Gesù viene portato fuori dalla città e inchiodato su una croce. E la profezia di Isaia, riguardo ai suoi compagni di morte, si compie: “È stato annoverato fra i malfattori” (Isaia 53:12). Pilato ordina che vi sia messa un’iscrizione con la ‘scheda giudiziaria’ di Gesù in greco, latino ed ebraico, mostrando a tutti il motivo della sua condanna: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei.” (Giovanni 19:19). L’esecuzione, pertanto, è universale.
Qui
il greco è la lingua della cultura, della scienza, delle arti, dello
sport e del commercio globale. Il latino, dell’invasore
romano, è la lingua del potere civile, militare e giudiziario. Infatti,
fino ad oggi, il diritto romano viene ancora studiato nelle scuole.
L’ebraico è la lingua della religione dell’uomo nel suo stato naturale.
Insomma, l’intera civiltà partecipa a tale esecuzione,
essendo realizzata da lei medesima.
Allo
stesso tempo questa scritta annuncia che l’unico crimine, per il quale
il Signore viene condannato, sarà quello di
essere chi è veramente: il Re dei giudei. Loro, però, gli danno una
croce per trono e spine per corona. Un giorno Gesù ritornerà per regnare
per mille anni su questo stesso popolo d’Israele che l’ha rigettato, e
anche su tutti i gentili, cioè non giudei, che
saranno sulla terra.
Ma la sua missione qua non si limita ad essere il Messia e il Re dei giudei. Gesù sta per compiere un’opera di valore eterno:
togliere il peccato del mondo e salvare il peccatore. Pietro, in una delle sue lettere, lo chiama “l’Agnello senza
difetto e senza macchia, preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi”
(1 Pietro 1:19-20).
Prima dell’esistenza del mondo, o che Adamo fosse formato “dalla polvere della terra”
e poi
rovinato dal peccato, Gesù era già preparato per essere l’Agnello
sacrificato. Sì, il rimedio al peccato era pronto persino anteriormente
all’arrivo dell’epidemia! Ciò nonostante, le persone tuttora continuano a
cercare la salvezza in cose apparse solo dopo
la genesi del creato. E quali sarebbero? Beh, una tra queste è la
religione.
La
religione è il tentativo di riconnettere l’uomo a Dio attraverso gli
sforzi umani, come compensazione per il peccato.
La carità, le buone opere o le penitenze sono alcune delle sue risorse.
Un altro tentativo sarà cercare la salvezza in un’istituzione, sia
chiamata ‘chiesa’ o altro, oppure in qualche uomo o idolo. Eppure, la
domanda è semplice: queste cose esistevano prima
della fondazione del mondo? No? Allora, non servono a niente.
Dio non vuole ricollegare proprio nulla, e neppure riportarci allo stato di Adamo. Desidera porre fine al primo uomo, appunto
Adamo, e inaugurare una nuova creazione in Gesù. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura”
(2 Corinzi 5:17). Sulla croce Dio chiude una tappa. E lì non è soltanto
Gesù che viene crocifisso, ma pure l’uomo, il mondo e il peccato
muoiono con lui. La croce è il punto finale dove la vecchia creazione
lascia il posto alla nuova. Per questo, sulla croce,
il Signore dice: “È compiuto.” (Giovanni 19:30).
Nei prossimi 3 minuti assisteremo ad un sorteggio ai piedi della croce.