#268 - Per la gloria di Dio - Giovanni 17:1-5

Nel capitolo 7 del suo vangelo, Giovanni dice che “cercavano di prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta. (Giovanni 7:30). Poi, nel capitolo 8, scrive ancora che “nessuno lo arrestò, perché l'ora sua non era ancora venuta. (Giovanni 8:20). Adesso però, nel capitolo 17, Gesù dichiara: “Padre, l'ora è venuta (Giovanni 17:1). La sua morte non è stata un imprevisto: la sua vita non era in balia degli uomini. Dio aveva il controllo di tutto, tuttavia gli uomini sarebbero stati comunque ritenuti responsabili di consegnarlo a morte.


Prima Gesù chiede al Padre di glorificarlo. Sta parlando della propria risurrezione, che sarebbe stata, infatti, il riconoscimento da parte del Padre che il Figlio avesse pienamente compiuto la missione per la quale era stato designato. Nella prima lettera a Timoteo 3:16 troverai l’intero “script” di tale missione: “Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.. Risuscitando Gesù e ricevendolo in gloria, il Padre lo glorifica.


Anche Gesù, a sua volta, avrebbe glorificato il Padre. Ma come? Lui stesso ce lo svela qui nella sua preghiera al Padre: “Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni carne, affinché egli dia vita eterna a tutti coloro che tu gli hai dato. (Giovanni 17:2). Sì, Gesù glorifica il Padre salvando o peccatori. Dio è grandemente glorificato nel fatto che le sue creature cadute e perdute siano trasformate in adoratori che lo adoreranno “in spirito e verità” (Giovanni 4:23). Ed è per questa ragione che Dio ci ha creati.


Nota che è Gesù colui che dà la vita eterna, non essendo noi ad ottenerla con i nostri sforzi. Osserva inoltre che concede la vita a coloro che il Padre gli ha dato a tale scopo. E quando mai è successo? Quando Dio “in lui [in Gesù] ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell'amato suo Figlio, in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia (Efesini 1:4-7).


Eh già, scelti e predestinati prima della creazione del mondo, per essere adottati come figli, fatti santi e irreprensibili! E tutto ciò Dio, per noi, l’ha fatto gratuitamente, ma a un prezzo enorme pagato da Gesù sulla croce. Alla fine, è proprio questa grazia gloriosa che sarà degna di lode, e non le nostre misere realizzazioni umane. Ora ti rendi conto di quanto sia ingenua e meschina l’idea che potremmo essere salvati dalle nostre buone opere? Se così fosse, la gloria sarebbe nostra, non di Dio!


In più, il Signore ci rivela di quale vita eterna sta parlando: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo. (Giovanni 17:3). Considera che qua Gesù afferma chiaramente che è il Cristo, il Messia inviato a Israele. Quindi, i giudei non avrebbero mai potuto sostenere di non sapere con chi avessero a che fare. Nei prossimi 3 minuti Gesù ci spiega che non prega per il mondo, per il suo progresso o benessere.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#267 - Ce l’hai un avvocato? - Giovanni 17:1

Se hai già creduto in Gesù come tuo Salvatore, cioè se hai già ricevuto da Dio il perdono dei tuoi peccati, riconoscendo che Gesù ti ha sostituito nel giudizio, proprio adesso ci sono due in cielo che discorrono continuamente di te. Sì, sono instancabili nel compito di commentare con Dio tutto ciò che ti riguarda. Ed essi sono Gesù e Satana.


Se finora non ti sei convertito a Cristo, non devi preoccuparti di Satana, poiché lui non sprecherà fiato per sparlare di qualcuno che ha ancora tra le sue grinfie. Però in tale caso, in aggiunta, non avrai un avvocato, ossia Gesù, intercedendo per te presso il Padre. In cielo il Signore parla bene di coloro che ha salvato. Satana invece ne parla male.


In Apocalisse 12:10 Satana è chiamato “l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.”. Infatti, nei primi capitoli del libro di Giobbe, il diavolo appare in cielo accusandolo. Ed è stato anche nei luoghi celesti che il diavolo ha conteso e disputato con l’arcangelo Michele per scoprire dove Dio aveva nascosto il corpo di Mosè (Giuda 1:9). Forse Satana avrebbe voluto trasformare le ossa del patriarca d’Israele in oggetti d’idolatria, e pure la sua tomba in un luogo di pellegrinaggi. Di solito al diavolo piace intrattenere le persone religiose con qualsiasi cosa, tranne che con Gesù stesso.


Ma mentre Satana incolpa i salvati davanti a Dio, Gesù al contrario intercede per loro. La preghiera che fa nel capitolo 17 del Vangelo di Giovanni è un prototipo dell’intercessione che sta compiendo in questo esatto momento “alla destra di Dio” (1 Pietro 3:22). Potrai senz’altro notare che non proferisce nessuna parola contro i suoi discepoli. E oggi, in ugual modo, parla altrettanto bene di me al Padre, senza menzionare i miei errori e le mie cadute. Come succede in questo capitolo, in cielo Cristo non intercede affinché io riceva onori mondani o beni materiali, ma supplica che io sia tenuto separato dal mondo. La prosperità che vuole per me è quella spirituale, l’unica che dura un’eternità.


In questo passaggio del vangelo il Signore inizia la sua intercessione mentre è ancora nel mondo, indicando loro che era giunta la sua ora di morire, ma pensando immediatamente ai discepoli. Anche di fronte alla prospettiva di una morte orribile e del giudizio di Dio che cadrebbe su di sé, Gesù si occupa dei suoi. Questo è l’amore vero, che non cerca i propri interessi, però quelli della persona amata.


Così, prega il Padre di glorificarlo nella morte, che include l’essere risuscitato e seduto “alla destra del trono della Maestà nei cieli” (Ebrei 8:1). Nessuno potrebbe togliergli la vita; lui l’avrebbe data spontaneamente, e sebbene avesse il potere di riaverla, non lo avrebbe usato: avrebbe lasciato tutto alla discrezione del Padre. In Giovanni 10:18, riguardo alla sua vita, Gesù afferma: “Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di prenderla di nuovo; questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio.”.


Dopo aver pregato il Padre di glorificarlo, Gesù gli chiede di avere anche a lui l’opportunità di glorificare il Padre tramite la sua morte e risurrezione. E come sarebbe possibile farlo? Guarda nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

Popular Posts