#152 - Il cibo - Giovanni 4:28-42

La donna samaritana subisce una trasformazione dopo che Gesù le si rivela come il “Io sono”, la stessa espressione usata dall’Eterno per rivelarsi a Mosè nell’Antico Testamento. E sono due le cose che caratterizzano questa trasformazione. Innanzitutto abbandonerà la sua secchia.


La secchia faceva parte del suo modo di ottenere e di garantire l’approvvigionamento dell’acqua, che risulta essere effimera secondo Gesù. “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo” (Giovanni 4:13), ha detto alla donna. Tutte le cose che sembrano soddisfarci perdono il loro significato quando incontriamo il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.


Ed è proprio questo che Gesù cerca di mostrare anche ai discepoli, i quali erano appena arrivati al pozzo e insistevano perché mangiasse il cibo che avevano portato. Dopo aver parlato alla donna dell’acqua viva, che ci libera da quella sete che l’acqua naturale non riesce a placare, Gesù svela ai suoi discepoli ciò che soddisfa più di qualsiasi alimento naturale: fare la volontà del Padre e realizzare la sua opera.


Così, abbiamo qui la seconda caratteristica della trasformazione della samaritana. Lei ci mostra di essere in totale sintonia con questo pensiero quando corre in città per fare la volontà del Padre e per realizzare la sua opera. Saziata la sua sete spirituale, si affretta verso il cibo che ci rende veramente soddisfatti. Stando a Gesù, infatti, i campi sono pronti per la mietitura, e la volontà del Padre è che la raccolta abbia inizio.


Se paragoniamo la donna samaritana, la quale effettivamente si mette subito al lavoro, con i discepoli, vedremo che loro tardano a capirlo. Tornano dalla città portando con del cibo per il corpo. Lei, invece, corre in città portando del cibo per l’anima dei suoi abitanti. Hudson Taylor, uno dei primi missionari britannici in Cina, ha scritto quanto segue:


Alcuni sono orgogliosi di essere i successori degli apostoli; io preferisco essere il successore della donna di Samaria, perché mentre gli apostoli si preoccupavano dell’alimento materiale, lei ha lasciato la sua secchia a causa del suo zelo nel cercare le anime.


La stessa donna che si vergognava di recarsi al pozzo nelle ore in cui le altre donne ci andavano, ora parla di Gesù con audacia. Dice agli altri di aver trovato qualcuno che le ha rivelato tutto ciò che aveva fatto e li invita ad andare a incontrarlo. Quando incontri Gesù, lasci che lui ti spalanchi la vita, facendoti perdere la paura della rivelazione di ogni tua macchia di peccato. Quelli che amano le tenebre più della luce sono come insetti nascosti sotto le pietre, i quali non vogliono affatto che i loro peccati vengano esposti davanti a Gesù.


Tuttavia mi chiedo: come potrebbe qualcuno pulire perfettamente qualcosa se non ci fosse abbastanza luce per vedere tutta la sporcizia? Quelli che vanno proprio adesso e senza riserve a Gesù hanno i loro peccati completamente esposti dinanzi a lui, e lavati dal suo prezioso sangue. E no, nessuno riesce a percepire con gli occhi quello che accade quando un’anima è salvata, proprio com’è capitato all’uomo nei prossimi 3 minuti, che non vedrà cosa succederà a suo figlio, ma comunque avverrà.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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