#316 – Il vero Dio – Luca 1:35

Gabriele non lascia Maria in suspense. Insomma, lei davvero vuole sapere come potrebbe essere una vergine madre e, principalmente, la genitrice di qualcuno così straordinario. L’angelo le spiega l’inspiegabile: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà; pertanto, il santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio.” (Luca 1:35).

Provate a immaginare la scena: Maria, una giovane donna qualunque, vivendo a Nazaret, città di cui gli ebrei dicevano che da lì non potrebbe uscire nulla di buono (Giovanni 1:46), essendo fidanzata del giovane Giuseppe, il quale presto saprà che è incinta di un altro. E tutto questo risulterebbe strano anche senza l’informazione che un simile concepimento sarà verginale.

Tuttavia, il soggetto di Dio nella sua Parola non è Maria ma Gesù. Tutto, da Genesi ad Apocalisse, gira attorno a lui, e felici sono coloro che fanno da comparsa negli eventi aventi il Figlio di Dio in qualità di protagonista. Maria è una privilegiata, però non è per mezzo di lei e per lei che Dio ha creato ogni cosa. È stato invece per mezzo di Gesù e per Gesù.

“Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini” (Giovanni 1:3-4), scrive l’apostolo all’apertura del suo vangelo. Maria è citata per l’ultima volta al principio del libro degli Atti; infatti, dopo non viene più menzionata nelle epistole o nelle lettere degli apostoli.

Il concepimento verginale è una verità fondamentale del cristianesimo e qualsiasi persona o religione che non lo confessi non è da Dio. Si tratta di un avvenimento soprannaturale, esclusivo dello Spirito Santo. Un altro punto importante è che Gesù esisteva già anteriormente. Tale concepimento è soltanto l’inizio della sua storia umana. Giovanni, nel suo vangelo, ci spiega che Gesù “era nel principio con Dio” (Giovanni 1:2), ossia, nell’eternità, e nella sua prima epistola lo chiama “il vero Dio” (1 Giovanni 5:20). In Isaia 9:5, nello stesso versetto in cui si annuncia il suo arrivo come un bambino, viene chiamato “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.”.

Devi pure capire che Gesù era già Figlio di Dio ancor prima di venire al mondo in un corpo di carne, giacché è una delle tre Persone divine della Trinità, insieme al Padre e allo Spirito Santo. Era Figlio di Dio prima, lo è stato durante la sua vita qui e continua ad esserlo per sempre come Uomo risorto e glorificato. Quando è nato come un essere umano, ha assunto anche i titoli di Figlio dell’Uomo e Figlio di Davide, ascendenza garantita dalla sua stirpe umana.

Nei prossimi 3 minuti vedrai quale è stata la reazione di Maria a tutto ciò.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#315 – Un Dio vicino e accessibile – Luca 1:34; Genesi 18

Maria non si dispera, né dubita, quando sente dalla bocca dell’angelo il seguente messaggio: sarà lei la madre del Figlio di Dio, il futuro Re di un regno senza fine. Dio l’aveva scelta e preparata per tale momento. Avrebbe avuto il privilegio di essere la madre di Gesù, sì, ma prima Dio ha ritenuto opportuno avvertirla dei suoi piani. È così che Dio opera.

Anche se non sempre possiamo conoscere tutti i suoi disegni, o comprendere quelli che siamo già al corrente, a Dio piace comunicare con noi e dirci ciò che pensi sia importante farci sapere. L’ha fatto quando Gesù stesso, molto tempo prima di nascere qui in un corpo di carne, è apparso ad Abraamo in forma umana, essendo accompagnato da due angeli.

Lo scopo del loro incontro era quello di avvisare Abraamo e Sara, con ormai cento e novanta anni d’età rispettivamente, che avrebbero avuto un figlio, nonostante lei fosse stata sterile fino ad allora. Sara non ha potuto trattenersi dal ridere della notizia, venendo rimproverata dal Signore: “Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per l'Eterno?” (Genesi 18:14). La visita, però, non era ancora finita. Abraamo avrebbe avuto anche la prova di quanto il Signore sia vicino e accessibile a coloro che sono suoi e in comunione con lui.

Il Signore disse: Dovrei forse nascondere ad Abraamo quanto sto per fare?” (Genesi 18:17). Ciò che stava per fare era distruggere Sodoma e Gomorra a causa dell’alto livello di malvagità raggiunto dai loro cittadini. Il Signore non solo dà ad Abraamo un’informazione privilegiata, ma gli permette pure di intercedere per la popolazione.

