#161 - Due risurrezioni - Giovanni 5:27-29

Molte persone rifiutano l’idea di un giudizio finale. Questo è davvero molto strano giacché tutti noi passiamo la nostra vita a giudicare gli altri. Giudichiamo i criminali, giudichiamo il governo, giudichiamo i parenti, gli amici... la lista è interminabile. Tutti siamo giudici, come per natura, però non vogliamo ammettere che Dio possa giudicarci, come se non ne avesse il diritto o la capacità di farlo. Vedi, giudichiamo persino il Creatore stesso!


Gesù è chiamato Figlio di Dio perché è uguale a Dio, e Figlio dell’Uomo perché è uguale agli uomini, tuttavia senza peccato. Lui è allo stesso tempo Dio e Uomo. E sebbene conosciamo la nostra natura, tu ed io siamo soltanto umani, non siamo onniscienti fino al punto di poter conoscere i pensieri e i motivi delle persone, riuscendo conseguentemente a giudicare in modo perfetto. Poiché è Dio e Uomo, Gesù è atto a giudicare gli esseri umani, ed è quello che farà quando tornerà.


Allora “tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce”, di Gesù, “e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.” (Giovanni 5:28). Questo passaggio sembra indicare che la salvezza sia ricevuta come una ricompensa per aver fatto del bene. Se così fosse, sarebbe in contrasto con l’affermazione fatta in precedenza da Gesù, quando ci ha detto che “chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5:24). Colui che crede, scampa dal giudizio finale.


Quindi, dopo aver considerato che siamo salvati solo per fede, e non per il bene che facciamo, possiamo capire che quelli che hanno fatto il bene, nel versetto 28 sopraccitato, sono coloro che sono stati salvati per la fede in Gesù e hanno poi cominciato a praticare il bene come conseguenza di questa loro salvezza. Una volta salvati, sono diventati strumenti di Dio. Non sono stati salvati a causa del bene che hanno fatto, ma hanno fatto il bene a causa della salvezza che hanno ricevuto. Ecco perché ci sono due risurrezioni: una “di vita” e un’altra “di condanna”.


Quelli che non accettano il perdono offertoci da Dio gratuitamente, saranno giudicati e condannati, poiché il male che hanno realizzato li condanna. Beh, prima che tu mi dica che fai solo del bene, ricordati che Gesù giudicherà anche i tuoi pensieri. E se ancora credi che non potrebbe giudicarti in base al suo standard morale, nel caso tu non lo accettassi, la tua situazione continuerà pessima, perché sarai anche giudicato dal tuo stesso giudizio sugli altri. Per caso ti sei sempre comportato nello stesso modo in cui hai richiesto agli altri di comportarsi?


Se consideri ingiusto che Gesù giudichi e condanni i peccatori, ricordati che ti offre una via d’uscita, una salvezza che non dipende dal tuo modo di agire, però unicamente dal credere. Incontrerai il Giudice Gesù soltanto se non avrai adesso un incontro con il Salvatore Gesù. Se quest’alternativa non ci fosse, potresti anche lamentarti, ma essa esiste.


Nei prossimi 3 minuti Gesù ci dirà che non può far nulla da se stesso. Come mai?


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#160 - La fontana della giovinezza - Giovanni 5:26

La leggenda ci racconta che nel XVI secolo il navigatore spagnolo Juan Ponce de León si è recato al Nuovo Mondo alla ricerca della fontana della giovinezza. Credeva che se avesse bevuto la sua acqua, avrebbe ottenuto l’immortalità. Se tu fossi Ponce de León, avresti voluto bere quell’acqua? Io no.


Nel giardino dell’Eden Adamo ed Eva hanno disubbidito a un ordine di Dio quando hanno mangiato del frutto “dell’albero della conoscenza del bene e del male” (Genesi 2:16-17; 3:1-7). Poiché hanno dubitato della bontà e della fedeltà di Dio, sono stati raggirati da Satana e si sono lasciati ingannare dai desideri della carne, degli occhi e della superbia. Hanno tralasciato la volontà di Dio per fare la loro volontà, e questo li ha resi peccatori, mortali e separati da Dio.


