessa del Dio infinito, avesse un senso per la nostra finita mente umana, non sarebbe Dio.

La voce è quella di Dio Padre; la colomba è la forma adottata in quel momento da Dio, lo Spirito Santo; e Dio, il Figlio, è lì, essendo battezzato. Ora capisci perché là nel libro della Genesi incontriamo Dio che dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”? (Genesi 1:26). Ecco perché.

Ma qua la questione più importante è questa: Dio potrebbe dire che si compiace in te o in me? Lui si è compiaciuto nel suo Figlio, Gesù, l’unico Uomo perfetto che ha camminato in questo mondo. Invece a te e a me, cosa ci tocca?

Già, dobbiamo essere in Gesù se vogliamo piacere a Dio. Ci sono luoghi in cui non entri se non sei in compagnia della persona giusta. Il cielo è così.

Nei prossimi 3 minuti saprai dove trovare le risposte giuste.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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