#325 – Betlemme – Luca 2:1-5

Maria ha creduto alle parole dell’angelo secondo cui Emmanuele, ovvero “Dio con noi”, sarebbe uscito dal suo grembo. Infatti, anche senza aver avuto rapporti sessuali, era rimasta incinta dopo che lo Spirito Santo era sceso su di lei e la potenza dell’Altissimo l’aveva coperta con la sua ombra. Il bambino, chiamato dall’angelo “Figlio di Dio”, è stato chiamato “Signore” da Elisabetta.

Maria ed Elisabetta conoscono la promessa fatta dal profeta Isaia: “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele” o “Dio con noi” (Isaia 7:14). E lo stesso profeta l’aveva predetto: “Poiché un bambino ci è nato… e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace. Non ci sarà fine all'incremento del suo impero e pace sul trono di Davide e sul suo regno, per stabilirlo fermamente e rafforzarlo mediante il giudizio e la giustizia, ora e sempre.” (Isaia 9:5-6).

Dove, però, sarebbe nato il bambino? Maria lo sa, giacché il profeta Michea aveva già avvertito: “Ma tu, o Betlemme Efrata, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni.” (Michea 5:2). Perciò Maria sarebbe rimasta incinta anche se vergine, suo figlio sarebbe stato “Dio con noi”, il quale avrebbe assunto il trono di Davide, e avrebbe instaurato un regno di pace senza fine. Poiché è Dio, esiste “dai giorni eterni”.

Ma aspetta! Il profeta Michea aveva detto che il Messia sarebbe nato a “Betlemme”?! Maria viveva a Nazaret, a 150 chilometri di distanza, ossia un mese di cammino. O il bambino non era il Messia promesso a Israele, oppure sarebbe dovuto succedere qualcosa affinché questa giovane incinta arrivasse al momento e nel luogo previsti per il parto. Ed è quello che è accaduto, come leggiamo nel primo versetto del capitolo 2 di Luca:

Ora, in quei giorni fu emanato un decreto da parte di Cesare Augusto, che si compisse il censimento di tutto l'impero… E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Or anche Giuseppe uscì dalla città di Nazaret della Galilea, per recarsi in Giudea nella città di Davide, chiamata Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria” (Luca 2:1-5).

Il libro di Proverbi ci dice che “Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole.” (Proverbi 21:1). Nemmeno l’imperatore romano sapeva di essere una marionetta nelle mani di Dio. E tutto ciò vale ancora oggi per ogni governante, indipendentemente da quanto creda di avere il controllo.

Nei prossimi 3 minuti Giuseppe e Maria scopriranno che non c’è posto per Gesù in questo mondo.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#324 – Lasciati indietro – 2 Tessalonicesi 2:10-12

Negli ultimi 3 minuti ho parlato della chiusura della finestra di opportunità che è il tempo della chiesa in questo mondo. Non appena l’ultimo membro del corpo di Cristo sarà stato aggiunto, Gesù ritornerà per coloro che gli appartengono. Al momento del rapimento della chiesa il Signore scenderà tra le nuvole per incontrare i suoi nell’aria, a metà strada verso il cielo (1 Tessalonicesi 4:17). E solo sette anni dopo, nella sua gloriosa venuta per instaurare il Regno, poserà i suoi piedi sul Monte degli Ulivi (Zaccaria 14:4).

Il rapimento è il segnale affinché l’orologio profetico torni ad operare. Le profezie dell’Antico Testamento si fermano alla morte del Messia e alla distruzione del tempio e della città di Gerusalemme. Nel capitolo 9 del libro del profeta Daniele mancavano soltanto sette anni al ritorno del Messia per regnare; tuttavia sono già trascorsi ormai più di duemila anni da allora. Ecco perché il periodo della chiesa è una parentesi nella profezia; infatti, è una lacuna di cui gli antichi profeti non erano a conoscenza che ci sarebbe stata. Ora, però, tu lo sai.

Nei sette anni successivi al rapimento avviene ciò che troviamo in Daniele 9:27, e pure dal capitolo 4 dell’Apocalisse in poi. Il tempio viene ricostruito, l’anticristo viene rivelato, il fedele residuo d’Israele viene perseguitato e martirizzato, mentre altri vengono preservati per entrare nel regno millenario e terreno di Cristo.

