#246 - Opere maggiori - Giovanni 14:12

Gesù dice ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che faccio io, e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre (Giovanni 14:12). Mentre era qui, il Signore ha guarito persone che dopo si sono di nuovo ammalate, ha moltiplicato pani e pesci per le folle che poi hanno avuto fame un’altra volta, e ha risuscitato morti che più tardi sono anch’essi deceduti. Nel libro degli Atti leggiamo che pure i discepoli compivano simili prodigi, come Gesù gli aveva promesso. Ma che dire delle opere maggiori?


Senza sminuire l’importanza dei miracoli di Gesù, o dei suoi discepoli, che avevano lo scopo di dimostrare il potere di Dio sul mondo materiale, te ne rendi conto che tali benefici erano soltanto temporanei? Salute, cibo e risurrezione duravano semplicemente una vita. Lazzaro, qualche tempo dopo, è morto anche lui. Tuttavia, l’opera iniziata dallo Spirito Santo tramite gli apostoli, e portata avanti dai cristiani che fino ad oggi annunciano il vangelo ovunque, guarisce l’anima, nutre lo spirito e destina milioni di uomini e donne alla risurrezione eterna.


Né la trasformazione dell’acqua in vino, né la moltiplicazione del pane o la camminata di Gesù sulle acque, ad esempio, hanno così tanta magnificenza. E soprattutto quando capiamo che la salvezza di un’anima è una diretta conseguenza della più grande opera di tutti i tempi - la morte di Cristo sulla croce e la sua risurrezione - fatti che non erano ancora avvenuti quando ha pronunciato queste parole ai discepoli.


Le opere maggiori sono quelle che durano eternamente. Tendiamo a dare valore alle meraviglie materiali e temporali perché viviamo limitati nello spazio e nel tempo, e non abbiamo mai visto il mondo spirituale. Per comprendere meglio ciò che il Signore ha affermato, sarebbe necessario avere, per così dire, un “righello” eterno, adatto a misurare le cose che non avranno fine. Cos’è più importante: una persona guarita dal cancro o salvata per sempre? Uno zoppo che comincia a camminare o un risuscitato in grado di volare? Un cieco che riesce a guardare la TV o un peccatore salvato e capace di vedere il volto di Cristo?


Nella seconda lettera ai Corinzi 4:18 Paolo scrive: “Abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.”. È meraviglioso che tu preghi per la guarigione, il mantenimento e il benessere di qualcuno, però niente di tutto ciò avrà senso se questo essere umano si perderà eternamente.


Nel giorno di Pentecoste lo Spirito Santo è disceso nel mondo per abitare nella chiesa e in ogni cristiano individualmente (Atti 2). È attraverso di lui che il cristiano conduce un peccatore alla salvezza eterna, un’opera questa infinitamente più grande di qualsiasi miracolo fisico e transitorio.


Nei prossimi 3 minuti imparerai come potrai ricevere tutto quanto chiedi nelle tue preghiere.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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