La tua nuova vita comincia con l’acqua: l’acqua della Parola di Dio. Così è successo, in figura, anche alla festa di nozze a Cana di Galilea, quando Gesù ha ordinato ai servi di riempire d’acqua, fino all’orlo, le giare di pietra. Poi ha trasformato l’acqua in vino. In effetti, vediamo che prima arriva la Parola, in seguito la vita e la gioia.
Tutti
coloro che sono stati salvati da Cristo, di ogni epoca, un giorno
sapranno che la loro salvezza è stata possibile
solo grazie al sangue e all’acqua che sono usciti dal costato ferito di
Gesù. Il loro valore e la loro efficacia sono eterni, e soddisfano le
sante esigenze di Dio, tanto per quelli che sono vissuti prima quanto
dopo la croce. Nell’Antico Testamento Dio aveva
già segnalato che la salvezza sarebbe avvenuta proprio così: attraverso
il sangue e l’acqua.
Se
leggerai il capitolo 8 di Levitico, vedrai che la consacrazione dei
sacerdoti cominciava con l’acqua della purificazione,
con cui erano lavati. Soltanto dopo c’era il sangue del sacrificio.
Acqua e sangue, rappresentando rispettivamente la Parola di Dio, la
quale purifica, e il sangue di Cristo, il quale ci permette di
avvicinarci a Dio.
Infatti,
in Levitico 16, si confermerà questo medesimo ordine: acqua e poi
sangue per il sacrificio. Innanzitutto, il sacerdote
doveva lavarsi il corpo nell’acqua, prima ancora di indossare le sue
vesti di lino. Quindi, un torello era offerto come sacrificio per fare
la propiziazione per il sacerdote stesso e per la sua famiglia.
Per comprendere il termine “propiziazione”
in modo semplice, dovresti pensare a questa parola
come se Dio fosse propizio, cioè favorevole nei tuoi confronti,
permettendoti di entrare alla sua presenza senza essere consumato,
poiché qualcuno ha già dato la propria vita al posto tuo. E quando
troverai il vocabolo “espiazione”,
potrai collegarlo all’espressione “capro espiatorio”,
che popolarmente viene intesa come qualcuno che si prende la colpa ed è
punito in sostituzione del colpevole. Infine, la parola “cospargere” significa,
in essenza, “spruzzare” un liquido, in questo caso del sangue con le dita.
Perciò,
in tale capitolo, compaiono due capri: l’uno che serve da espiazione
per il peccato, e l’altro da capro emissario.
L’uno era ucciso, l’altro rilasciato nel deserto. Ma prima di
liberarlo, il sacerdote posava le sue mani sulla testa del capro e
confessava i suoi peccati e quelli del popolo. Allora, finalmente, il
capro era cacciato nel deserto per portare via i peccati.
Te
ne sei accorto che questi sacrifici prefiguravano il sacrificio di
Cristo, compiuto un’unica volta per togliere i peccati?
Gesù è morto sia per assumere la nostra colpa, sia per portare via i
nostri peccati, perché non fossero mai più riportati indietro. Il sangue
del giovenco morto veniva portato all’interno del tabernacolo e lì
cosparso o spruzzato sul coperchio dell’arca dell’alleanza.
E come si chiamava questo coperchio? Sì, propiziatorio. Il sangue
veniva messo davanti a Dio affinché si ricordasse di essere propizio al
peccatore, giacché qualcuno aveva già dato la vita al suo posto.
Dopo aver saputo che Dio aveva già indicato un sostituto per te molto tempo fa, ossia Gesù, come osi voler meritare la tua salvezza con le buone opere o con i tuoi sacrifici? Davvero non l’hai ancora capito?