#276 - Temperamenti - Giovanni 18:15-16

Si inizia il processo di Gesù. Due discepoli lo seguono nell’incertezza di quel che accadrà. Uno di loro è Pietro, e forse l’altro sarà Giovanni, l’autore del vangelo. Quest’ultimo era noto al sommo sacerdote, poiché entra nel suo cortile con Gesù, uscendone poi soltanto per andare a prendere Pietro, che non ce l’aveva fatta a entrare.


Ognuno di noi nasce con uno specifico tipo di temperamento che fa parte della nostra identità. Giovanni sembra essere un uomo docile e affabile, che ama e riesce ad essere prontamente amato. Pietro, invece, è impulsivo e diretto. Sono caratteristiche umane che possono essere sotto il controllo dello Spirito oppure dei sensi, a volte chiamati “carne” nella Bibbia (Galati 5:17). Come tu ed io, Pietro e Giovanni erano peccatori per natura, e tutto in essi, incluso il loro temperamento, era stato corrotto dal peccato.


Giovanni, dal carattere mite, è più diplomatico e capace di conquistare amicizie, consentendogli una maggiore libera circolazione, come appunto in casa del sommo sacerdote. Infatti, persone accessibili hanno un più ampio accesso dovunque. Al contrario, Pietro è all’estremo opposto. È un soggetto che s’impazientisce facilmente, utilissimo per comandare un battaglione, per lavorare come caposquadra o per essere il primo a gettarsi nel mare per incontrare il Signore (Giovanni 21:7). Tuttavia, è improbabile che ottenga un lavoro nelle pubbliche relazioni. Pietro e Giovanni sono sempre stati così, e queste particolarità li rendono individui, ciascuno con le proprie generalità. Allora, il problema non è il loro temperamento, però ciò che lo controlla.


Gli esseri umani attraversano diverse fasi - infanzia, adolescenza ed età adulta - senza perdere la propria identità. In qualsiasi periodo ogni persona pensa e agisce in modo differente ma è sempre lo stesso essere umano, e non perderà mai questa sua essenza. Dopo aver creato l’uomo, “Dio vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono.” (Genesi 1:31). Se così non fosse, Gesù non sarebbe venuto in un corpo umano. Eppure, a differenza di Gesù, tutti noi abbiamo una natura peccaminosa che ci incita a peccare. Però sei tu, come un essere responsabile, che pecchi quando ti lasci influenzare da essa, e ne dovrai rendere conto.


Il fatto è che, se non ti sei ancora convertito a Gesù, hai unicamente la carne per gestirti, potendo essere governato solo da essa e dai pensieri, tale quale un burattino di Satana. Colui che è nato da Dio per fede in Gesù, oltre a questa stessa natura vecchia e decaduta ne ha anche un’altra, santa e perfetta che proviene da Dio. Quando lasci la vecchia carne in carica, pecchi. Quando ti lasci condurre dallo Spirito Santo, agisci secondo la volontà di Dio.


Il lasciarsi guidare dai sensi è stato il problema di Eva nell’Eden: “l'albero era buono da mangiare”, “era piacevole agli occhi” e “desiderabile per rendere uno intelligente (Genesi 3:6). C’era l’appello sensoriale al corpo, all’anima e allo spirito, e lei ha ceduto. Quando ci si arrende a quanto è sensoriale, pecchiamo. Nella lettera dell’apostolo Giuda troviamo la caratteristica degli uomini empi: sono “sensuali” (versetto 18 e 19). Come animali irrazionali, sono diretti dai sensi, e non dallo Spirito di Dio (2 Pietro 2:12).


Nei prossimi 3 minuti il temperamento intrepido di Pietro viene messo alla prova.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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