#323 – La Parentesi – 1 Tessalonicesi 4:16-17

Nel primo capitolo del suo vangelo l’apostolo Giovanni afferma che “la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.” (Giovanni 1:17). Perciò, ci svela un nuovo modo in cui Dio interagisce con l’uomo; infatti, dentro questo periodo, vediamo qualcosa che non c’era nell’Antico Testamento e nemmeno nei vangeli: la chiesa.

In Matteo 16 Gesù ci ha rivelato che avrebbe edificato la chiesa in un tempo fino ad allora futuro. Pertanto, la chiesa non esisteva all’epoca dei vangeli, quando il giudaismo era ancora in vigore. Se tu fossi stato un discepolo del Signore, avresti partecipato a tutte le attività, le feste e le usanze dell’ebraismo. Se uomo, saresti stato circonciso, saresti andato al tempio di Gerusalemme, avresti offerto sacrifici di animali, avresti pagato le decime, non avresti mangiato carne di maiale, non avresti lavorato di sabato, ecc. Insomma, non saresti stato un cristiano, ma un ebreo.

Tuttavia, nel capitolo 2 degli Atti tutto cambia, giacché lo Spirito Santo viene a dimorare sulla terra: nella chiesa, collettivamente, e in ogni credente individualmente. Così come il Figlio di Dio non aveva mai vissuto in questo mondo prima, lo stesso accade allo Spirito Santo. Con la morte, la risurrezione e l’ascensione di Gesù, il Consolatore è potuto discendere, come era stato promesso, per abitare presso gli uomini, essendo qualcosa di inedito, senza precedenti. Dio metteva da parte la nazione di Israele per occuparsi di un nuovo popolo, ossia la chiesa, formata da ebrei e da gentili convertiti a Cristo. In passato, Dio aveva riconosciuto l’esistenza di due tipi di persone: ebrei e gentili. Ora ne riconosce tre: giudei, gentili e la chiesa di Dio (1 Corinzi 10:32).

L’apostolo Paolo, a cui era stato affidato questo segreto, e che nessuno dei profeti dell’Antico Testamento aveva previsto, ha anche ricevuto da Dio la rivelazione che Israele sarebbe stato lasciato in sospeso per un certo periodo. Questa, appunto, è la parentesi, l’intervallo in cui l’orologio profetico si è fermato fino alla fine del tempo della chiesa sulla terra. Paolo ce ne parla nella lettera ai Romani: “Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili” (Romani 11:25).

Quando l’ultimo membro sarà stato aggiunto al corpo, il quale è la chiesa, la “totalità dei gentili” sarà stata raggiunta, e Cristo porterà la sua chiesa in cielo. “Perché il Signore stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore.” (1 Tessalonicesi 4:16-17).

Cosa, però, succederà a coloro che saranno lasciati indietro in questo rapimento? È quanto vedremo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#322 – Dispensazioni – 2 Timoteo 2:15

La parola greca usata per il termine ‘dispensazione’ significa letteralmente ‘gestione di una casa’ o ‘economia’. Nella Bibbia, il suo senso è: la maniera in cui Dio si rapporta all’uomo in modi diversi nelle differenti epoche storiche. Nel giardino di Eden Dio ha interagito con l’essere umano in uno stato di innocenza (Genesi 2:25). Adamo ed Eva erano tenuti a obbedire ad un solo ordine, essendoci una pena in caso di inadempienza. E hanno fallito giacché hanno dubitato di Dio, dando credito a Satana.

In seguito alla sua caduta, l’uomo smette di essere innocente, diventando responsabile. Pertanto, Dio comincia a trattarlo in base alla sua conoscenza del bene e del male, che aveva appunto iniziato ad avere, nonostante fosse incapace di evitare il male e non avesse il potere di fare il bene. Proprio come era successo alla dispensazione dell’innocenza, la dispensazione della coscienza ugualmente cadrà in rovina. La degradazione delle sue creature arriva a un punto tale che Dio dovrà distruggere il mondo con un diluvio (Genesi 7:7).

L’unica famiglia salvata è stata quella di Noè, che inaugura la dispensazione del governo, essendo lui la prima persona ad essere investita da Dio dell’autorità di giudicare i suoi simili e di applicare la pena di morte quando necessario. Ma anche tale dispensazione va in rovina. La torre che gli uomini costruiscono a Babele attira il giudizio di Dio, il quale confonde la loro lingua e li disperde (Genesi 11:8).