Dopo aver annunciato le conseguenze del peccato, le quali includevano non solo la morte ma anche tutte le difficoltà e le sofferenze dell’umanità, Dio gli ha promesso che invierebbe qualcuno per morire e per vincere Satana. Poi li ha vestiti con delle tuniche di pelle di un animale, cioè di un essere vivente innocente che è stato ucciso per coprire degli esseri umani colpevoli. Sì, era un preannuncio del giorno in cui un innocente sarebbe morto per salvare il peccatore.


Dio ha anche scacciato entrambi dal giardino dell’Eden, prima ancora che potessero mangiare del frutto di un altro albero, “l’albero della vita” (Genesi 3:22-24), affinché non dovessero vivere per sempre nella condizione di peccatori. E tu, vorresti vivere in eterno con lo stesso corpo e nello stesso mondo in cui vivi oggi? L’immortalità in un corpo soggetto al dolore, alle malattie e alle mutilazioni non è una benedizione, è una maledizione. Dio, per un atto di misericordia, non ha permesso ad Adamo ed Eva di rimanere nel giardino dell’Eden. Il loro ritorno al giardino sarebbe stato possibile soltanto se riuscissero a passare oltre “i cherubini che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante”, i quali Dio aveva messo a oriente del giardino “per custodire la via dell’albero della vita”. Tuttavia Adamo ed Eva certamente sarebbero morti se avessero voluto oltrepassare quella spada.


La buona notizia, però, è che Gesù è riuscito a oltrepassare la spada fiammeggiante del giudizio di Dio, è morto, è risuscitato e ora vuole darti la vita eterna. L’albero della vita nell’Eden era una figura di Cristo, l’unico che ha la vita in se stesso, un attributo divino. Il versetto 26 del capitolo 5 del Vangelo di Giovanni ci parla proprio di questo. Quando sei nato, hai ricevuto da Dio una vita con data di scadenza, perché sei un discendente di Adamo e un peccatore. Quando credi in Gesù, ricevi la vita eterna e il diritto a un corpo trasformato o risorto quando lui tornerà. Perciò, non morirai mai più!


Qual è il tipo di vita che ti piacerebbe avere? Una vita senza Dio, essendo legato a un corpo imperfetto e rovinato, o la vita eterna che è in Gesù, in un corpo risorto e perfetto come il suo? Ecco cosa l’apostolo Giovanni ci scrive nella sua prima lettera: “Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.” (I Giovanni 5:11-12). È così semplice! Se hai Gesù, hai la vita eterna. Se non hai Gesù, non hai la vita eterna. E se morirai? Ne parleremo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#159 - Dalla morte alla vita - Giovanni 5:25

Se Gesù ci dice che “chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24), ciò significa che questa persona deve essere già morta. E lo è, altrimenti non ci sarebbe nessuna logica il dover passare dalla morte alla vita. Sì, Gesù ci parla della morte spirituale.


Nel versetto 25 afferma che “l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno udita, vivranno.” Quindi questo tempo è adesso, e qua ci parla della condizione spirituale di ogni essere umano: “morti nei falli e nei peccati”, come Paolo ci spiega molto bene nel capitolo 2 della sua epistola agli Efesini.


Quando Dio ha comandato ad Adamo di non mangiare del frutto di un determinato albero nel giardino dell’Eden, la questione non riguardava il frutto oppure l’albero, ma piuttosto colui che gli aveva dato quell’ordine. La disubbidienza lo porterebbe alla morte, la quale è la separazione dalla vita e dalla sua fonte, che è Dio. E siccome Adamo ed Eva hanno mangiato del frutto, la morte è entrata nella creazione. Entrambi e tutti i loro discendenti sono morti.


In un primo senso, questa morte è stata la separazione da Dio, ed è avvenuta immediatamente dopo la loro disubbidienza. Poi sarebbe arrivata anche la morte fisica, un’altra separazione, questa volta dal corpo, con il suo conseguente degrado dovuto alla mancanza di vita. Così, tutti gli esseri umani nascono separati da Dio, in cui c’è la vita, e sono soggetti alla morte fisica.


