#307 – Compagnia, conforto e alimento – Giovanni 21:9-14

Quando i discepoli arrivano alla spiaggia, sono ancora sorpresi dal risultato di aver gettato la rete seguendo le indicazioni del Signore. Lì incontrano appunto Gesù, un falò, pesci sulle braci e del pane. Sei forse uno di quelli che credono che il tuo sostentamento sia il risultato del proprio lavoro e non della divina provvidenza? E se tu fossi nato in Somalia, quali sarebbero state le tue possibilità di svolgere il lavoro che hai oggi?

Dio “fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Matteo 5:45), anche se non lo sanno. Tuttavia, chi ha creduto in Gesù come suo Salvatore, a cui sono stati perdonati tutti i peccati, ed è stato accolto nella famiglia di Dio mediante la fede, dovrebbe almeno riconoscere colui che lo sostiene e che vuole guidare la sua vita. Ecco cosa Gesù aveva insegnato ai suoi discepoli pochi giorni prima: “Senza di me non potete far nulla.” (Giovanni 15:5).

Hai notato che in questo loro incontro è Gesù che provvede a tutto? Le braci, il pesce, il pane e perfino una rete stracarica che li avrebbe sfamati per parecchi giorni. Non andare da Gesù pensando che sarà tramite i tuoi sforzi e le tue offerte che riceverai da lui riposo e sostentamento. Nel Salmo 50 Dio stesso mette in chiaro cosa pensa delle persone che cercano di avvicinarsi a lui attraverso, per così dire, un baratto:

Non prenderò alcun torello dalla tua casa né capri dai tuoi ovili. Mie, infatti, sono tutte le bestie della foresta; mio è il bestiame che sta a migliaia sui monti. Conosco tutti gli uccelli dei monti, e tutto ciò che si muove nei campi è mio. Se avessi fame, non te lo direi; perché il mondo e quanto esso contiene è mio. Mangio forse carne di tori, o bevo sangue di capri? Offri a Dio sacrifici di lode” (Salmo 50:9-14).

Tutto ciò che Dio si aspetta da te è la tua gratitudine, ma prima dovrai avere qualcosa per cui ringraziare. Gesù ci esorta: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo.” (Matteo 11:28). E negli Atti, Pietro spiega: “E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati.” (Atti 4:12).

Venite a mangiare” (Giovanni 21:12), invita Gesù. Aveva già preparato tutto: compagnia, conforto e alimento. Lì magari Pietro si sia ricordato di un altro recente falò nel cortile della casa del sommo sacerdote, quando l’apostolo aveva voluto scaldarsi in compagnia dei nemici del Signore. Sì, tutto va storto in compagnia delle persone sbagliate. E tu, continui a illuderti pensando che troverai compagnia, conforto e alimento tra i tuoi amici non credenti? Attenti alla consolazione illusoria dei falò degli uomini! Pietro ha dovuto addirittura negare di conoscere Gesù per non subire il rifiuto dei suoi nemici.

Il desiderio di Pietro di ritornare alla sua vecchia vita, e di così trascinare pure gli altri con sé, potrebbe essere stato il risultato di una questione in sospeso nel suo cuore: fino ad ora non si era ripreso dall’aver fallito giacché aveva rinnegato il Signore per ben tre volte. Insomma, cosa succede quando falliamo? Vedrai la risposta nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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