Poi è venuta la dispensazione della promessa, nel momento in cui Dio comanda ad Abramo di lasciare il paese dei caldei e di recarsi in una terra che gli sarebbe stata data in eredità. Per fede soltanto, Abramo parte, però senza sapere quale sarebbe stato il suo destino (Ebrei 11:8). E allo stesso modo delle altre, pure questa dispensazione della promessa finisce in rovina, essendo i suoi discendenti ridotti alla schiavitù in Egitto.

Dopo essere stati liberati dalla schiavitù, gli israeliti ricevono la dispensazione della Legge, che si basava su causa ed effetto: fai questo e vivrai; fai quest’altro e morirai; obbedisci e sarai benedetto; disobbedisci e sarai maledetto (Deuteronomio 30:19). Ancora una volta l’uomo fallisce, principiando allora Dio la dispensazione della grazia (Efesini 3:2), quando ci invia suo Figlio. Con la venuta di Gesù, “Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli” (2 Corinzi 5:19).

La storia dell’uomo sulla terra termina con la dispensazione del Regno di Cristo durante il millennio. È anche chiamata la “dispensazione della pienezza dei tempi” (Efesini 1:10). Se i profeti dell’Antico Testamento avessero considerato tutta la storia dell’umanità pari ad una linea orizzontale su un foglio di carta, non avrebbero comunque visto una parte che era loro nascosta. Sarebbe come se il foglio fosse stato piegato giustamente nella dispensazione della grazia di Dio. E quanto è rimasto occulto ai profeti dell’Antico Testamento, sarà ciò che scopriremo nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#321 – Dissezionando la Parola – 2 Timoteo 2:15

La lode di Zaccaria, padre di Giovanni Battista, non ha alcun senso per chi non è ebreo, discendente di israeliti e viva nell’attesa dell’instaurazione del Regno promesso al re Davide, con la distruzione dei loro nemici. Per chi non è nato in Israele, essendo discendente di europei, africani, asiatici, ecc. e non avendo sangue ebraico, le parole di Zaccaria suonano come una lettera spedita all’indirizzo sbagliato.

Quando l’apostolo Paolo ha scritto al giovane Timoteo, gli ha detto qualcosa di molto importante: “Sforzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità.” (2 Timoteo 2:15). Il verbo ‘tagliare’, che leggiamo in questa versione della Bibbia, ha nel greco originale il significato di ‘sezionare’. Già, proprio come fa un medico legale con il suo bisturi, separando e identificando ogni organo e la sua funzione nel corpo.

Infatti, dobbiamo fare lo stesso con la Parola di Dio, dividendo, differenziando e identificando ogni brano per applicarlo correttamente. E ciò si può fare chiedendosi: Cosa ha detto Dio? A chi l’ha detto? Quando? Dove? In quali circostanze? A quale scopo? A quale popolo, epoca e luogo?

Molte persone, ad esempio, cercano di adattare delle cose al cristianesimo, le quali sono state dette esplicitamente nel contesto del giudaismo. Il risultato è la confusione di dottrine e chiese che puoi trovare nella cristianità, oltre ad una moltitudine di anime deluse perché le promesse che hanno letto nell’Antico Testamento, o persino nei Vangeli, non hanno funzionato per loro. Beh, non hanno funzionato, in realtà, perché non erano per loro!

Il cristiano deve imparare a ‘maneggiare’ la parola della Verità, e a comprendere come suddividere la storia dell’umanità, affinché capisca come ogni cosa si inserisca nelle differenti dispensazioni. In Efesini 3:2, appunto, si parla della “dispensazione della grazia di Dio”. Il verbo ‘dispensare’ significa concedere qualcosa a determinate condizioni. Ed è proprio quanto ha fatto Dio con gli uomini: in diversi momenti della storia ha concesso loro situazioni, responsabilità e promesse specifiche, trattandoli in modo distinto in ogni dispensazione.

Nei prossimi 3 minuti faremo alcune ‘incisioni’ nella Parola di Dio per identificare le principali dispensazioni o modi in cui Dio interagisce con gli esseri umani.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#320 – La lode di Zaccaria – Luca 1:57-68

Elisabetta dà alla luce un figlio e i suoi parenti e vicini credono che si chiamerà Zaccaria, dal nome di suo padre. L’ottavo giorno, però, Elisabetta rivela loro che il suo nome sarà Giovanni. Allora, “domandarono con cenni a suo padre, come voleva che lo si chiamasse.” (Luca 1:62).

