#289 - “Ho sete” - Giovanni 19:28-29

Sulla croce Gesù soffre come uomo. Ferito e disidratato, chiede dell’acqua. “Ho sete” (Giovanni 19:28), dirà il creatore dell’universo, dei fiumi e degli oceani. Nel suo camminare sulla terra, il Signore ha nutrito, guarito e portato ristoro a molte persone; tuttavia, non ha mai fatto qualcosa a beneficio proprio. Il Salmo 22 ci descrive tale momento: “Il mio vigore si è inaridito come un coccio d'argilla e la mia lingua è attaccata al mio palato; tu mi hai posto nella polvere della morte. (Salmo 22:15).


L’apostolo Giovanni, nel capitolo 1 di questo vangelo, afferma che “tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui”. E la lettera agli Ebrei ci insegna che Gesù “sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza” (Ebrei 1:3). Nel libro di Giobbe è colui che “ha aperto un canale per le straripanti acque e la via al tuono dei fulmini, per far piovere su una terra disabitata, su un deserto, dove non c'è alcun uomo, per dissetare le solitudini desolate, e far germogliare e crescere l'erba” (Giobbe 38:25-27). Eppure, qui il Salvatore non devierà nemmeno una sola goccia sulle sue labbra inaridite.


Lo stesso capitolo 38 di Giobbe ci rivela che agli empi è negata la luce di Dio. Pertanto, “venuta l’ora sesta, si fecero tenebre per tutta la terra, infino all’ora nona” (Marco 15:33). La santità di Dio non può avere comunione con il peccato, ed è per questa ragione che Gesù ha dovuto soffrire da solo e senza luce. Niente descrive la sua sofferenza in modo così grafico come questo passaggio profetico del libro delle Lamentazioni, il quale ci parla del giudizio che sta ricevendo da Dio stesso:


Io sono l'uomo che ha visto l'afflizione sotto la verga del suo furore. Egli mi ha guidato e mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Sì, contro di me egli ha volto ripetutamente la sua mano tutto il giorno. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha frantumato le mie ossa. Ha costruito bastioni contro di me, mi ha circondato di amarezza e di affanno. Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come i morti da lungo tempo. Mi ha costruito attorno un muro, perché non esca; ha reso pesante la mia catena. Anche quando grido e chiedo aiuto a gran voce, egli rifiuta di ascoltare la mia preghiera. Egli ha sbarrato le mie vie con pietre tagliate, ha reso i miei sentieri tortuosi. Egli è stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti. Ha deviato le mie vie, mi ha dilaniato e mi ha reso desolato. Ha teso il suo arco e mi ha fatto il bersaglio delle sue frecce. Ha fatto penetrare nel mio cuore le frecce della sua faretra. Sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno. Mi ha saziato di amarezza, mi ha fatto bere assenzio. Mi ha spezzato i denti con la ghiaia, mi ha coperto di cenere. Hai allontanato la mia anima dalla pace, ho dimenticato il benessere. Ho detto: «È scomparsa la mia fiducia e la mia speranza nell'Eterno». Ricordati della mia afflizione e del mio vagare, dell'assenzio e dell'amarezza. L'anima mia se ne ricorda del continuo ed è abbattuta dentro di me.” (Lamentazioni 3:1-20).


In risposta alla sua richiesta di acqua, i soldati gli danno dell’aceto, compiendosi pienamente ancora un’altra delle profezie dell’Antico Testamento. E sai perché Gesù ha tanto patito sulla croce? Sì, per salvare te e me. So che lì ha pagato per i miei peccati. Anche per i tuoi?


Nei prossimi 3 minuti Gesù offrirà la sua vita in sacrificio per il peccato.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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