#290 - “È compiuto” - Giovanni 19:30

Queste sono state le ultime parole di Gesù sulla croce: “È compiuto”. E il testo continua: “E, chinato il capo, rese lo spirito.(Giovanni 19:30). È molto importante comprendere la singolarità di queste due frasi, “è compiuto” e “rese lo spirito”, giacché sono cose che non si potranno mai dire di alcun uomo, soltanto di Gesù.


Il senso di “è compiuto” è quello di un qualcosa già risolto, essendo la stessa parola greca usata per indicare un debito saldato. Insomma, il Signore sta dichiarando che è tutto finito, che il debito è stato estinto, mettendo fine alla questione. Più nessuno potrà richiedere un debito ormai pagato, e nessuno potrà condannare un ex detenuto che ha già scontato tutta la sua pena.


Ma quale debito avrebbe avuto Gesù da dover pagarlo sulla croce? E che pena di morte era questa che ha adempiuto pienamente? Sì, il mio debito e la mia pena. Morendo sulla croce, colui che non aveva peccato, che non ha mai peccato e che era incapace di peccare, è stato fatto peccato al posto mio. Proprio lì, i miei peccati sono stati messi su di lui, e Dio l’ha giudicato come se stesse giudicando me.


Se io dovessi incontrare Dio, senza aver creduto in Cristo, sicuramente la mia destinazione finale sarebbe lo stagno di fuoco: una condanna eterna di dolore e stridore di denti. E io stesso non avrei potuto far niente per alleviare tale situazione, poiché si tratta di un’esigenza giudiziaria. Il buon comportamento di un criminale durante la sua vita intera non diminuisce la gravità del suo crimine, e dovrà essere senz’altro giudicato.


Io, un peccatore perduto, potrei essere salvato solo se qualcuno, senza alcuna macchia di peccato, assumesse la mia colpa e prendesse il mio posto nel giudizio. Questo è quanto ha fatto il Salvatore, in caso contrario neppure un’unica persona avrebbe mai potuto essere perdonata e salvata eternamente. Ecco perché posso avere la certezza che tutti i miei peccati sono già stati giudicati: Gesù li ha presi su di sé quando ancora nemmeno esistevo.


Il valore della croce si estende in entrambe le direzioni della storia dell’umanità: verso il passato e verso il futuro. Coloro che sono morti prima della croce, credendo che Dio, nella sua grazia e misericordia, avrebbe fatto qualcosa a beneficio del peccatore, sono stati salvati dall’opera di Cristo al Calvario. Quelli che sono venuti dopo la croce e hanno creduto che Dio avesse già provveduto l’Agnello per il sacrificio, essendo lì portato a termine, vengono salvati mediante la stessa opera di redenzione.


Chi continua a cercare di ottenere la salvezza facendo affidamento sulla propria religione, carità od opere di giustizia, non potrà mai ottenere il perdono. Ed è semplice capirlo: credi che il perdono sia qualcosa da meritare, o qualcosa che la parte offesa ti concede solamente per grazia e misericordia?


Così è la salvezza di colui che crede in Gesù. Ciò che meritavi – il castigo eterno – la misericordia di Dio non te lo dà. Ciò che non meritavi - la salvezza eterna – la grazia di Dio te la dà. Per questo si chiama grazia, altrimenti si chiamerebbe debito.


Nei prossimi 3 minuti scoprirai perché solo Gesù era capace di morire. 

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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