Come ti sentiresti se tu avessi tradito la fiducia del tuo migliore
amico e, in cambio, avessi ricevuto da lui solo amore e considerazione?
Dopo che Pietro era stato nutrito e riscaldato, Gesù decide di scaldare
anche il suo cuore. Il pentimento dell'apostolo
era stato riservato, nonostante la sua sincerità. Ora il Signore vuole
restaurarlo pubblicamente.
In effetti, nell’originale greco, sono impiegate due parole diverse,
‘agape’ e ‘fileo’, di solito tradotte nelle nostre Bibbie con il verbo
generico ‘amare’. Tuttavia, la differenza è significativa, perciò
trascrivo sotto il brano con il significato originale,
tratto dalla versione Nuova Riveduta (2006):
“Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: ‘Simone di
Giovanni, mi ami più di questi?’ Egli rispose: ‘Sì, Signore, tu sai che
ti voglio bene.’ Gesù gli disse: ‘Pasci i miei agnelli.’ Gli disse di
nuovo, una seconda volta: ‘Simone di Giovanni,
mi ami?’ Egli rispose: ‘Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene.’ Gesù
gli disse: ‘Pastura le mie pecore.’ Gli disse la terza volta: ‘Simone di
Giovanni, mi vuoi bene?’ Pietro fu rattristato che egli avesse detto la
terza volta: ‘Mi vuoi bene?’ E gli rispose:
‘Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene.’ Gesù gli
disse: ‘Pasci le mie pecore.’” (Giovanni 21:15-17).
Prima di rinnegare Gesù per tre volte, Pietro voleva sempre apparire più
fedele degli altri discepoli, affermando addirittura di essere pronto a
morire per lui. La fiducia in se stessi è frutto della carne; pertanto,
assicurati di non essere uno di quelli a
cui piace mettersi in mostra, vantandosi della propria fede e
perseveranza. L’autofiducia nelle cose di Dio generalmente nasconde il
sepolcro imbiancato dell’ipocrisia farisaica.
Per affrontare questo atteggiamento di Pietro, Gesù gli chiede se lo ama
più degli altri discepoli. Il Signore sa che questo era ciò che c’era
nel cuore dell’apostolo quando gli aveva dichiarato di essere disposto a
morire per lui, prima di rinnegarlo per tre
volte, pensando di essere il migliore di tutti. Qui, però, Pietro non
risponde utilizzando il termine ‘agape’, cioè l’amore puro e
disinteressato, ma ‘fileo’, l’amore dell’affetto fraterno. Sì, adesso ha
imparato a non fidarsi di se stesso. La terza volta
sarà Gesù ad adoperare la parola ‘fileo’, e non ‘agape’: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. E subito Pietro riconosce la divinità e l’onniscienza di Gesù: “Signore, tu sai ogni cosa” (Giovanni 21:15-17).
Pietro supera la prova e Gesù lo tratta con grazia. Nel suo
ristabilimento viene usata la stessa grazia che cancella la pena nello
stagno di fuoco, meritata da ogni peccatore, per dargli un posto nella
gloria che non merita. Il Dio della Bibbia è un Dio di
perdono e di restaurazione per coloro che credono in Gesù. L’uomo che
per ben tre volte aveva negato di conoscere il Signore, non subisce ciò
che si meriterebbe, ossia un triplice rimprovero; riceve, invece, ciò
che non si merita: la triplice incombenza di
prendersi cura degli agnelli e delle pecore del gregge.
Sai qual è la differenza tra un agnello e una pecora? No? Allora dai un’occhiata ai prossimi 3 minuti.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)