Ti sei mai fermato a pensare che, per Adamo, non avrebbe nessun senso dirgli che sarebbe morto se mangiasse del frutto? La morte era sconosciuta nel giardino dell’Eden e Adamo non aveva mai visto una creatura morta. Perciò Dio non si aspettava che Adamo lo ubbidisse per paura della possibilità di morire. Dio si aspettava che Adamo lo ubbidisse per causa di quello che lui è: Dio.


Allo stesso modo, non è per via del terrore dell’inferno che devi credere in Gesù. E non è neanche a causa della prospettiva di essere benedetto e di andare a vivere in cielo che dovresti credere in lui. Ambedue i motivi sono egocentrici. Perché se crederai solo per sfuggire al dolore dell’inferno o per ottenere il piacere del cielo, starai comunque pensando a te stesso e perdendo di vista il fatto che dovresti credere in Gesù per quello che lui è: Dio.


Il poter scampare all’inferno e ottenere il cielo sono conseguenze della conversione, tuttavia non devono essere il suo motivo. La ragione della tua conversione, o almeno quello che ti dovrebbe spingere in questa direzione, deve essere Gesù stesso. Se il tuo motivo è evitare la sofferenza dell’inferno e ricevere beatitudini celesti, Gesù per te sarà solo il tuo mezzo, però non il tuo obiettivo e fine ultimo. In fondo, volendo soltanto sfuggire all’inferno e riuscire ad avere la vita eterna, non stai puntando a Gesù. Il problema è che non c’è vita al di fuori di Gesù, ed è proprio quello che vedremo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#158 - I verbi e i loro tempi - Giovanni 5:24

Sicuramente ti ricorderai delle lezioni d’italiano, quando hai avuto modo d’imparare a coniugare i verbi. Così, vediamo se saprai identificare i tempi verbali del versetto 24 del capitolo 5 del Vangelo di Giovanni: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5:24).


In questo passaggio ci sono sei verbi, tuttavia non tutte le persone fanno attenzione ai loro tempi. Innanzitutto, i verbi “ascoltare” e “crederesono al presente. Ciò significa che l’ascoltare la Parola di Dio e il credere sono cose che puoi e devi fare immediatamente. E non ci pensare nemmeno ad ascoltare oggi per crederci soltanto domani. Il momento è adesso! Però, a cosa dobbiamo credere?


Gesù ci dice che dobbiamo credere a colui che “l’ha mandato”, un verbo che è al passato perché ci parla della venuta di Cristo, circa duemila anni fa. Ciò include che tu creda in Dio, in Gesù mandato da Dio, e ovviamente nei due momenti principali del suo avvento: la sua morte e la sua risurrezione. Bene, ora non potrai affermare di non averlo mai sentito. E dimmi, potresti anche affermare di credere in Dio e in Gesù sulla croce sostituendoti nel giudizio di Dio e versando il suo sangue per purificarti di tutti i peccati che hai già commesso e che ancora commetterai?


Ma cosa mi dici mai? I peccati che dovrò ancora commettere? Perfino i peccati futuri? Ebbene sì, poiché se prenderai in considerazione che il sangue di Gesù è stato versato duemila anni fa, è chiaro che a quel tempo i tuoi peccati erano ancora futuri, giacché tu non esistevi nemmeno. Quindi, quando lui è morto per purificare i tuoi peccati, l’ha fatto per lavarli tutti, altrimenti chi avrebbe mai potuto purificare i tuoi peccati commessi dopo la tua conversione?


Se hai ascoltato la Parola di Dio e ci hai creduto, cosa ti aspetta adesso? Guarda il tempo del prossimo verbo: “ha la vita eterna”. È al presente. Se ci credi davvero, in questo esatto momento sei un felice proprietario della vita eterna. E avrebbe forse una data di scadenza la vita eterna? No, la vita eterna che ricevi nel momento in cui credi è tua per sempre.


