Quando l’uomo cerca di riconnettersi con Dio, presume di essere in grado di farlo seguendo un elenco di regole. Il risultato? Le sue regole finiscono più per danneggiarlo che per aiutarlo. Queste regole si trasformano in sacrifici che mettono da parte qualsiasi sentimento di misericordia. Ed è ciò che hanno fatto i giudei con il sabato che, nella legge data a Mosè, doveva essere solo un giorno di riposo.
Mentre i discepoli di Gesù, e lui con loro, passavano per i seminati, siccome avessero fame hanno cominciato a raccogliere delle spighe, a strofinarle tra le mani e a mangiare i loro chicchi. Fino a qui, niente di strano. Anche tu mangi l’avena, per esempio, che è un chicco crudo, schiacciato o macinato.
Secondo la legge che è stata data nell’Antico Testamento, ciò non si trattava di un furto poiché qualsiasi viaggiatore aveva il permesso di nutrirsi delle piantagioni altrui, a condizione che non usasse una falce. Dio pensava al benessere dei viaggiatori in un’epoca in cui non c’erano stazioni di servizio o autogrill sulle strade. Per i farisei, però, il vero problema era che consideravano questa azione dei discepoli come essendo un lavoro, e loro lo stavano facendo di sabato.
Lo scopo delle intenzioni di Dio è il benessere degli esseri umani, e non la loro sofferenza. La storia del cristianesimo è piena di casi d’autolesionismo, di persone che affliggono se stesse, che frustano i propri corpi, che salgono lunghissime scale in ginocchio o si lasciano inchiodare su una croce. Pensano che la loro sofferenza serva a pagare i loro peccati. Ma come possiamo pagare qualcosa che è stato già pagato duemila anni fa?
Ora, forse, potresti chiedermi: e il digiuno? Ti dirò che cos’è il digiuno o l’astensione da qualcosa. Ti ricordi quella volta quando eri così innamorato che sei arrivato al punto di dimenticarti persino di pranzare o di cenare? La Bibbia ci parla appunto di questo tipo di digiuno, ossia, t’innamori tanto di Dio che le altre cose perdono d’importanza.
Gesù mostra ai farisei che Dio non vuole sacrifici ma misericordia. Gli fa presente che Davide e i suoi uomini, quando hanno avuto fame, hanno mangiato i pani di presentazione del tempio, e che solo i sacerdoti li potevano mangiare. Certo, se all’epoca Davide fosse stato rispettato come un re, e non avesse avuto bisogno di vivere in esilio, non avrebbe dovuto farlo. E cosa vediamo qui?
Il Re dei re, il Sommo Sacerdote, colui che è più grande del tempio di Gerusalemme, colui che è il Signore del sabato, respinto dalla sua nazione e specialmente dai religiosi del suo tempo. Se Gesù fosse stato ricevuto, i suoi discepoli non avrebbero avuto bisogno di fare quello. Lasciando da parte la misericordia e valorizzando il ritualismo, la religione finisce per escludere Gesù.
E per fornire ancora una prova di chi lui sia veramente, nei prossimi 3 minuti Gesù ci mostrerà la sua misericordia il giorno stesso che lui ha creato: il sabato.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)