Gesù dice ai suoi discepoli: “Fra poco non mi vedrete più; e un altro poco e mi vedrete” (Giovanni 16:16). Cioè? Lui morirebbe e sarebbe sepolto, e poi non l’avrebbero più rincontrato finché non fosse risuscitato, rimanendo con loro ancora per altri quaranta giorni. Allora dopo sì che sarebbe asceso al cielo, e di nuovo non sarebbe stato più visto fino a quando non fosse tornato a prenderli, al rapimento della chiesa, o prima se fossero morti. E quanto tempo passerebbe tra tali intervalli? Nemmeno loro avrebbero potuto affermarlo, giacché sarebbe sembrato loro un breve periodo.
Almeno è così che Gesù illustra la situazione: “La donna quando partorisce sente dolore, perché è giunta la sua ora; ma appena ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che è venuto al mondo un essere umano.” (Giovanni 16:21). Anche se talvolta il travaglio richiede molto tempo, tutta l’angoscia dell’attesa scomparirà nel momento in cui la madre vedrà il suo bambino. Dopodiché ci sarà solo da gioire!
I discepoli si sarebbero angosciati nel vederlo sfigurato e morto su una croce, e purtroppo in seguito le loro speranze sarebbero state letteralmente seppellite per sempre. Gli increduli, invece, si sarebbero molto rallegrati per essersi liberati di Gesù.
La risurrezione del Signore avrebbe colto di sorpresa persino i discepoli, tuttavia avrebbe infuso loro una rinnovata dose di gioia. Ciò, però, non sarebbe stato niente in confronto alla felicità che avrebbero sentito dal giorno in cui lo Spirito Santo di Dio sarebbe venuto ad abitare in loro e in ogni credente in Gesù. Nel libro degli Atti troverai gli stessi discepoli, che una volta erano timidi e timorosi, trasformati in audaci predicatori. Questa loro allegria nessuno gliela potrebbe mai togliere.
Ma dimmi: di che tipo è la tua allegria? Se vuoi solamente goderti la vita senza dover rendere conto a nessuno, rientri nel profilo di coloro che si sono rallegrati quando hanno visto Gesù morto. Sarebbe stato sempre una loro spina nel fianco se continuasse a vivere. Infatti, il Signore non aveva neanche bisogno di aprire la bocca per mettere a disagio la gente. Gli bastava essere quello che era: il Figlio di Dio, l’unico uomo perfetto, la luce degli uomini.
Qualsiasi cosa esposta alla luce ha i suoi difetti rivelati, ed è un simile malessere che Gesù causa alle persone fino ad oggi mentre viene presentato in una predicazione del vangelo. Naturalmente fuggiamo dalla Parola di Dio poiché essa “è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore. E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.” (Ebrei 4:12-13).
Ti dà fastidio quando qualcuno parla di Gesù? In tal caso, finora, non hai la gioia eterna. E neppure l’accesso al Padre, che sarà l’argomento dei prossimi 3 minuti.