Sebbene sia senza peccato, Gesù condivide i sentimenti umani. E perciò dice: “Ora
l'anima mia è turbata; e che dirò: Padre, salvami da quest'ora? Ma
per questo io sono giunto a quest'ora.” (Giovanni 12:27).
Chi l'avrebbe mai potuto immaginare che il Figlio di Dio sarebbe venuto nella
carne per essere “Emmanuele”, cioè “Dio con noi”? O che avrebbe avuto fame,
sete e stanchezza, oppure che si angoscerebbe
per la prospettiva della croce? La prossima
volta che ti lamenterai di non essere amato da Dio,
pensa a tutto questo.
Invece di pregare
per essere liberato dalla morte, Gesù
prega affinché il nome del
Padre sia glorificato. La risposta è immediata: “Allora venne una voce dal cielo:
«L’ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!»”
(Giovanni 12:28). Il
nome del Padre
era stato glorificato dalla vita perfetta di Gesù su questa
terra; ora sarebbe nuovamente glorificato dal perfetto sacrificio dell’Agnello di Dio.
Il
destino del mondo è segnato: gli uomini inchioderanno
Cristo a una croce, dando la maggior prova possibile del rifiuto e dell’odio contro il
loro Creatore. Credi ancora nell’umanità e
speri in un mondo migliore attraverso lo sforzo congiunto della società?
Lo sforzo congiunto della società, nella crocifissione, li ha uniti
tutti contro Gesù: religiosi, politici e persino
ladri.
L’umanità è colpevole di aver rigettato Gesù. I giudei, in particolare, portano su di
sé la maledizione che hanno pronunciato in Matteo 27:25: “Il suo
sangue ricada su di noi e sui nostri figli.”.
Ed è stato così fin d’allora. Gesù avverte che “sarà cacciato fuori il principe di questo mondo” (Giovanni 12:31), dichiarando in questo
modo la completa e definitiva vittoria su Satana. Sulla croce il
serpente avrebbe avuto la testa schiacciata dal calcagno ferito del seme della donna, come Dio aveva promesso nel giardino dell’Eden (Genesi 3:15).
Se però Gesù è
morto ed è stato risuscitato, e se pure Satana è stato sconfitto, perché le cose stanno come stanno e
Cristo non è ancora tornato? Lasciamo che ci risponda Pietro, tramite la
sua seconda epistola:
“I cieli e la
terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco
per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi. Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa:
per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni
sono come un giorno. Il Signore non ritarda l'adempimento della
sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente
verso di voi, non volendo che qualcuno
perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento. Il giorno del Signore
verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli
elementi infiammati
si dissolveranno, la terra e le opere che
sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi,
per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infuocati
si dissolveranno e gli elementi infiammati
si scioglieranno! Ma, secondo la sua
promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia.”
(2 Pietro 3:7-13).
Se non hai ancora creduto in Gesù come tuo Salvatore, è anche
per amor tuo che la pazienza di Dio sta trattenendo il giudizio. Forse sei proprio
tu l’ultimo “passeggero” a dover andare in cielo. E se sei già stato salvato dal Signore, continueresti tuttora qui, magari
per poter testimoniare a quest’ultimo ancora incredulo “passeggero”.
Nei prossimi 3 minuti la luce starà
per spegnersi.