Nel guarire un uomo di sabato Gesù desta l’ira dei giudei
religiosi. La legge data da Dio a Mosè ordinava che nessun lavoro fosse svolto il sabato e che i trasgressori dovrebbero essere puniti con la
morte mediante lapidazione. Questi giudei, che adesso desiderano uccidere Gesù, non
si rendono conto di due cose.
Innanzitutto non capiscono che la legge del sabato
era stata data a beneficio dell’uomo. Dio voleva che il suo popolo
si riposasse, e proprio per questo qualsiasi
tipo di lavoro era
proibito; ma le attività che avevano l’obiettivo di salvare una vita o
di guarire un malato non erano considerate un lavoro, anzi erano atti di
misericordia.
In un’occasione, come leggiamo in Matteo 12:11, Gesù ha fatto l’esempio della pecora
che qualunque giudeo era pronto a soccorrere se fosse caduta in una
fossa in giorno di sabato. Quegli stessi giudei, che avevano così
tanta cura delle
loro pecore, qui restano indifferenti di fronte alla guarigione operata da Gesù su un uomo il quale da trentotto anni
si trovava imprigionato nella fossa della
sua infermità.
La seconda cosa che i giudei non riescono a comprendere è che
chi ha guarito quest’uomo di sabato, è lo stesso Dio il quale in passato ha dato la Legge a Israele. “Tutte le cose
sono state fatte per mezzo di lui” (Giovanni 1:3), ed è anche stato lui che poi
si è riposato “il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatto” (Genesi 2:2). Tuttavia
per Dio quello sarebbe stato il suo ultimo riposo, poiché subito dopo Adamo ed Eva cadono in peccato, e fin da allora l’umanità ha
solo dato molto da fare al suo Creatore.
“Il
Padre mio opera fino ad
ora, ed anch’io opero” (Giovanni 5:17), è
quanto Gesù risponde ai giudei religiosi che lo criticano
per aver guarito l’uomo in giorno di sabato. Il dettaglio è che, così dicendo, Gesù
si rende colpevole, ai loro occhi, di qualcosa di ancora più
grave della trasgressione del sabato. Sì, perché avrebbe bisogno d’essere
eterno per poter, pure lui, lavorare
fino ad ora come fa il
Padre; e chiamando Dio “Padre”, sta affermando di essere uguale a Dio.
Chiamare Dio “Padre”
era impensabile per un giudeo. Nell’Antico
Testamento ci sono alcuni passaggi che chiamano Dio “padre” degli esseri umani, come in Malachia 2:10, però nessuno di
loro nel senso di filiazione. Appaiono nel
senso di Creatore, oppure di colui che
bada alla sua creazione, eppure mai nel
senso di qualcuno che trasmette il suo DNA o la propria
natura a un figlio generato da lui.
La rivelazione che Gesù fa ai giudei ci
mostra che c’è un legame intimo e indissolubile tra lui e il
Padre, e “per questo i giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non
solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo
Padre, facendosi uguale a Dio.” (Giovanni 5:18).
Nei prossimi 3 minuti Gesù ci presenterà maggiori particolari
su questo legame e sulla sua divinità.