Allora Abraamo si avvicinò e disse: Farai perire il giusto insieme con l'empio? Ammesso che ci siano cinquanta giusti nella città, distruggeresti tu il luogo e non lo risparmieresti per amore dei cinquanta giusti che si trovano nel suo mezzo? Lungi da te il fare tale cosa: far morire il giusto con l'empio, cosicché il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia? L'Eterno disse: Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, io risparmierò l'intero luogo per amor loro.” (Genesi 18:23-26).

E poi vediamo che Abraamo comincia a ridurre la quantità delle persone che potrebbero beneficiarsi della sua intercessione - 45, 40, 30, 20 e infine 10 -, sempre ricevendo dal Signore la garanzia che non avrebbe distrutto la città se avesse trovato quel numero di giusti. Purtroppo, per gli abitanti di Sodoma, l’intercessione di Abraamo si è fermata a dieci anime, trovandone Dio soltanto quattro in grado di essere salvate dalla distruzione: Lot, nipote di Abraamo, sua moglie e le sue due figlie.

Confidando nell’angelo Gabriele e nel Dio accessibile che l’aveva inviato per informarla che sarebbe stata la madre del Figlio di Dio, Maria si sente libera di porre la domanda che non vuole tacere: “Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?” (Luca 1:34). Nei prossimi 3 minuti l’angelo le risponderà.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#314 – Una particolare giovane donna – Luca 1:26-33

Zaccaria ed Elisabetta pregavano per avere un figlio e Dio gliel’ha concesso, benché fossero anziani e avessero dei dubbi rispetto alla risposta divina. Ora, invece, la visita dell’angelo non è più ad un vecchio sacerdote nel tempio di Gerusalemme, ma ad una ragazza di nome Maria.

Luca non ci rivela la sua età, però in quell’epoca e in quel luogo le ragazzine dovevano avere almeno dodici anni per poter sposarsi, ed i ragazzi tredici. Maria ne avrà avuti circa tredici. Lei non si era ancora sposata con Giuseppe, essendo soltanto una promessa sposa, cioè, c’era tra loro una sorta di fidanzamento con status di matrimonio, tuttavia senza rapporti sessuali. Maria è la vergine.

Ma perché si dice che lei sia la vergine e non una vergine? Poiché così la chiama Dio nella profezia di Isaia: “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele.” (Isaia 7:14). Pertanto, settecento anni prima Dio aveva già scelto il grembo in cui suo Figlio avrebbe assunto la forma umana.

Se ne era appunto parlato di lei quando, per la prima volta, il vangelo era stato annunciato nel giardino dell’Eden. In effetti, in Genesi, leggiamo che Dio aveva avvertito Satana: “E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno.” (Genesi 3:15). Questa donna è Maria e il suo seme è Gesù.

Per questo l’angelo la chiama graziata, ossia favorita dalla grazia. Non la chiama ‘piena di grazia’, come di solito si sente dire, giacché ciò la renderebbe la fonte di grazia, cosa che ovviamente non è.

Ora, immagina di essere una giovane di circa tredici anni che, all’improvviso, vede apparire un uomo a casa sua, affermando di essere un angelo. Come reagiresti? Sicuramente saresti turbata, tale e quale Maria. Gabriele, però, subito la rassicura, spiegandole che aveva trovato grazia presso Dio. Sì, forse sarebbe stata molto più tranquilla se lui non avesse continuato il suo messaggio:

Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine.” (Luca 1:31-33).

Come se la presenza di un angelo non fosse già abbastanza sconvolgente per lei, quello che le dice in seguito è incredibile: rimarrà incinta, suo figlio avrà un nome che significa ‘Geova è il Salvatore’, il quale sarà un grande uomo e allo stesso tempo divino: il Figlio dell’Altissimo. Inoltre, assumerà il trono di Davide e il suo regno non finirà mai.

