Molte persone leggono il versetto 22 del capitolo 5 della lettera ai Galati pensando, però, alla parola “frutto” al plurale. Tuttavia guarda bene cosa c’è scritto: “Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo.” (Galati 5:22). Ti sei reso conto che “frutto” è al singolare? Il termine compare così pure nel capitolo 15 del Vangelo di Giovanni, quando Gesù dice: “Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto” (Giovanni 15:5).
Le parole amore, gioia, pace, ecc., nell’epistola ai Galati, in realtà sono le qualità del frutto dello Spirito nella vita di colui che crede in Gesù ed è connesso alla vera vite. Forse mi dirai di conoscere un sacco di gente amorevole, paziente, benigna, mansueta ed equilibrata che non ha mai creduto in Gesù. Sì, alcuni di questi attributi si trovano naturalmente negli esseri umani e persino negli animali.
Però qui l’argomento non sono le caratteristiche naturali ma il frutto dello Spirito di Dio, cioè le nove sfaccettature che compongono il carattere cristiano. Le prime tre sono interiori: amore, gioia e pace. Dopo abbiamo altre tre esteriori, dal nostro rapporto con le persone: pazienza, gentilezza e bontà. Le ultime tre, ossia fede, mansuetudine e autocontrollo, parlano della nostra relazione con Dio. Metti tutto questo insieme e avrai l’espressione di com’è Gesù.
E lo stesso apostolo Paolo ci rivela come ha potuto essere in grado di portare frutto: “Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20). Riesci a capire che la vita cristiana non è un elenco di leggi e regole ma la manifestazione, in noi, di quanto Cristo è in se stesso?
Puoi anche avere tali tratti naturali, come l’amore, la pazienza o la mansuetudine, e addirittura svilupparne uno più dell’altro, giacché sono indipendenti. Eppure quando si tratta del frutto dello Spirito in noi, tutti loro formano un insieme armonico, un frutto perfetto. Pensa ora a un mandarino con spicchi di dimensioni diverse e avrai un’aberrazione, non un frutto perfetto. Il frutto dello Spirito nel cristiano porta tutte queste qualità in ugual misura.
Inoltre, devi notare che esiste una grande differenza tra un frutto artificiale, di plastica ed inerte, e un frutto naturale, vivo e profumato. Il primo è prodotto in una fabbrica dallo sforzo umano. L’altro cresce naturalmente, purché riceva di continuo la linfa dall’albero che lo produce. Per te adesso avrà molto più senso ciò che Gesù ha detto prima nel capitolo 15 di Giovanni:
“Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla.” (Giovanni 15:4-5).
Nei prossimi 3 minuti: tutto quello che vorrai, Dio lo farà.