#308 – Una triplice restaurazione – Giovanni 21:15-17

Come ti sentiresti se tu avessi tradito la fiducia del tuo migliore amico e, in cambio, avessi ricevuto da lui solo amore e considerazione? Dopo che Pietro era stato nutrito e riscaldato, Gesù decide di scaldare anche il suo cuore. Il pentimento dell'apostolo era stato riservato, nonostante la sua sincerità. Ora il Signore vuole restaurarlo pubblicamente.

In effetti, nell’originale greco, sono impiegate due parole diverse, ‘agape’ e ‘fileo’, di solito tradotte nelle nostre Bibbie con il verbo generico ‘amare’. Tuttavia, la differenza è significativa, perciò trascrivo sotto il brano con il significato originale, tratto dalla versione Nuova Riveduta (2006):

Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: ‘Simone di Giovanni, mi ami più di questi?’ Egli rispose: ‘Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene.’ Gesù gli disse: ‘Pasci i miei agnelli.’ Gli disse di nuovo, una seconda volta: ‘Simone di Giovanni, mi ami?’ Egli rispose: ‘Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene.’ Gesù gli disse: ‘Pastura le mie pecore.’ Gli disse la terza volta: ‘Simone di Giovanni, mi vuoi bene?’ Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: ‘Mi vuoi bene?’ E gli rispose: ‘Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene.’ Gesù gli disse: ‘Pasci le mie pecore.’” (Giovanni 21:15-17).

Prima di rinnegare Gesù per tre volte, Pietro voleva sempre apparire più fedele degli altri discepoli, affermando addirittura di essere pronto a morire per lui. La fiducia in se stessi è frutto della carne; pertanto, assicurati di non essere uno di quelli a cui piace mettersi in mostra, vantandosi della propria fede e perseveranza. L’autofiducia nelle cose di Dio generalmente nasconde il sepolcro imbiancato dell’ipocrisia farisaica.

Per affrontare questo atteggiamento di Pietro, Gesù gli chiede se lo ama più degli altri discepoli. Il Signore sa che questo era ciò che c’era nel cuore dell’apostolo quando gli aveva dichiarato di essere disposto a morire per lui, prima di rinnegarlo per tre volte, pensando di essere il migliore di tutti. Qui, però, Pietro non risponde utilizzando il termine ‘agape’, cioè l’amore puro e disinteressato, ma ‘fileo’, l’amore dell’affetto fraterno. Sì, adesso ha imparato a non fidarsi di se stesso. La terza volta sarà Gesù ad adoperare la parola ‘fileo’, e non ‘agape’: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. E subito Pietro riconosce la divinità e l’onniscienza di Gesù: “Signore, tu sai ogni cosa” (Giovanni 21:15-17).

Pietro supera la prova e Gesù lo tratta con grazia. Nel suo ristabilimento viene usata la stessa grazia che cancella la pena nello stagno di fuoco, meritata da ogni peccatore, per dargli un posto nella gloria che non merita. Il Dio della Bibbia è un Dio di perdono e di restaurazione per coloro che credono in Gesù. L’uomo che per ben tre volte aveva negato di conoscere il Signore, non subisce ciò che si meriterebbe, ossia un triplice rimprovero; riceve, invece, ciò che non si merita: la triplice incombenza di prendersi cura degli agnelli e delle pecore del gregge.

Sai qual è la differenza tra un agnello e una pecora? No? Allora dai un’occhiata ai prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

Popular Posts