#277 - In compagnia degli schernitori - Giovanni 18:17-27

Mentre gli uomini cospirano affinché Gesù sia consegnato a morte, la carne di Pietro cospira contro di lui. Grazie all’intervento di Giovanni, è ammesso nel cortile interno della casa del sommo sacerdote, tuttavia ben presto vi si avvicina ai servi e alle guardie, cioè a quelli che poco prima avevano contribuito ad arrestare Gesù, per scaldarsi attorno al loro stesso fuoco.


Stando lì, Pietro viene subito riconosciuto da una giovane portinaia, che gli dice: “Non sei anche tu dei discepoli di quest'uomo?”. Ed egli lo nega, per paura della donna. Poi tocca a chi sta con lui presso il braciere chiedergli: “Non sei anche tu dei suoi discepoli?”. Ma Pietro lo nega ancora. Infine, viene pure identificato dal parente di colui a cui aveva reciso l’orecchio: “Non ti ho io visto nell'orto con lui?(Giovanni 18:17, 25 e 27). E Pietro di nuovo lo nega, adesso già per la terza volta, e in quel momento il gallo canta.


Il Vangelo di Luca ci dà maggiori dettagli su ciò che è successo dopo il canto del gallo: “E il Signore, voltatosi, guardò Pietro. E Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: ‘Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte’. Allora Pietro uscì fuori e pianse amaramente. (Luca 22:61-62). Sì, anche in procinto di morire, Gesù si è preoccupato per il suo discepolo. Lo sapeva dapprima che Pietro avrebbe fallito, per questo aveva già pregato per lui. Ora è con uno sguardo, e non con un rimprovero, che il Signore riesce a turbare il cuore codardo del “coraggioso” apostolo. Colui che si era detto disposto ad affrontare la morte per Gesù, non ha avuto nemmeno il coraggio di esporsi dinanzi alla semplice domanda di una serva.


Se Pietro vivesse oggigiorno, sarebbe un assiduo consumatore di libri di autoaiuto, o frequentatore di detti gruppi, in cui appaiono messaggi quali: “Abbi fiducia in te stesso!”, o “Scopri il potere che c’è in te!”, oppure “Segui il tuo cuore!”. Nonostante queste parole possano sembrare carine ed allettanti, non sono altro che porre la fiducia nella carne. Poc'anzi Gesù aveva fatto capire ai discepoli che, per quanto il loro spirito fosse pronto, “la carne è debole” (Matteo 26:41). Il fidarsi della carne e dei sensi ci lascia vulnerabili al peccato. Già, e Pietro ci risponderebbe: non dirlo a me…


Dovresti sempre diffidare della tua capacità naturale quando è posta al servizio del Signore solo per volontà propria. Geremia ha scritto: “Maledetto l'uomo che confida nell'uomo” (Geremia 17:5), includendo la fiducia in sé stessi. Il temperamento di Pietro poteva essere utile soltanto se controllato dallo Spirito di Dio, come in Atti 4:13, quando Anna e Caiafa testimonieranno la franchezza e il coraggio dell’apostolo mentre annunziava Gesù, anche a rischio di morire per questo.


Nel primo Salmo troviamo: “Beato l'uomo che non cammina nel consiglio degli empi, non si ferma nella via dei peccatori e non si siede in compagnia degli schernitori (Salmo 1:1). Assieme alle inique guardie, alla ricerca di ciò che le riscaldava, Pietro nega Gesù. Ogni volta che cercherai conforto presso gli empi, la tua testimonianza si indebolirà e finirai per essere una negazione di quanto dovresti essere in questo mondo: qualcuno che rende testimonianza per Gesù.


Nei prossimi 3 minuti Gesù viene interrogato.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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