#281 - Viaggio nel tempo - Genesi 5 e 6

La terra prima del diluvio è l’invidia di qualsiasi autore di letteratura fantasy. Era un pianeta completamente diverso. Infatti, non pioveva: “Ma dalla terra saliva un vapore che irrigava tutta la superficie del suolo.” (Genesi 2:6). Le condizioni atmosferiche, la radiazione solare e un minore degrado genetico permettevano alla sua popolazione vegetariana di vivere per quasi mille anni! Sì, vegetariana, giacché la carne sarebbe stata data come cibo soltanto dopo il diluvio.


Alla vigilia del diluvio il numero di persone nel mondo avrebbe potuto essere uguale o maggiore di quello attuale. Basta fare i conti per capirlo. C’era un’unica civiltà, un’unica lingua e un unico continente. L’aspettativa di vita era misurata in centinaia di anni e si trasmettevano verbalmente, e di prima mano, secoli di conoscenza. Il padre e il nonno di Noè erano contemporanei di Adamo, il quale ha raccontato loro cosa era accaduto nell’Eden. Ecco perché non c’era idolatria prima del diluvio. Tutti sapevano che Dio era reale però, nonostante ciò, cercavano di sostituirlo con le capacità umane, come fanno gli umanisti moderni.


Nell’Eden Satana era stato avvertito che un discendente della donna gli avrebbe schiacciato la testa (Genesi 3:15), e allora ha escogitato un piano per corrompere la stirpe umana. Così, i suoi angeli caduti hanno abbandonato il loro stato naturale, assumendo la forma umana e fecondando donne che hanno generato degli esseri ibridi e potenti, conosciuti come “nephilim” o “giganti”. Ora sai da dove provengono le antiche leggende dei titani e dei semidei. Sì, non sono leggende, sono veramente esistiti.


Tra questi abitanti secolari, i quali convivevano con giganti dai poteri visti solo nei libri di fantascienza, Dio era riconosciuto e rispettato da pochi. Anzi, direi pochissimi, se si considera che solamente Noè, sua moglie, figli e nuore, cioè otto anime, hanno creduto nella Parola di Dio sulla distruzione del mondo. Sono stati gli unici a entrare nell’immensa arca piena di animali, la cui porta è stata chiusa dall’esterno da Dio stesso.


Per oltre cent’anni Noè ha annunciato pubblicamente sia il giudizio di Dio che la salvezza per fede (Genesi 6:3). Gesù, in Spirito, predicava attraverso Noè a coloro che più tardi avrebbero avuto il loro spirito in prigione, appunto per aver rifiutato la Parola di Dio (1 Pietro 3:19). Per essere salvati, sarebbe stato sufficiente credere nella sua Parola e rimanere nel luogo stabilito da Dio: l’arca. Tuttavia, questo richiedeva fede, poiché l’arca era stata costruita sulla terraferma e in un’epoca in cui nessuno sapeva ancora cosa fosse la pioggia, figuriamoci un diluvio.


Oggi Dio ci avverte che questo mondo sarà un’altra volta distrutto, ma dal fuoco. E che adesso la salvezza è in una Persona, Gesù, il Figlio di Dio, l’unico sul quale il fuoco del giudizio divino è già caduto. Per essere salvati da un’alluvione, sarebbe necessario galleggiare, vero? Per essere salvati dal fuoco, si dovrebbe restare dove esso ha già bruciato.


Nei prossimi 3 minuti l’uomo troverà altri modi di sfuggire a Dio.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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