Maria ha creduto alle parole dell’angelo secondo cui Emmanuele, ovvero “Dio con noi”,
sarebbe uscito dal suo grembo. Infatti, anche senza aver avuto rapporti
sessuali, era rimasta incinta dopo che lo Spirito Santo era sceso su di
lei e la potenza dell’Altissimo
l’aveva coperta con la sua ombra. Il bambino, chiamato dall’angelo “Figlio di Dio”, è stato chiamato “Signore” da Elisabetta.
Maria ed Elisabetta conoscono la promessa fatta dal profeta Isaia: “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele” o “Dio con noi” (Isaia 7:14). E lo stesso profeta
l’aveva predetto: “Poiché un bambino ci è nato… e sarà chiamato
Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della
pace. Non ci sarà fine all'incremento del suo impero e pace sul trono di
Davide e sul suo regno, per stabilirlo fermamente e
rafforzarlo mediante il giudizio e la giustizia, ora e sempre.” (Isaia 9:5-6).
Dove, però, sarebbe nato il bambino? Maria lo sa, giacché il profeta Michea aveva già avvertito: “Ma
tu, o Betlemme Efrata, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda,
da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui
origini sono dai tempi
antichi, dai giorni eterni.” (Michea 5:2). Perciò Maria sarebbe rimasta incinta anche se vergine, suo figlio sarebbe stato “Dio con noi”, il quale avrebbe assunto il trono di Davide, e avrebbe instaurato un regno di pace senza fine. Poiché è Dio,
esiste “dai giorni eterni”.
Ma aspetta! Il profeta Michea aveva detto che il Messia sarebbe nato a “Betlemme”?!
Maria viveva a Nazaret, a 150 chilometri di distanza, ossia un mese di
cammino. O il bambino non era il Messia promesso a Israele, oppure
sarebbe dovuto succedere qualcosa
affinché questa giovane incinta arrivasse al momento e nel luogo
previsti per il parto. Ed è quello che è accaduto, come leggiamo nel
primo versetto del capitolo 2 di Luca:
“Ora, in quei giorni fu emanato un decreto da parte di Cesare
Augusto, che si compisse il censimento di tutto l'impero… E tutti
andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Or anche Giuseppe
uscì dalla città di Nazaret della Galilea, per recarsi
in Giudea nella città di Davide, chiamata Betlemme, perché egli era
della casa e della famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria” (Luca 2:1-5).
Il libro di Proverbi ci dice che “Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole.” (Proverbi 21:1). Nemmeno l’imperatore romano sapeva di essere una marionetta nelle mani di Dio. E tutto ciò vale ancora oggi
per ogni governante, indipendentemente da quanto creda di avere il controllo.
Nei prossimi 3 minuti Giuseppe e Maria scopriranno che non c’è posto per Gesù in questo mondo.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)