Ora
Gesù va a Gerusalemme e visita una vasca chiamata Betesda, intorno alla quale c’è una gran folla di malati. Queste persone erano lì in attesa di vedere un
movimento dell’acqua fatto da un angelo, e “il
primo che vi entrava, dopo che l’acqua era agitata,
era guarito da qualsiasi malattia fosse affetto.” (Giovanni 5:4).
Sebbene alcuni manoscritti non riportino il versetto 4, che ci parla di quest’angelo,
il fatto raccontato è perfettamente in linea con la dispensazione vigente
per Israele, quando gli angeli facevano l’intermediazione tra Dio e gli uomini. Ed è stato attraverso gli angeli che la Legge è stata
data a Mosè, la quale richiedeva che l’uomo
fosse tenuto a fare qualcosa da se stesso casomai volesse essere
benedetto, come ad esempio, appunto, l’essere capace di vedere
quando l’acqua si agitasse e così tuffarsi nella
vasca.
Con così tanti ciechi, zoppi e paralitici lì sdraiati, è difficile immaginare come qualcuno
potesse riuscire a entrare in tempo nella vasca
per poter sfruttare l’effetto guaritore del
movimento di quell’acqua. D’altronde, i ciechi non potevano nemmeno vedere l’acqua che
si muoveva, e gli zoppi e i paralitici non erano abbastanza agili da poter compiere queste azioni. Dal punto di
vista spirituale, tutte quelle persone
si trovavano nella stessa condizione: erano incapaci di fare qualcosa
per salvarsi.
Ed è questo anche lo scenario attuale: c’è un mucchio di
gente in attesa di un segnale visibile
per poi eseguire un qualche tipo di azione e così liberarsi dei propri problemi. Quello di cui le persone non
si rendono conto è che i problemi
sono solo la conseguenza di un
problema maggiore: la nostra condizione di peccatori perduti. Forse alcuni lì avrebbero addirittura preferito
solo provare a vedere l’angelo prima che l’acqua
si muovesse; e pure oggigiorno non mancano persone che preferiscono occuparsi di angeli.
Il
vero problema di questi infermi è che stanno guardando nella direzione sbagliata, sperando che la
loro salvezza provenga da qualche angelo,
da un segno visibile, o dai propri sforzi. L’unico, però, che può
salvarli è lì proprio in mezzo a
loro, ma purtroppo nessuno volge lo sguardo
verso di lui. Così è ogni essere umano. Nella lettera ai Romani 3:11 c’è scritto che “non c’è nessuno che cerchi Dio”, nemmeno
uno.
Perciò l’iniziativa
parte da Gesù, che non solo
riesce a vedere che quest’uomo è malato, ma sa benissimo che è in
questo stato da trentotto anni. Gli chiede allora se vuole essere
guarito, tuttavia il povero uomo è così
preoccupato dei suoi limiti che spiega a Gesù che non ha nessuno che lo
metta nella
vasca quando l’acqua
si muove. Ma chi ha mai parlato di vasche?
“Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina” (Giovanni 5:8), gli dice Gesù. Il
risultato è lo stesso di ogni altra volta in cui la parola del Signore è bastata affinché i ciechi vedessero, i muti parlassero e i morti resuscitassero.
Se desideri essere guarito dai tuoi peccati e avere la vita
eterna, perché continui a guardare te stesso o chiunque altro oltre a Gesù? Non sto parlando di una religione ma di una persona. La religione vuole che
tu rimanga attaccato al lettuccio delle incertezze, poiché di questo vive. Infatti, sai da dove verrà il
primo rimprovero ricevuto da quest’uomo dopo esser stato guarito? Sì, dalla religione. Questo è
quanto vedremo nei prossimi 3 minuti.