Che Dio abbia dapprima preparato Maria per affrontare questo momento, non ci sono dubbi. Infatti, quale giovane avrebbe mai ricevuto una simile informazione senza poi svenire o disperarsi? Maria non dubita dell’angelo, eppure ha solo una domanda, che gli farà nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#313 – Risposta tardiva – Luca 1:5-25

Zaccaria era uno dei sacerdoti che si alternavano nel servizio del tempio di Gerusalemme. Aveva una posizione privilegiata; però, sebbene abbia sempre pregato per avere un figlio, sua moglie Elisabetta era sterile ed entrambi già avanzati in età. Per un ebreo, le cui benedizioni includevano salute, figli e prosperità, la sterilità era motivo di tristezza e disonore.

È successo che, entrando nel tempio per offrire dell’incenso, Zaccaria non avrebbe mai immaginato la sorpresa che lo attendeva: un angelo in piedi alla destra dell’altare dell’incenso. Dopo essersi spaventato tantissimo, l’angelo lo tranquillizza. Si presenta come Gabriele ed annuncia che la sua preghiera era stata ascoltata, perché sua moglie darà alla luce un figlio che si chiamerà Giovanni: sarà grande davanti al Signore e convertirà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio.

Se tu fossi entrato in un posto che, in realtà, dovrebbe essere deserto, e lì trovassi qualcuno che affermasse di essere un angelo mentre ti facesse sapere che la tua anziana moglie sterile sarebbe rimasta incinta di una celebrità, ci avresti creduto? Beh, nemmeno Zaccaria ci ha creduto e, a causa della sua incredulità, rimarrà muto fino alla nascita del bambino. Infatti, quando dopo lascia il tempio, riuscirà a comunicare soltanto per mezzo di segni e scritti. La sua incredulità, per l’appunto, gli impedirà di parlare liberamente delle grandi cose che Dio aveva preparato per lui.

L’incredulità ci priva di molti privilegi. Per molti anni Zaccaria aveva chiesto tale figlio, è vero, ma proprio ora che Dio gli dice che il suo ordine, per così dire, è in consegna, lui ne dubita? Questo mi fa ricordare di un gruppo di poveri contadini, i quali avevano deciso di pregare insieme per ottenere un po’ di pioggia. E mentre camminavano sotto un cielo azzurro e senza nuvole verso il luogo concordato, si sono messi a prendere in giro la piccola figlioletta di uno di loro, la quale aveva portato con sé un ombrello sottobraccio. Già, lei è stata l’unica a tornare a casa con i vestiti asciutti!

Nella sua lettera, Giacomo scrive: “Molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia. Elia era un uomo sottoposto alle stesse nostre passioni, eppure pregò intensamente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia” (Giacomo 5:16-18). Elia era qualcuno esattamente come noi, con difetti, paure e preoccupazioni. Ciò nonostante, ha pregato e Dio l’ha accontentato.

Lo sapevi che, quando preghi, puoi sempre contare su Dio? Comunque, attenzione: Dio non è un qualsiasi maggiordomo sotto il tuo commando. Sì, davvero risponde sempre alle nostre preghiere; tuttavia, ogni tanto la sua risposta è ‘No’! Altre volte capita che nemmeno preghiamo e lui porta avanti lo stesso i suoi piani, giacché è Dio. Ed è quello che farà nei prossimi 3 minuti, mandando il medesimo angelo Gabriele ad una ragazza, poco più di un’adolescente, per avvertirla che avrà un bebè. Eppure, la giovane Maria è nubile e vergine.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#312 – L’ispirazione divina – Luca 1:1-4

La Bibbia non ci dice chi fosse Teofilo, però è facile immaginare che potrebbe essere chiunque, compresi te e me. Questo nome greco è composto da due parole: ‘Teo’, che significa ‘Dio’, e ‘filo’, che vuol dire ‘amico’. Pertanto, se sei amico di Dio, allora Teofilo sei tu. Lo stesso Luca, nel libro degli Atti, continuerà a scrivere a Teofilo, essendo così la continuazione di questo suo vangelo.

La Bibbia è un insieme di libri, ciascuno dei quali ci mostra lo stile peculiare del suo autore umano e dell’ispirazione divina. Dio non ha soppresso le caratteristiche individuali degli strumenti umani da lui ispirati, proprio come qualsiasi musicista non elimina le proprietà dello strumento musicale che suona; e ogni musicista, infatti, sa che pure due strumenti identici possono emettere ognuno un suo suono specifico.