Questa sarà l’epoca in cui il vangelo del Regno verrà predicato fino ai confini della terra, prima che giunga la fine. Ed è quanto appare in Matteo 24, quando il rimanente giudeo che avrà perseverato fino alla fine potrà entrare sano e salvo nel regno. È il momento nel quale il Signore verrà a giudicare le nazioni, come descritto nel capitolo 25 di Matteo. Le “pecore”, ovvero quelli che hanno accolto e protetto il residuo degli ebrei fedeli, avranno il privilegio di partecipare al regno sulla terra. I “capri”, che hanno perseguitato tali “minimi fratelli” di Gesù, saranno uccisi. Ma in quale gruppo sarà inserito colui che ha ascoltato il vangelo ed è stato lasciato indietro nel rapimento? Sì, nel gruppo dei “capri”.

Nel secondo capitolo di 2 Tessalonicesi ci è spiegato che questi “hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati. E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità” (2 Tessalonicesi 2:10-12). Per chi oggi ascolta il vangelo e non crede, il rapimento sarà come la morte: porrà fine alla possibilità di essere salvato. Solamente coloro che non hanno mai sentito parlare del vangelo potranno credere in questo periodo; gli altri crederanno alla menzogna dell’anticristo. Quindi, se stai pensando di prendere una decisione dopo il rapimento, non illuderti. Dio ti costringerà a credere alla menzogna, poiché hai rifiutato la verità.

Nei prossimi 3 minuti torneremo al Vangelo di Luca per scoprire in che modo Dio risolverà il problema di Gesù, che deve nascere a Betlemme.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#323 – La Parentesi – 1 Tessalonicesi 4:16-17

Nel primo capitolo del suo vangelo l’apostolo Giovanni afferma che “la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.” (Giovanni 1:17). Perciò, ci svela un nuovo modo in cui Dio interagisce con l’uomo; infatti, dentro questo periodo, vediamo qualcosa che non c’era nell’Antico Testamento e nemmeno nei vangeli: la chiesa.

In Matteo 16 Gesù ci ha rivelato che avrebbe edificato la chiesa in un tempo fino ad allora futuro. Pertanto, la chiesa non esisteva all’epoca dei vangeli, quando il giudaismo era ancora in vigore. Se tu fossi stato un discepolo del Signore, avresti partecipato a tutte le attività, le feste e le usanze dell’ebraismo. Se uomo, saresti stato circonciso, saresti andato al tempio di Gerusalemme, avresti offerto sacrifici di animali, avresti pagato le decime, non avresti mangiato carne di maiale, non avresti lavorato di sabato, ecc. Insomma, non saresti stato un cristiano, ma un ebreo.

Tuttavia, nel capitolo 2 degli Atti tutto cambia, giacché lo Spirito Santo viene a dimorare sulla terra: nella chiesa, collettivamente, e in ogni credente individualmente. Così come il Figlio di Dio non aveva mai vissuto in questo mondo prima, lo stesso accade allo Spirito Santo. Con la morte, la risurrezione e l’ascensione di Gesù, il Consolatore è potuto discendere, come era stato promesso, per abitare presso gli uomini, essendo qualcosa di inedito, senza precedenti. Dio metteva da parte la nazione di Israele per occuparsi di un nuovo popolo, ossia la chiesa, formata da ebrei e da gentili convertiti a Cristo. In passato, Dio aveva riconosciuto l’esistenza di due tipi di persone: ebrei e gentili. Ora ne riconosce tre: giudei, gentili e la chiesa di Dio (1 Corinzi 10:32).

L’apostolo Paolo, a cui era stato affidato questo segreto, e che nessuno dei profeti dell’Antico Testamento aveva previsto, ha anche ricevuto da Dio la rivelazione che Israele sarebbe stato lasciato in sospeso per un certo periodo. Questa, appunto, è la parentesi, l’intervallo in cui l’orologio profetico si è fermato fino alla fine del tempo della chiesa sulla terra. Paolo ce ne parla nella lettera ai Romani: “Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili” (Romani 11:25).

Quando l’ultimo membro sarà stato aggiunto al corpo, il quale è la chiesa, la “totalità dei gentili” sarà stata raggiunta, e Cristo porterà la sua chiesa in cielo. “Perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore.” (1 Tessalonicesi 4:16-17).

