#283 - Di sangue in sangue - Esodo 12

Adamo ed Eva, dopo aver peccato e aver perso la loro innocenza, sono presenti quando Dio sacrifica un animale per vestirli con tuniche di pelle. Il sangue di un animale innocente sparso a favore del peccatore permetteva a Dio di continuare ad agire in grazia verso l’umanità. Abele, nei tempi della coscienza, ne era consapevole, poiché ha compiuto pure lui un sacrificio di sangue, il quale è stato accettato da Dio.


Poi Noè dà inizio all’era del governo umano, versando il sangue nel sacrificio di quadrupedi e uccelli che aveva portato con sé nell’arca a tale scopo. Anche all’epoca di Abraamo, la promessa fattagli era associata al sacrificio, ma del figlio stesso del patriarca, sostituito all’ultimo momento da un montone. La grazia di Dio sarebbe dunque rimasta a disposizione dell’uomo, sempre collegata al sangue di animali innocenti sacrificati al posto del peccatore.


In seguito, troveremo i discendenti di Abraamo fatti schiavi in Egitto, e chiamati ‘Israele’. Questo è stato il nome che Dio ha designato a Giacobbe, nipote di Abraamo, affinché fosse il patriarca di una nazione alla quale è stata rivelata la Legge. E la dispensazione della Legge comincia ugualmente con il versamento del sangue di animali sacrificati nelle case degli israeliti ancora in Egitto, per proteggerli dal giudizio che sarebbe caduto sui primogeniti di quella terra.


Dio stava mettendo gli uomini alla prova per vedere se fossero capaci di vivere secondo gli standard divini. La verità è che la Legge non è mai stata osservata da nessuno, eccetto Gesù. E la ragione è semplice: chi avesse trasgredito un qualsiasi comandamento, sarebbe stato colpevole dell’intera Legge, essendo che uno di questi semplicemente vietava all’uomo di concupire. Beh, prova a smettere di pensare al peccato e ti ritroverai subito a peccare col pensiero, vero?


Prima della formazione della Chiesa, in nessun tempo un popolo era stato così privilegiato come Israele. E mai prima d’ora l’essere umano aveva affrontato Dio nel modo in cui lo stava facendo proprio questo stesso popolo, condannando a morte il loro Messia. La dispensazione della Legge è continuata fino a quando Gesù non ha pagato per la trasgressione della medesima Legge, tuttavia non per lui, ma per la nazione di Israele. Nel capitolo 11 del Vangelo di Giovanni leggiamo che tutto ciò è stato profetizzato dal sommo sacerdote Caifa:


Conviene per noi che un sol uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione.” E Giovanni continua, spiegandoci che “egli non disse questo da se stesso; ma, essendo sommo sacerdote in quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione, e non solo per la nazione, ma anche per raccogliere in uno i figli di Dio dispersi.” (Giovanni 11:50-52).


Adesso, non più con il sangue di animali però di suo proprio Figlio, Dio può occuparsi dell’uomo in pura grazia, appunto nell'attuale dispensazione che porta tale nome: “Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.” (Romani 5:20-21).


Nei prossimi 3 minuti Gesù resterà preso nel fuoco incrociato.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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