#305 – Incredulità – Giovanni 20:24-31

Tommaso non era presente alla prima riunione con i discepoli. Dove mai sarebbe finito? Non gli era giunta la notizia delle donne che avevano visto Gesù? Inoltre, nel capitolo 24 del Vangelo di Luca, entrambi i discepoli che il Signore incontra sulla strada di Emmaus sapevano già che esse affermavano di aver visto Cristo risorto. Allora, cosa mai erano andati a fare a Emmaus? In tutti e due i casi la causa è l’incredulità.

Gesù rimprovera quei due, dicendogli: “O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?” (Luca 24: 25-26). Appunto, non si trattava nemmeno di credere o meno alle donne, però di non credere a tutto ciò che i profeti avevano predetto sulla morte e risurrezione di Cristo, ossia di non credere nella Parola di Dio.

Adesso è il turno di Tommaso, nome che purtroppo oggi è sinonimo di sfiducia e d’incredulità. Dichiara agli altri: “Se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi e la mia mano nel suo costato, io non crederò.” (Giovanni 20:25). Una settimana dopo, sempre il primo giorno della settimana, i discepoli sono riuniti nello stesso luogo, incluso Tommaso.

E Gesù appare in mezzo, rivolgendosi subito a lui: “Metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi anche la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente.” (Giovanni 20:27). Beh, dinanzi a ciò, Tommaso si scioglie tutto: “Signor mio e Dio mio!” (Giovanni 20:28). Se nella prima riunione dei discepoli abbiamo visto una figura della chiesa, in questa qui Tommaso rappresenta il residuo ebreo che crederà nel Messia dopo il rapimento della chiesa, poiché cerca segni e ha bisogno di vedere per credere.

Il profeta Zaccaria l’aveva già preveduto questo momento: “In quel giorno avverrà che io mi adopererò per distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme. Riverserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto” (Zaccaria 12:9-10).

Infatti, il rimprovero a Tommaso continua: “Perché mi hai visto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto.” (Giovanni 20:29). È significativo che il testo prosegua affermando che “Gesù fece ancora molti altri segni in presenza dei suoi discepoli, che non sono scritti in questo libro. Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.” (Giovanni 20:30-31).

A quale categoria di persone appartieni? A quella che credono senza vedere, oppure a quella di Tommaso, essendo necessario vedere per credere? Sei soddisfatto semplicemente nel leggere quanto è stato scritto sui miracoli per farci credere, o sei ancora in giro alla ricerca di miracoli inauditi? Non essere Tommaso: “non sii incredulo, anzi credente” nella Parola di Dio.

Ma, anche dopo aver creduto, fai attenzione a non praticare più le stesse cose di prima. Questo è quanto accade ai discepoli nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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