#333 – Alla ricerca di Gesù – Luca 2:40-47

Quando Gesù compie dodici anni, si reca a Gerusalemme con la sua famiglia, come d’altronde ogni anno. Era questo l’unico luogo autorizzato dalle Scritture in cui gli ebrei avrebbero dovuto celebrare la Pasqua. Il Vangelo di Luca è quello che fornisce il maggior numero di dettagli sui primi anni di Gesù, e qui questa particolare circostanza ci è di grande insegnamento.

Dopo la celebrazione, Giuseppe e Maria si avviano con un gruppo di amici e familiari per tornare a casa, ignari del fatto che Gesù era stato lasciato indietro. Continuano a camminare spensierati, perché ritengono che il ragazzo sia con i suoi parenti e amici nella carovana; però, quando si rendono conto che è scomparso, decidono di rientrare a Gerusalemme. Purtroppo, ci metteranno altri tre giorni prima di trovarlo nel Tempio.

E attenzione: ora c’è una lezione preziosa da imparare per coloro che già credono in Gesù e pensano che stare insieme ai fratelli in Cristo sia la stessa cosa che essere in comunione con Gesù. Non è proprio così che funziona. Per quanto importante sia la comunione con i nostri fratelli, nulla sostituisce la nostra comunione personale alla presenza del Signore, cioè quando io, individualmente, mi occupo di lui e della sua Parola tramite meditazioni, preghiere e ringraziamenti.

A Giuseppe e a Maria è bastato soltanto un giorno per perdere il contatto con Gesù, ma ci sono voluti ben tre giorni per ristabilirlo. Lo stesso vale per noi. È molto facile lasciarci sfuggire la comunione con Gesù, mentre invece è difficile ripristinarla. Provvidenzialmente, anche in tale caso, possiamo contare sulla grazia e sulla compassione di Dio.

E avvenne che, tre giorni dopo, lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, intento ad ascoltarli e a far loro domande. E tutti quelli che l'udivano, stupivano della sua intelligenza e delle sue risposte.” (Luca 2:46-47).

Alcune persone citano questo passaggio per affermare che Gesù stesse insegnando ai dottori d’Israele; tuttavia, ciò sarebbe fuori luogo, poiché sono i più giovani che dovrebbero essere istruiti dagli anziani. Qua ci è detto semplicemente che li ascoltava, che poneva loro delle domande e rispondeva se gli chiedevano qualcosa, stupendo tutti con le sue risposte e il suo intendimento.

Gli ultimi versetti di questo capitolo dimostrano che, pur essendo Dio, Gesù è visto, oltretutto, anche come un essere umano perfetto, sottomesso ai suoi genitori e alle autorità del suo tempo. Nella sua umanità, “cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.” (Luca 2:51-52). Eppure, il modo in cui risponde a sua madre, dopo che lei l’aveva rimproverato, ci rivelerà di più. E questo sarà l’argomento dei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

Popular Posts