#228 - Il piede in due staffe - Giovanni 12:42-43

Qualunque sia la ragione per cui andremo o no a Gesù, sarà senz’altro egoistica. Andiamo a lui poiché magari siamo malati, bisognosi o smarriti, e lo eviteremo forse per paura di perdere la famiglia, gli amici o la nostra posizione in società. È il caso di questo capitolo 12, in cui si dichiara che “molti, anche tra i capi, credettero in lui; ma a causa dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga; perché amarono la gloria degli uomini più della gloria di Dio. (Giovanni 12:42-43). Oggigiorno sarebbero quelli che non vogliono schierarsi apertamente affinché non siano criticati o danneggiati.


Nella tua salvezza non c’è nulla di cui potresti gloriarti: essa viene da Dio, non da te. “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo. (Efesini 2:8-10). E tutto questo non piace agli esseri umani, che invece adorano essere adulati per via delle proprie opere. Qui, per non perdere i privilegi che hanno nella loro religione, alcuni giudei credono in Gesù ma non lo confessano come Signore e Salvatore.


Tuttavia, la Parola di Dio è molto chiara quando afferma, nella lettera ai Romani, che “se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Col cuore, infatti, si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione per ottenere salvezza (Romani 10:9-10).


Questo capitolo ci parla di coloro che non confessavano pubblicamente la loro fede in Gesù, in quanto intimoriti dinanzi alla perdita della loro posizione “nell’accampamento” sociale e religioso. E pensi che ciò ora sia cambiato con la Chiesa? Purtroppo no, dato che i cristiani sono fatti della loro stessa carne; quindi c’era da aspettarsi che si trovasse il modo perché la fede del cuore e la confessione della bocca potessero essere esercitate, senza però perdere il gusto dell’adulazione umana.


Ecco il motivo per cui attualmente trovi molti gruppi di cristiani che creano i propri mezzi per garantire un “ripienoper l’ego. In primo luogo, i doni di evangelista, pastore e dottore - i quali non sono la stessa cosa dei talenti, come ad esempio l’abilità di cantare, parlare o scrivere - sono diventati titoli onorifici, tale e quale a quelli che usiamo per le autorità civili e militari.


Poi sono sorti svariati incarichi ecclesiastici: direttori, presidenti, ecc. E persino il termine “reverendo”, che la Bibbia utilizza soltanto per riferirsi a Dio, è cominciato a essere adoperato da uomini comuni, creandosi addirittura dei corsi di teologia che conferiscono agli studenti il prestigioso titolo di “Dottore in Divinità”. L’ego ama queste cose.


Nessuno s’inganni: Gesù non ha avuto alcun onore “nell’accampamento” del giudaismo. Ha sperimentato solo disonore, vergogna e disprezzo. Pure oggi c’è una specie di “accampamento” della cristianità, valendo anche per noi il seguente ammonimento: “Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. (Ebrei 13:13).


Nei prossimi 3 minuti scoprirai come mai è impossibile per chiunque credere in Dio senza credere in Gesù.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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