Cosa, però, succederà a coloro che saranno lasciati indietro in questo rapimento? È quanto vedremo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#322 – Dispensazioni – 2 Timoteo 2:15

La parola greca usata per il termine ‘dispensazione’ significa letteralmente ‘gestione di una casa’ o ‘economia’. Nella Bibbia, il suo senso è: la maniera in cui Dio si rapporta all’uomo in modi diversi nelle differenti epoche storiche. Nel giardino di Eden Dio ha interagito con l’essere umano in uno stato di innocenza (Genesi 2:25). Adamo ed Eva erano tenuti a obbedire ad un solo ordine, essendoci una pena in caso di inadempienza. E hanno fallito giacché hanno dubitato di Dio, dando credito a Satana.

In seguito alla sua caduta, l’uomo smette di essere innocente, diventando responsabile. Pertanto, Dio comincia a trattarlo in base alla sua conoscenza del bene e del male, che aveva appunto iniziato ad avere, nonostante fosse incapace di evitare il male e non avesse il potere di fare il bene. Proprio come era successo alla dispensazione dell’innocenza, la dispensazione della coscienza ugualmente cadrà in rovina. La degradazione delle sue creature arriva a un punto tale che Dio dovrà distruggere il mondo con un diluvio (Genesi 7:7).

L’unica famiglia salvata è stata quella di Noè, che inaugura la dispensazione del governo, essendo lui la prima persona ad essere investita da Dio dell’autorità di giudicare i suoi simili e di applicare la pena di morte quando necessario. Ma anche tale dispensazione va in rovina. La torre che gli uomini costruiscono a Babele attira il giudizio di Dio, il quale confonde la loro lingua e li disperde (Genesi 11:8).

Poi è venuta la dispensazione della promessa, nel momento in cui Dio comanda ad Abramo di lasciare il paese dei caldei e di recarsi in una terra che gli sarebbe stata data in eredità. Per fede soltanto, Abramo parte, però senza sapere quale sarebbe stato il suo destino (Ebrei 11:8). E allo stesso modo delle altre, pure questa dispensazione della promessa finisce in rovina, essendo i suoi discendenti ridotti alla schiavitù in Egitto.

Dopo essere stati liberati dalla schiavitù, gli israeliti ricevono la dispensazione della Legge, che si basava su causa ed effetto: fai questo e vivrai; fai quest’altro e morirai; obbedisci e sarai benedetto; disobbedisci e sarai maledetto (Deuteronomio 30:19). Ancora una volta l’uomo fallisce, principiando allora Dio la dispensazione della grazia (Efesini 3:2), quando ci invia suo Figlio. Con la venuta di Gesù, “Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli” (2 Corinzi 5:19).

La storia dell’uomo sulla terra termina con la dispensazione del Regno di Cristo durante il millennio. È anche chiamata la “dispensazione della pienezza dei tempi” (Efesini 1:10). Se i profeti dell’Antico Testamento avessero considerato tutta la storia dell’umanità pari ad una linea orizzontale su un foglio di carta, non avrebbero comunque visto una parte che era loro nascosta. Sarebbe come se il foglio fosse stato piegato giustamente nella dispensazione della grazia di Dio. E quanto è rimasto occulto ai profeti dell’Antico Testamento, sarà ciò che scopriremo nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#321 – Dissezionando la Parola – 2 Timoteo 2:15

La lode di Zaccaria, padre di Giovanni Battista, non ha alcun senso per chi non è ebreo, discendente di israeliti e viva nell’attesa dell’instaurazione del Regno promesso al re Davide, con la distruzione dei loro nemici. Per chi non è nato in Israele, essendo discendente di europei, africani, asiatici, ecc. e non avendo sangue ebraico, le parole di Zaccaria suonano come una lettera spedita all’indirizzo sbagliato.

Quando l’apostolo Paolo ha scritto al giovane Timoteo, gli ha detto qualcosa di molto importante: “Sforzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.” (2 Timoteo 2:15). Il verbo ‘tagliare’, che leggiamo in questa versione della Bibbia, ha nel greco originale il significato di ‘sezionare’. Già, proprio come fa un medico legale con il suo bisturi, separando e identificando ogni organo e la sua funzione nel corpo.

