Pietro e Giovanni vengono colti di sorpresa. Maria Maddalena, angosciata e ansimante, arriva dal sepolcro di Gesù dando loro la notizia: il corpo è scomparso. La grande pietra era stata rimossa e la tomba era vuota! Allora tutti e due gli apostoli corrono a scoprire cosa sia successo.
Giovanni è il primo ad arrivare, però non entra nella grotta scavata nella roccia. Sbircia dentro, notando i panni di lino che erano stati arrotolati intorno al corpo di Gesù. Poi arriva Pietro, entra, riconosce le bende e pure il fazzoletto che era stato messo sul volto del Signore. Contrariamente a quanto narra la leggenda della Sacra Sindone, il suo corpo era stato sepolto avvolto in fasce di lino, secondo l’usanza del tempo.
Qualche capitolo prima abbiamo visto la storia della risurrezione di Lazzaro, quando Gesù “gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Allora il morto uscì, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».” (Giovanni 11:43-44).
Lazzaro, con le mani e i piedi legati da queste bende fatte di tessuto, non era stato capace di liberarsene, anche dopo essere tornato in vita. Aveva avuto bisogno dell’aiuto di altre persone. Se Gesù fosse stato risuscitato allo stesso modo di Lazzaro, chi l’avrebbe mai aiutato a sciogliere tali fasce? A meno che la risurrezione di Gesù non sia stata diversa. E così è stato.
Lazzaro è risuscitato, tuttavia morirebbe di nuovo più avanti. Il suo corpo era lo stesso, solo che guarito e rianimato, ma ancora soggetto a malattie, morte e degenerazione. “Ma ora Cristo è risuscitato da' morti; egli è stato fatto le primizie” della nuova creazione, prototipo di coloro che attendono la risurrezione in un corpo di carne ed ossa, però celeste (1 Corinzi 15:20). Un corpo differente.
E talmente distinto che riusciva ad uscire da quel groviglio di panni di lino senza srotolarli né strapparli. Un corpo così sorprendente al punto da comparire in mezzo ai discepoli in una stanza con porte e finestre chiuse. Eppure, allo stesso tempo così reale che davanti a loro ha mangiato del pesce e del miele. Non era un corpo etereo, uno spirito o un fantasma. Era Gesù stesso, corpo, anima e spirito.
Dopo che Pietro era già dentro al sepolcro, ci entra anche Giovanni, e qui si legge che “vide e credette”(Giovanni 20:8). Cioè? A cosa ha creduto? Lì non c’era niente o nessuno in cui credere, a parte una tomba vuota e dei panni di stoffa! Appunto. Giovanni ha creduto nell’invisibile, ed è dell’invisibile che si occupa la fede. Crediamo in qualcuno che non possiamo vedere, in Gesù, il quale è morto per la nostra salvezza ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Romani 4:25).
Ora Giovanni comprende passaggi come il Salmo 16: “Perciò il mio cuore si rallegra, e la mia lingua festeggia; anzi pur la mia carne abiterà in sicurtà. Perciocché tu non lascerai l'anima mia nel sepolcro, e non permetterai che il tuo Santo senta la corruzione della fossa.” (Salmo 16:9-10). Quante volte Gesù aveva parlato della sua morte e resurrezione, non essendo capito dai discepoli? Quante volte hai ascoltato la stessa storia e non l’hai ancora capita?