La donna
samaritana subisce una trasformazione dopo che Gesù le
si rivela come il “Io sono”, la stessa espressione usata dall’Eterno
per rivelarsi a Mosè nell’Antico Testamento. E
sono due le cose che caratterizzano questa trasformazione. Innanzitutto abbandonerà la
sua secchia.
La secchia faceva
parte del suo modo di ottenere e di garantire l’approvvigionamento dell’acqua, che risulta essere effimera secondo Gesù. “Chiunque beve di quest’acqua avrà
sete di nuovo” (Giovanni 4:13), ha detto alla donna. Tutte le cose che sembrano soddisfarci perdono il
loro significato quando incontriamo il Salvatore, Gesù
Cristo, il Signore.
Ed è proprio questo che Gesù
cerca di mostrare anche ai discepoli, i
quali erano appena arrivati al pozzo e insistevano perché mangiasse il
cibo che avevano portato. Dopo aver parlato alla donna dell’acqua
viva, che ci libera da quella sete che l’acqua naturale non riesce a placare, Gesù svela ai suoi discepoli ciò che soddisfa più di qualsiasi
alimento naturale: fare la volontà del Padre e realizzare la
sua opera.
Così, abbiamo qui la seconda caratteristica della trasformazione della
samaritana. Lei ci
mostra di essere in totale sintonia con questo pensiero
quando corre in città per fare la volontà del
Padre e per realizzare la
sua opera. Saziata la sua
sete spirituale, si affretta verso il cibo che ci rende veramente soddisfatti. Stando a Gesù, infatti, i campi
sono pronti per la mietitura, e la volontà del
Padre è che la raccolta abbia inizio.
Se paragoniamo la donna
samaritana, la quale effettivamente si mette subito al lavoro, con i discepoli, vedremo che
loro tardano a capirlo. Tornano dalla città portando con
sé del cibo per il
corpo. Lei, invece, corre in città portando del cibo
per l’anima dei suoi abitanti. Hudson Taylor,
uno dei primi missionari britannici in Cina, ha scritto
quanto segue:
“Alcuni
sono orgogliosi di essere i successori
degli apostoli; io preferisco essere il successore della donna di
Samaria, perché mentre gli apostoli
si preoccupavano dell’alimento materiale,
lei ha lasciato la sua secchia a
causa del suo zelo nel cercare le
anime.”
La stessa donna che
si vergognava di recarsi al pozzo nelle ore in cui le altre donne ci andavano,
ora parla di Gesù con audacia. Dice agli
altri di aver trovato qualcuno che le ha rivelato tutto ciò che aveva
fatto e li invita ad andare a incontrarlo.
Quando incontri Gesù, lasci che lui ti
spalanchi la vita, facendoti perdere la paura della rivelazione di ogni
tua macchia di peccato. Quelli che amano le tenebre più della luce
sono come insetti nascosti sotto le pietre, i quali non vogliono affatto che i
loro peccati vengano esposti davanti a Gesù.
Tuttavia
mi chiedo: come potrebbe qualcuno pulire perfettamente qualcosa se non ci fosse abbastanza luce
per vedere tutta la sporcizia? Quelli che vanno proprio adesso e senza riserve a Gesù hanno i
loro peccati completamente esposti dinanzi a lui, e lavati dal suo prezioso
sangue. E no, nessuno riesce a percepire con gli occhi quello che accade
quando un’anima è salvata, proprio com’è
capitato all’uomo nei prossimi 3 minuti, che non vedrà cosa succederà a
suo figlio, ma comunque avverrà.