“Non giudicate acciocché non siate giudicati”, ha detto Gesù. Cosa intendeva dire? Che i giudici dovrebbero considerare innocente ogni bandito? O che nella prossima partita di calcio non ci sarà più un arbitro a giudicare e a correre in campo? Non proprio.
Da altri passaggi della Bibbia scopri che qui Gesù condanna il giudizio dei motivi e delle intenzioni delle persone, come, per esempio, a trarre delle conclusioni solo dal loro aspetto, e cose del genere.
Certamente ci sono cose che dobbiamo piuttosto giudicare, come le cose che le persone dicono o fanno, specialmente quando si tratta di Dio. Per questo abbiamo una misura: la Bibbia, la Parola di Dio.
Il problema, dunque, non è nel giudizio, ma nella trave che abbiamo nei nostri occhi, nell'incapacità di vedere cosa è giusto o cosa è sbagliato al momento di voler togliere il bruscolo agli occhi degli altri.
Nessuno dovrebbe voler giudicare qualsiasi cosa senza uno standard o una misura perfetta. Se non ti appelli a Dio come il modello e come il criterio di valutazione per il tuo discernimento delle cose e delle persone, finirai per adottare il punto di riferimento più conveniente: te stesso.
Ed è in questo momento che cominci a giudicare gli altri, addirittura come una forma di terapia. Sempre ti sentirai bene se incontrerai qualcuno di peggio. Sai bene com’è... “io bevo, ma non rubo ”, o “io rubo, ma non uccido”, e così via.
Siccome il mondo è il gran mercato della vanità e della cattiveria, ciò che non manca sono persone peggiori di te da confrontare. Che cosa succede, però, se ti paragoni a Dio? E che cosa succede se ti confronti con Gesù? Sarà pessimo per il tuo ego, perché ti troverai di fronte alla perfezione e all’uomo perfetto.
Questo è il motivo per cui Dio spiega molto chiaramente nella Bibbia che tutte le persone sono peccatrici; che sono tutte molto lontane dal suo standard, inclusi tu ed io. Cosa si dovrebbe fare, allora? Migliorare? Beh, se sarai capace di pulire il carbone e di asciugare il ghiaccio, continua a provarci. Dio ti dice che non riuscirai a ottenere niente se non ricomincerai da zero, se non rinascerai, se non nascerai di nuovo. Solo che anche questo non dipende da te.
Hai mai visto un neonato vantarsi dei suoi sforzi per nascere? Non lo vedrai. Chiunque nasca non ha nessuna partecipazione al travaglio di parto. La fatica, il dolore, il sangue, tutto proviene dalla madre. Qualcuno ha sofferto e ha rischiato di morire per farti nascere.
Per nascere di nuovo non è diverso. Gesù ha sofferto, è morto e ha versato il suo sangue perché tu possa vivere. Non una semplice vita naturale, ma una vita eterna.
E come si fa a riceverla? Ebbene, chiedendola a Dio. Dio è buono, lui vuole perdonare, lui vuole salvare. Qual è l’uomo che se suo figlio gli chiederà del pane gli darà una pietra? La risposta a questa domanda arriverà nei prossimi 3 minuti, quando parleremo della preghiera.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)