Tale quale un giornalista investigativo, Luca ha fatto delle ricerche accurate, intervistando persone che avevano vissuto con Gesù. Il suo vangelo, il più dettagliato dei quattro, è stato scritto circa 30 anni dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quando molti testimoni oculari di tali avvenimenti erano ancora vivi. Sì, il momento era perfetto per evitare la distorsione causata dalla tradizione orale. Dunque, si verrebbe a dimostrare che il testo non è stato ispirato? Al contrario, ciò indicherà che Luca non ci ha trasmesso una leggenda, ma si è basato sui fatti.

La prova di questa ispirazione la si scopre in alcune sue particolarità, impossibili di essere conosciute da Luca o dai suoi intervistati. È il caso dei sentimenti, impressioni ed eventi riservati. Faccio un esempio: come Luca avrebbe potuto sapere che Zaccaria ed Elisabetta “erano entrambi giusti agli occhi di Dio” (Luca 1:6), se Dio stesso non glielo avesse rivelato? Oppure come avrebbe potuto scrivere dell’angoscia di Gesù nella sua preghiera sul Monte degli Ulivi? O del suo sudore, che è divenuto simile a gocce di sangue, e dell’angelo che lo confortava, se i discepoli stavano dormendo e nessun altro l’aveva visto? (Luca 22:43-45)

Inoltre, guarda quanto sono interessanti queste due citazioni di Paolo in 1 Timoteo 5:18: “La Scrittura infatti dice: «Non mettere la museruola al bue che trebbia», ed ancora: «L'operaio è degno del suo salario».”. Qui l’apostolo ha citato prima un passo dell’Antico Testamento (Deuteronomio 25:4), e poi un versetto di Luca 10:7, chiamandoli entrambi “Scrittura”, ossia usando un termine sempre utilizzato per la Parola di Dio. Paolo, il quale aveva cominciato a scrivere le sue lettere poco dopo Luca, chiaramente già attribuiva al suo vangelo lo status di Sacra Scrittura. E altrettanto ha fatto Pietro, nel capitolo 3 della sua seconda lettera, chiamando “Scritture” le lettere di Paolo. (2 Pietro 3:16)

In effetti, credere in Gesù implica, per di più, credere nella Bibbia come essendo la Parola di Dio. Del resto, in quale modo avresti potuto conoscere Gesù se non attraverso la rivelazione fatta ai quattro evangelisti e confermata dalle epistole degli apostoli? Nei prossimi 3 minuti incontreremo Zaccaria.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#311 – LUCA – Luca 1:1-4

Ogni vangelo ci presenta Gesù in un carattere diverso. Matteo ci mostra il Re promesso a Israele, ragion per cui il suo testo è strapieno di espressioni tipo: “si adempì quanto era stato detto dal profeta” (Matteo 27:9). E notiamo che lì la genealogia di Gesù risale solo fino al re Davide. Questo apostolo era stato un esattore di tasse, conoscendo bene le faccende del governo reale, mentre si vedrà nel libro degli Atti che, invece, l’evangelista Marco agisce in qualità di servo degli apostoli: il suo vangelo ci rivela il Servo Gesù. Quindi, non aspettarti di trovare una genealogia sul curriculum di un servo.

Nel vangelo di Giovanni, al contrario, Gesù è il Dio eterno, senza principio né fine, e tuttavia accessibile all’uomo. Giovanni era “il discepolo che egli amava” (Giovanni 19:26), colui che “si era anche posato sul petto di Gesù” (Giovanni 21:20). Infine, adesso abbiamo Luca, un medico, descrivendo Gesù nel modo che solo un tale professionista lo potrebbe fare: come un essere umano. In questo vangelo la genealogia inizia con Adamo, il primo esemplare dell'umanità.

Re, Servo, Uomo e Dio: è così, e in quest'ordine, che Gesù compare nei vangeli. Qualsiasi cosa meno di questo, non proviene da Dio. E a proposito della Scrittura, Luca ci dà un buon indizio su come essa sia stata ispirata. Lui, a differenza degli altri tre evangelisti, apparentemente non aveva avuto nessun contatto diretto con Gesù. Non era un apostolo, come lo erano stati Matteo e Giovanni, eppure Dio ha voluto servirsi di lui per farci conoscere il Figlio eterno di Dio.

Qui i primi quattro versetti ci aiutano a comprendere che i testi ispirati non sono messaggi psicografici o scritti sotto una sorta di trance medianica. Questi scrittori non venivano usati come mere carcasse possedute, giacché avevano il completo controllo delle loro facoltà mentali. Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, chiarisce che “gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti, perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace” (1 Corinzi 14:32-33).

