#284 - Nel fuoco incrociato - Giovanni 19:1-12

Due uomini si ritrovano coinvolti in un fuoco incrociato. Uno è Gesù, aggredito da ogni parte: dal popolo, dal clero e dai soldati. Subito dopo sarebbe rimasto intrappolato in un altro fuoco incrociato: la croce. Le sue creature continuerebbero ad attaccarlo da un lato, mentre Dio lo attaccherebbe dall’altro, castigandolo per peccati non commessi.


Nel capitolo 50 di Isaia, il Signore stesso descrive, in forma profetica, il momento in cui viene coronato di spine e vestito del manto purpureo di un re: “Ho presentato il mio dorso a chi mi percuoteva e le mie guance a chi mi strappava la barba; non ho nascosto il mio volto all'ignominia e agli sputi. (Isaia 50:6).


Prima di farsi trafiggere le mani e i piedi dai chiodi, Gesù ha dovuto permettere, per così dire, che Dio gli ‘forasse le orecchie’. Nel capitolo 21 del libro di Esodo, la Legge determinava che uno schiavo ebreo sarebbe rimasto sottomesso al suo padrone soltanto durante sei anni. Al settimo, diventerebbe libero. Tuttavia, anche se avesse ricevuto una moglie dal suo signore, e lei gli avesse dato dei figli, solo lui sarebbe liberato.


C’era, però, una maniera per dimostrarle il suo amore: basterebbe rifiutare questa libertà. E affinché ciò accadesse, il suo padrone avrebbe dovuto condurlo davanti ai giudici, accostare il suo orecchio allo stipite della porta, forandolo con una punta di metallo. Tale legno rimarrebbe marcato e l’orecchio dello schiavo forato. Avrebbe portato per sempre sul suo corpo il segno del suo amore verso la sua sposa.


Nel Salmo 40, Gesù parla profeticamente al Padre: “Tu non prendi piacere né in sacrificio né in offerta; mi hai forato le orecchie.”. Per amore della sua sposa, la Chiesa, Cristo si è fatto servo, disponendosi a morire. Nello stesso Salmo, continua dicendo: “Dio mio, io prendo piacere nel fare la tua volontà (Salmo 40:6-8). Ecco perché in questo vangelo vediamo un Salvatore sereno e tranquillo in mezzo a frustate, pugni e sputi. Sa che è volontà del Padre che lui dia la sua vita in sacrificio al posto del peccatore.


Pilato, invece, è angosciato. Per ben tre volte aveva detto di non trovare nessuna colpa in quell’Uomo, ed aveva cercato di far cambiare idea ai giudei. Pure sua moglie l’aveva avvertito di “non avere nulla a che fare con quel giusto”, poiché aveva molto sofferto in sogno a causa sua (Matteo 27:19). E il terrore di Pilato aumenterà ancor di più quando gli accusatori affermeranno che Gesù si è dichiarato Figlio di Dio. “Di dove sei tu?”, gli domanda Pilato, senza ricevere risposta. Allora, l’orgoglio di Pilato gli dà alla testa: “Non sai che io ho il potere di crocifiggerti e il potere di liberarti?”. Beh, adesso Gesù gli risponde: “Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto”  (Giovanni 19:9-11).


Sì, Pilato è terrorizzato, ma il grido dei giudei è decisivo: “Se liberi costui, tu non sei amico di Cesare (Giovanni 19:12). Lui, di sicuro, non intendeva correre questo rischio, per quanto la sua coscienza gli dicesse di fare il contrario.


Nei prossimi 3 minuti toccherà a me chiederti: ‘Qual è il tuo Cesare?

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

Popular Posts