Passiamo al verbo successivo: “non va incontro al giudizio”. L’hai sentito? Non va incontro al giudizio! Quando? Al presente pro futuro, quando Gesù giudicherà tutti gli esseri umani. E vuoi saperne di più? La traduzione letterale è “non parteciperà al giudizio”. E come potresti parteciparvi, se sei appena stato perdonato da tutti i tuoi peccati? Nessun giudice perderebbe il suo tempo cercando di giudicare qualcuno che è già stato perdonato dal suo crimine, avente anche il suo debito già pagato. Dio sarebbe ingiusto se condannasse qualcuno che ha già avuto tutti i suoi peccati perdonati da Gesù.


La conferma di tutto ciò la troviamo nel tempo dell’ultimo verbo: “è passato dalla morte alla vita”. La morte è rimasta alle nostre spalle, il giudizio ha cessato di esistere per quelli che credono veramente, e l’unica prospettiva futura è quella di vivere con Cristo in cielo. Ma... quando Gesù afferma che una persona passadalla morte alla vita”, vuol dire allora che prima era morta? Sì, come vedremo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#157 - Uguale a Dio - Giovanni 5:18-23

Affermando che Dio è suo Padre, Gesù mostra chiaramente ai giudei che lui è uguale a Dio. Le sue dichiarazioni però non si fermano qui. Continua dicendogli: “In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente. Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa (Giovanni 5:19-20).


Come Gesù avrebbe potuto vedere quello che il Padre stava facendo se non avesse avuto un accesso continuo e diretto alla sua presenza? Ciò che aveva appena detto ai giudei ci rivela che Gesù, anche se si trovava sulla terra, era a conoscenza di tutto quello che accadeva in cielo. E siccome non solo conosce tutte le cose che il Padre fa, ma può perfino compiere queste stesse cose pure lui, Gesù sta affermando di essere onnisciente e onnipotente, due caratteristiche esclusive di Dio.


Quei giudei l’avevano già visto fare dei miracoli, proprio come quando aveva guarito quell’uomo presso la vasca di Betesda, tuttavia Gesù promette che “gli mostrerà opere maggiori di queste” (Giovanni 5:20). Il Padre poteva risuscitare i morti? Anche Gesù può vivificare chi vuole. Dice di aver ricevuto dal Padre il compito di giudicare tutti gli uomini, essendo qualcosa che soltanto Dio potrebbe fare, perché è l’unico che conosce i pensieri e i motivi del cuore. Eppure, qua sono i giudei religiosi che pensano di avere il potere di giudicare il Giudice di tutte le cose!


Ora Gesù gli svela la ragione per cui il Padre gli ha dato il potere di giudicare ogni cosa, cioè “affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre” (Giovanni 5:23). L’idea di onorare qualcuno con lo stesso onore dovuto a Dio è assurda per i giudei, perché sarebbe come riconoscere la sua divinità. Gesù, però, continua dicendo che “chi non onora il Figlio, non onora il Padre che l’ha mandato” (Giovanni 5:23), trovandosi loro in una terribile impasse. Se lui è quello che dice di essere, allora i giudei dovrebbero prostrarsi ai suoi piedi e adorarlo.


E tu, dai a Gesù lo stesso onore dovuto al Dio Creatore? Sarà meglio abituarti all’idea che Gesù è Dio. Se affermi di amare e di onorare Dio, ma consideri Gesù un mero uomo o solo una specie di maestro illuminato, starai negando la sua divinità. Non esiste cristianesimo senza il riconoscimento di Gesù come Dio incarnato. Qualsiasi altra considerazione sarebbe come immedesimarsi nell’avvertimento datoci da Giovanni nella sua prima epistola: “Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio. E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’anticristo” (I Giovanni 4:2-3).


Il fatto di confessare che Gesù è venuto nella carne è molto diverso dal dichiarare che Gesù è nato. Perché il venire nella carne implica la sua preesistenza e la sua divinità come il Figlio eterno di Dio. Dimmi, ci credi tu?


Nei prossimi 3 minuti impareremo a coniugare questi sei verbi: ascoltare, credere, mandare, avere, andare e passare.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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