Ponendosi in mezzo ai suoi discepoli lì radunati, il Signore impartisce
loro una lezione. Presto sarebbe salito al cielo e non avrebbero più
potuto contare sulla sua partecipazione fisica e palpabile come in
questa riunione. Eppure, ciò nonostante, non sarebbero
mai stati senza la sua presenza in mezzo a loro. Infatti, ha promesso: “Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” (Matteo 18:20).
Sebbene in alcune versioni più moderne della Bibbia si possa leggere “due o tre si riuniscono nel mio nome”, questa non è la forma corretta. Ad esempio, se diciamo “delle arance si riuniscono sulla tavola”, non è lo stesso che affermare “delle
arance sono riunite sulla tavola”. Nel primo caso sembrerebbe che
le arance avessero in sé qualche potere o iniziativa. Nel secondo, al
contrario, qualcosa o qualcuno ha raccolto tali arance, sia un cesto o
il padrone di casa.
Le persone nella stragrande maggioranza dei raggruppamenti cristiani odierni meramente “si riuniscono”,
ossia si organizzano attorno a un’idea, a una dottrina, a una
denominazione religiosa o a un leader. Però, sarebbe la stessa cosa
dall’essere riuniti
o congregati nel nome di Gesù? È la persona di Cristo la calamita che
li attrae? È lui la ragione, la via, il fine del perché essere stati
riuniti? La risposta a queste domande dipende da altri ragionamenti.
Se non c’è Gesù nel mezzo – e intendo dire “nel mezzo” come ciò
che davvero catalizza le persone affinché siano lì – allora non è una
riunione nel suo nome o per lui. Ma cosa mai potrebbe sostituirlo, al
punto di attirare qualcuno ad essere presente?
Altre, per così dire, “attrazioni”.
Hai già notato quanto divertimento è stato aggiunto alle adunanze
cristiane? Spettacoli di gruppi musicali, cantanti, ballerini,
predicatori assoldati con compensi milionari per “elettrizzare”
la gente, oltre a dei mega show con promesse di guarigioni
e miracoli su appuntamento, come se l’agenda di Dio fosse a
disposizione di tali organizzatori. È questo che troviamo nella Parola
di Dio? Giudica da te.
Qui i discepoli sono isolati dal mondo esterno, con porte e finestre chiuse, mentre Gesù al centro dice: “Pace a voi! E, detto questo, mostrò loro le sue mani e il costato. I discepoli dunque, vedendo il Signore, gioirono.”
(Giovanni 20:20). E tu, di
cos’altro hai bisogno per rallegrarti? Queste evidenze della sua morte
per te, cioè i segni sulle sue mani e sul suo costato, non sono
sufficienti a suscitare il tuo interesse? Sarà Gesù colui che è al
centro del luogo che frequenti, oppure sarà un dotato
oratore, una band o un rituale qualsiasi?
Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, ha scelto la parte migliore: Gesù e
la sua parola, nient’altro (Luca 10:42). Tutta l’attività di Marta,
presumibilmente quella di servirlo, le valse soltanto un rimprovero dal
Signore. Sì, lei si stava perdendo la buona
parte. Ti succede lo stesso? Ti occupi delle cose di Gesù invece che
della sua persona? Forse hai la necessità di vedere qualcosa, come
l’eloquenza degli uomini, luci, suoni… Se questo è il tuo caso, non sei
il solo: anche Tommaso era così. Tuttavia, non parleremo
di Tommaso nei prossimi 3 minuti, bensì del prototipo della chiesa che
questo capitolo rappresenta.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)