#037 - I piccini - Matteo 11:25-27

Negli ultimi 3 minuti abbiamo visto perché la sapienza è stata giustificata dai suoi figli. In altre versioni troviamo che “la sapienza è stata giustificata dalle opere sue” (Matteo 11:19). Se le opere di qualcuno che crede in Gesù saranno opere di Dio, esse glorificheranno Dio, non l’uomo.

Gesù ringrazia il Padre per aver rivelato queste cose ai piccoli, e non ai savi o agli intelligenti. Paolo ce ne parla in I Corinzi 1:27-29, quando ci dice che Dio ha scelto le persone deboli, pazze e sprezzate per confondere le persone potenti, sagge e importanti. Perché? Affinché nessuno possa vantarsi davanti a Dio.

Perciò, se capirò le cose di Dio grazie alla mia capacità intellettuale, allora potrò gloriarmi d’esserci riuscito con i miei sforzi. Se, però, le capirò solo tramite rivelazione divina, di che cosa potrei vantarmi?

Così come la salvezza è gratuita, e non dipende dai miei sforzi, la comprensione della Parola di Dio segue la stessa regola. Se ti consideri incapace di capire le cose di Dio, sei sulla buona strada. È a persone così che lui rivela la sua Parola.

Gesù ci dice che “nessuno conosce appieno il Figliuolo, se non il Padre, e nessuno conosce appieno il Padre, se non il Figliuolo e colui al quale il Figliuolo avrà voluto rivelarlo” (Matteo 11:27). Quindi è pur impossibile conoscere Dio di propria iniziativa. Dio è così grande che solo lui può capire se stesso. Ma Gesù può rivelare il Padre a chiunque lui voglia farlo.

Nel Vangelo di Giovanni 14:7 Gesù ha risposto: “Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre”. Se da una parte, però, lui afferma che solo il Figlio conosce il Padre, ed esso può essere rivelato dal Figlio a chiunque lui lo voglia rivelare, dall’altra ci mostra anche che solo il Padre conosce il Figlio, ma non ci dice nulla sul fatto del Padre rivelarci il Figlio.

Ci sono cose che non capiremo mai, e l’incarnazione è una di queste cose: come potrebbe Dio, immenso com’è, diventare un uomo? Non esiste una spiegazione adatta alla nostra mente umana. Mentre era tra di noi, Gesù ha emesso momentanee scintille della sua divinità, nascosta in quel corpo fragile, quando ci parlava come Dio e non come un uomo comune.

“Prima che Abramo fosse nato, io sono”, ha dichiarato una volta Gesù (Giovanni 8:58). “Gerusalemme, Gerusalemme... quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli”, ha detto Gesù in prima persona, in un’altra occasione (Matteo 23:37). Essendo il Figlio eterno di Dio, lui già esisteva ben prima che nascesse qui, in questo mondo.

È di questo Gesù che ti sto parlando. Così sublime, così elevato, così magnifico, eppure così accessibile da invitarci: “Venite a me” (Matteo 11:28). Ed è quello che vedrai nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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