Chi proferisce qualcosa da parte di Dio – ed è questo il senso del profetizzare – non perde la padronanza di sé, non cambia il tono della sua voce, e nemmeno si dibatte come se fosse un burattino nelle mani di qualche entità spirituale. Tutto ciò lo troverai nei rituali pagani e demoniaci, non nelle cose di Dio. Pertanto, siate consapevoli che non tutto quello che oggi ci viene presentato come essendo proveniente da Dio, sarà veramente proveniente da Dio. L’isteria, la finzione o la possessione demoniaca fanno sì che qualcuno perda il controllo di se stesso e, così facendo, voglia fingere di essere un profeta di Dio.

Dobbiamo essere saggi, prudenti e diligenti per discernere quanto deriva da Dio o meno. Nei prossimi 3 minuti, appunto, Luca lo sarà, mentre racconta a Teofilo questo interessantissimo resoconto della vita di Gesù. Ma, chi è Teofilo? Scoprilo nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#310 – Senza fine – Giovanni 21:18-25

Dopo esser stato, per così dire, sottoposto ad esame da Gesù, quando infatti gli aveva chiesto per ben tre volte se lo amava, dandogli chiaramente una triplice responsabilità, Pietro sa che il suo desiderio sarà esaudito. Ma quale desiderio? Quello di morire per il suo Signore. Prima della crocifissione, e prima ancora del suo triplice rinnegamento, Pietro si era detto pronto a morire. Qui Gesù gli assicura che questo succederà, con le seguenti parole:
 
Quando eri giovane, ti cingevi da te e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà là dove tu non vorresti.” E il brano continua: “Or disse questo per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.” (Giovanni 21:18-19).
 
L’intenzione di Pietro appariva nobile, tuttavia metterla in pratica era fuori dalla sua portata. Altrettanto era accaduto a Mosè: voleva liberare il popolo d’Israele dalla schiavitù, però ha iniziato uccidendo un egiziano. Il suo proposito era buono, eppure non avrebbe mai potuto essere realizzato tramite i suoi sforzi, guidati dalla sua volontà.
 
Dopo aver vissuto quarant’anni alla corte del Faraone, essendo istruito in tutta la sapienza dell’Egitto, Mosè poi è stato costretto a vivere quarant’anni nascosto, per poter imparare a non fidarsi di se stesso. E solo allora avrebbe potuto essere pronto a guidare il popolo in un pellegrinaggio di altri quarant’anni attraverso il deserto, verso la terra di Canaan.
 
Se Pietro fosse morto prima, lo sarebbe stato per la sua propria gloria. Ma ora lui sarà morto per la gloria di Dio. Paolo ha ben espresso quale deve essere il sentimento del cristiano riguardo al glorificare Dio nella vita o nella morte: “Cristo sarà magnificato nel mio corpo, o per vita o per morte. Per me, infatti, il vivere è Cristo, e il morire guadagno.” (Filippesi 1:20-21).
 
Quando Pietro domanda cosa ne sarà di Giovanni, Gesù gli risponde: “Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa?” (Giovanni 21:22). Ciò ha fatto sì che si pensasse che Giovanni non sarebbe morto, però il testo stesso spiega che il Signore non intendeva questo. Giovanni sarebbe rimasto in vita fino al ritorno di Cristo perché gli sarebbe stata mostrata questa riapparizione di Gesù dalla rivelazione dell’Apocalisse. Prima di morire, già in età avanzata, l’apostolo ha avuto il privilegio di vederlo tornare, appunto nella visione che ha ricevuto.
 
Questo vangelo di Giovanni non ha inizio né fine, poiché così è Gesù: Dio eterno. L’aveva cominciato affermando che “tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta.” (Giovanni 1:3). E adesso dichiarerà: “Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere.” (Giovanni 21:25).
 
Sarebbe possibile descrivere tutto quanto ha fatto Gesù? No, assolutamente no. Il profeta Isaia l’ha chiamato “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.” (Isaia 9:5). Il Vangelo di Giovanni ci ha mostrato Gesù: Dio infinito e Uomo accessibile. Cosa aspetti per credere in lui? Cosa aspetti a dedicargli la tua vita?

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

Popular Posts