La terra prima del diluvio è l’invidia di qualsiasi autore di letteratura fantasy. Era un pianeta completamente diverso. Infatti, non pioveva: “Ma dalla terra saliva un vapore che irrigava tutta la superficie del suolo.” (Genesi 2:6). Le condizioni atmosferiche, la radiazione solare e un minore degrado genetico permettevano alla sua popolazione vegetariana di vivere per quasi mille anni! Sì, vegetariana, giacché la carne sarebbe stata data come cibo soltanto dopo il diluvio.
Alla
vigilia del diluvio il numero di persone nel mondo avrebbe potuto
essere uguale o maggiore di quello attuale. Basta
fare i conti per capirlo. C’era un’unica civiltà, un’unica
lingua e un unico continente. L’aspettativa di vita era misurata in
centinaia di anni e si trasmettevano verbalmente, e di prima mano,
secoli di conoscenza. Il padre e il nonno di Noè erano
contemporanei di Adamo, il quale ha raccontato loro cosa era accaduto
nell’Eden. Ecco perché non c’era idolatria prima del diluvio. Tutti
sapevano che Dio era reale però, nonostante ciò, cercavano di
sostituirlo con le capacità umane, come fanno gli umanisti
moderni.
Nell’Eden
Satana era stato avvertito che un discendente della donna gli avrebbe
schiacciato la testa (Genesi 3:15), e allora
ha escogitato un piano per corrompere la stirpe umana. Così, i suoi
angeli caduti hanno abbandonato il loro stato naturale, assumendo la
forma umana e fecondando donne che hanno generato degli esseri ibridi e
potenti, conosciuti come “nephilim”
o “giganti”. Ora sai da dove provengono le antiche leggende dei titani e dei semidei. Sì, non sono leggende, sono veramente esistiti.
Tra
questi abitanti secolari, i quali convivevano con giganti dai poteri
visti solo nei libri di fantascienza, Dio era
riconosciuto e rispettato da pochi. Anzi, direi pochissimi, se si
considera che solamente Noè, sua moglie, figli e nuore, cioè otto anime,
hanno creduto nella Parola di Dio sulla distruzione del mondo. Sono
stati gli unici a entrare nell’immensa arca piena
di animali, la cui porta è stata chiusa dall’esterno da Dio stesso.
Per
oltre cent’anni Noè ha annunciato pubblicamente sia il giudizio di Dio
che la salvezza per fede (Genesi 6:3). Gesù,
in Spirito, predicava attraverso Noè a coloro che più tardi avrebbero
avuto il loro spirito in prigione, appunto per aver rifiutato la Parola
di Dio (1 Pietro 3:19). Per essere salvati, sarebbe stato sufficiente
credere nella sua Parola e rimanere nel luogo
stabilito da Dio: l’arca. Tuttavia, questo richiedeva fede, poiché
l’arca era stata costruita sulla terraferma e in un’epoca in cui nessuno
sapeva ancora cosa fosse la pioggia, figuriamoci un diluvio.
Oggi
Dio ci avverte che questo mondo sarà un’altra volta distrutto, ma dal
fuoco. E che adesso la salvezza è in una Persona,
Gesù, il Figlio di Dio, l’unico sul quale il fuoco del giudizio divino è
già caduto. Per essere salvati da un’alluvione, sarebbe necessario
galleggiare, vero? Per essere salvati dal fuoco, si dovrebbe restare
dove esso ha già bruciato.
Nei prossimi 3 minuti l’uomo troverà altri modi di sfuggire a Dio.