#028 - Vino nuovo - Matteo 9:14-17

Colui che negli ultimi 3 minuti è stato interrogato sulla sua idoneità perché mangiava con persone corrotte e peccatrici, ora fa ancora più luce su chi lui sia veramente: lo Sposo.

Quando alcuni gli chiedono perché i discepoli di Giovanni Battista digiunano mentre i suoi discepoli non lo fanno, Gesù stabilisce una chiara distinzione tra il passato e il presente. Non ha senso che gli invitati dello sposo digiunino mentre lo sposo è ancora con loro. Il suo messaggio è comprensibile a qualunque buon intenditore giudeo. Nell’Antico Testamento Dio è chiamato lo sposo. Qui Gesù annuncia anche la propria morte: arriverebbe un giorno in cui lo sposo sarebbe loro tolto. Questo ci dimostra che la sua morte non è stata un incidente della storia, ma qualcosa che apparteneva a un piano più ampio.

Le persone devono capire che, fino a Giovanni Battista, Dio si occupava dell’uomo in una determinata maniera. Così, fino a quel momento, l’uomo era stato testato secondo la legge data a Mosè, ed era evidente che nessuno sarebbe stato in grado di essere salvato ubbidendo ai comandamenti. Gesù, il Figlio di Dio, era l’unico capace di ubbidire, ed eccolo lì, pronto a occupare il nostro posto. Lui stesso si sarebbe messo nel posto dove noi meritavamo di essere - sotto il giudizio di Dio e nella morte - e ci avrebbe messo nel posto da dove lui era venuto e dove non meritavamo di essere: il cielo.

Non sarebbe stato possibile, però, ricevere tutto ciò accoppiando la vecchia forma con cui Dio si occupava dell’uomo - la Legge dell’Antico Testamento - con la nuova forma - la grazia o il favore immeritato. Non sarebbe stato possibile cercare di essere salvato tramite le buone opere quando Dio voleva salvare tramite la grazia, indipendentemente dalla buona condotta o dalle buone opere. Cercare di abbinare queste cose sarebbe come cucire un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio. Lo strappo si farebbe peggiore. Oppure sarebbe come mettere del vino nuovo, ancora in fermentazione, in otri vecchi, che non hanno più nessuna elasticità.

E, appunto, non è proprio quello che le religioni cristiane cercano di fare prendendo in prestito delle cose dall’Antico Testamento? Non solo si servono dell’idea della salvezza attraverso l’ubbidienza ai comandamenti, ma anche degli elementi esterni del culto a Dio. Non trovi nella dottrina degli apostoli, rivelata nelle loro lettere, cose come i templi, il clero e i sacerdoti come essendo gli intermediari tra Dio e gli uomini, indossando colletti e indumenti speciali per distinguersi da quelli che sono chiamati “laici”. Non troverai neanche altari, incensi, rituali... la lista è interminabile. Prova a leggere le lettere degli apostoli e vedrai che c’è un’enorme differenza fra ciò che facevano i primi cristiani e questo cristianesimo travestito da giudaismo che si vede in giro.

La differenza tra la salvezza per mezzo delle opere, e la grazia, ossia, tra il giudaismo e il cristianesimo, è tanto grande quanto la differenza tra la morte e la vita. E Gesù sta per dimostrare tutto il suo potere riportando in vita una fanciulla morta. Nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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