#226 - Il giudizio di questo mondo - Giovanni 12:27-33

Sebbene sia senza peccato, Gesù condivide i sentimenti umani. E perciò dice: “Ora l'anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo io sono giunto a quest'ora.” (Giovanni 12:27). Chi l'avrebbe mai potuto immaginare che il Figlio di Dio sarebbe venuto nella carne per essere “Emmanuele”, cioè “Dio con noi”? O che avrebbe avuto fame, sete e stanchezza, oppure che si angoscerebbe per la prospettiva della croce? La prossima volta che ti lamenterai di non essere amato da Dio, pensa a tutto questo.


Invece di pregare per essere liberato dalla morte, Gesù prega affinché il nome del Padre sia glorificato. La risposta è immediata: “Allora venne una voce dal cielo: «L’ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!»” (Giovanni 12:28). Il nome del Padre era stato glorificato dalla vita perfetta di Gesù su questa terra; ora sarebbe nuovamente glorificato dal perfetto sacrificio dell’Agnello di Dio.


Il destino del mondo è segnato: gli uomini inchioderanno Cristo a una croce, dando la maggior prova possibile del rifiuto e dell’odio contro il loro Creatore. Credi ancora nell’umanità e speri in un mondo migliore attraverso lo sforzo congiunto della società? Lo sforzo congiunto della società, nella crocifissione, li ha uniti tutti contro Gesù: religiosi, politici e persino ladri.


L’umanità è colpevole di aver rigettato Gesù. I giudei, in particolare, portano su di la maledizione che hanno pronunciato in Matteo 27:25: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli.. Ed è stato così fin d’allora. Gesù avverte che “sarà cacciato fuori il principe di questo mondo” (Giovanni 12:31), dichiarando in questo modo la completa e definitiva vittoria su Satana. Sulla croce il serpente avrebbe avuto la testa schiacciata dal calcagno ferito del seme della donna, come Dio aveva promesso nel giardino dell’Eden (Genesi 3:15).


Se però Gesù è morto ed è stato risuscitato, e se pure Satana è stato sconfitto, perché le cose stanno come stanno e Cristo non è ancora tornato? Lasciamo che ci risponda Pietro, tramite la sua seconda epistola:


I cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi. Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno. Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento. Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. (2 Pietro 3:7-13).


Se non hai ancora creduto in Gesù come tuo Salvatore, è anche per amor tuo che la pazienza di Dio sta trattenendo il giudizio. Forse sei proprio tu l’ultimo “passeggero” a dover andare in cielo. E se sei già stato salvato dal Signore, continueresti tuttora qui, magari per poter testimoniare a quest’ultimo ancora incredulo “passeggero”.


Nei prossimi 3 minuti la luce starà per spegnersi.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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