Infatti, dobbiamo fare lo stesso con la Parola di Dio, dividendo, differenziando e identificando ogni brano per applicarlo correttamente. E ciò si può fare chiedendosi: Cosa ha detto Dio? A chi l’ha detto? Quando? Dove? In quali circostanze? A quale scopo? A quale popolo, epoca e luogo?

Molte persone, ad esempio, cercano di adattare delle cose al cristianesimo, le quali sono state dette esplicitamente nel contesto del giudaismo. Il risultato è la confusione di dottrine e chiese che puoi trovare nella cristianità, oltre ad una moltitudine di anime deluse perché le promesse che hanno letto nell’Antico Testamento, o persino nei Vangeli, non hanno funzionato per loro. Beh, non hanno funzionato, in realtà, perché non erano per loro!

Il cristiano deve imparare a ‘maneggiare’ la parola della Verità, e a comprendere come suddividere la storia dell’umanità, affinché capisca come ogni cosa si inserisca nelle differenti dispensazioni. In Efesini 3:2, appunto, si parla della “dispensazione della grazia di Dio”. Il verbo ‘dispensare’ significa concedere qualcosa a determinate condizioni. Ed è proprio quanto ha fatto Dio con gli uomini: in diversi momenti della storia ha concesso loro situazioni, responsabilità e promesse specifiche, trattandoli in modo distinto in ogni dispensazione.

Nei prossimi 3 minuti faremo alcune ‘incisioni’ nella Parola di Dio per identificare le principali dispensazioni o modi in cui Dio interagisce con gli esseri umani.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#320 – La lode di Zaccaria – Luca 1:57-68

Elisabetta dà alla luce un figlio e i suoi parenti e vicini credono che si chiamerà Zaccaria, dal nome di suo padre. L’ottavo giorno, però, Elisabetta rivela loro che il suo nome sarà Giovanni. Allora, “domandarono con cenni a suo padre, come voleva che lo si chiamasse.” (Luca 1:62).

Zaccaria era rimasto muto per la sua incredulità quando l’angelo gli aveva annunciato che Elisabetta gli avrebbe dato un figlio nella sua vecchiaia. Infatti, qui i suoi parenti si mettono a parlare a gesti per chiedergli il nome del bambino, il che fa pensare che lui sia anche diventato sordo. L’incredulità non solo ti impedisce di parlare di Dio, ma pure di ascoltare ciò che Dio vuole dirti.

Così, Zaccaria dovrà scrivere su una tavoletta che il nome di suo figlio sarà Giovanni, ponendo fine alla sua incredulità e accettando quanto Dio aveva preparato per lui. Ora, pieno dello Spirito Santo, inizia a discorrere su quello che Dio ha fatto. Di solito, in questi casi, si proferirebbero parole di gratitudine solamente per quel suo bambino; tuttavia, Zaccaria comincia ad esaltare soprattutto un’altra persona: Gesù, il Cristo, il Messia promesso a Israele.

Sebbene Gesù fosse ancora nel grembo di Maria, Zaccaria usa i verbi al passato, come se tutto fosse ormai accaduto. Soltanto lo Spirito Santo può darci questa prospettiva, guardando le future promesse di Dio come talmente reali da essere già ritenute compiute.

Zaccaria loda Dio “perché ha visitato e compiuto la redenzione per il suo popolo… ha suscitato una potente salvezza nella casa di Davide suo servo, come egli aveva dichiarato per bocca dei suoi santi profeti fin dai tempi antichi, perché fossimo salvati dai nostri nemici… per usare misericordia verso i nostri padri e ricordarsi del suo santo patto, il giuramento fatto ad Abrahamo, nostro padre…” (Luca 1:68-73).

Ehi ma… aspetta un attimo: cosa ho io a che fare con il popolo di Israele, di cui Zaccaria ne fa parte? Cosa mi importa di quanto dicevano gli antichi profeti di un popolo del Medio Oriente? Di quali nemici sta parlando? Se il nome di Zaccaria fosse ‘Ching Ling’, e al posto di ‘Israele’ ci fosse scritto ‘Cina’, le sue parole avrebbero senso per te? A meno che non siamo israeliti, il che non è il mio caso, niente di tutto questo ha senso per chi appartiene ad un altro popolo, con un’altra storia, altre tradizioni e altri antenati.

Certamente ciò di cui parla Zaccaria non è indirizzato a me, e lo capirai meglio quando analizzeremo la Bibbia nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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