Zaccaria era rimasto muto per la sua incredulità quando l’angelo gli aveva annunciato che Elisabetta gli avrebbe dato un figlio nella sua vecchiaia. Infatti, qui i suoi parenti si mettono a parlare a gesti per chiedergli il nome del bambino, il che fa pensare che lui sia anche diventato sordo. L’incredulità non solo ti impedisce di parlare di Dio, ma pure di ascoltare ciò che Dio vuole dirti.

Così, Zaccaria dovrà scrivere su una tavoletta che il nome di suo figlio sarà Giovanni, ponendo fine alla sua incredulità e accettando quanto Dio aveva preparato per lui. Ora, pieno dello Spirito Santo, inizia a discorrere su quello che Dio ha fatto. Di solito, in questi casi, si proferirebbero parole di gratitudine solamente per quel suo bambino; tuttavia, Zaccaria comincia ad esaltare soprattutto un’altra persona: Gesù, il Cristo, il Messia promesso a Israele.

Sebbene Gesù fosse ancora nel grembo di Maria, Zaccaria usa i verbi al passato, come se tutto fosse ormai accaduto. Soltanto lo Spirito Santo può darci questa prospettiva, guardando le future promesse di Dio come talmente reali da essere già ritenute compiute.

Zaccaria loda Dio “perché ha visitato e compiuto la redenzione per il suo popolo… ha suscitato una potente salvezza nella casa di Davide suo servo, come egli aveva dichiarato per bocca dei suoi santi profeti fin dai tempi antichi, perché fossimo salvati dai nostri nemici… per usare misericordia verso i nostri padri e ricordarsi del suo santo patto, il giuramento fatto ad Abrahamo, nostro padre…” (Luca 1:68-73).

Ehi ma… aspetta un attimo: cosa ho io a che fare con il popolo di Israele, di cui Zaccaria ne fa parte? Cosa mi importa di quanto dicevano gli antichi profeti di un popolo del Medio Oriente? Di quali nemici sta parlando? Se il nome di Zaccaria fosse ‘Ching Ling’, e al posto di ‘Israele’ ci fosse scritto ‘Cina’, le sue parole avrebbero senso per te? A meno che non siamo israeliti, il che non è il mio caso, niente di tutto questo ha senso per chi appartiene ad un altro popolo, con un’altra storia, altre tradizioni e altri antenati.

Certamente ciò di cui parla Zaccaria non è indirizzato a me, e lo capirai meglio quando analizzeremo la Bibbia nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#319 – Il Salvatore di Maria – Luca 1:46-56

Quando Elisabetta conclude il suo cantico benedicendo Maria e il frutto del suo ventre, tocca a Maria iniziare il suo bellissimo cantico, il quale ricorda per molti versi quello di Anna, la madre del profeta Samuele, nell’Antico Testamento (1 Samuele 2). Il cantico di Maria non è un’autoesaltazione, ma il riconoscimento della sua origine umile e della grazia che era stata effusa su di lei da Dio, donandole il privilegio di accogliere nel suo grembo Gesù, il Salvatore.

Le sue prime parole indicano la strada a chiunque voglia avvicinarsi a Dio: innanzitutto, devi riconoscere e magnificare il Signore, e poi confessare la propria condizione di peccatore e bisognoso di un Salvatore. È quanto fa Maria quando proclama: “L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore” (Luca 1:46-47). Maria non avrebbe chiamato Dio “mio Salvatore” se non necessitasse di salvezza come qualsiasi peccatore. Sì, credo a ciò che ha detto Maria, e spero che tu non sia tra coloro che dubitano di lei.

Nell’Antico Testamento troverai almeno tre volte la frase “non c'è alcun uomo che non pecchi” (1 Re 8:46; 2 Cronache 6:36; Ecclesiaste 7:20). L’apostolo Paolo cita uno di questi brani nella sua lettera ai Romani quando scrive: “Non c'è alcun giusto, neppure uno. Non c'è alcuno che abbia intendimento, non c'è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno.” (Romani 3:10-12). Già, sta parlando di me, di te, di Maria e di tutti gli esseri umani, a eccezione di Gesù, il quale non ha avuto un padre umano. Tutti sono ugualmente peccatori, aventi la necessità di chiamare il Signore “mio Salvatore”.

Riconoscendosi bisognosa di un Salvatore, Maria non incorre nel peccato della menzogna, come ci spiega Giovanni nella sua prima epistola: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi.” (1 Giovanni 1:8-10).

La cosa peggiore che si possa affermare è di non essere un peccatore. Così erano i farisei, e un po’ più avanti, in questo stesso Vangelo, Gesù gli avrebbe fatto notare che “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori.” (Luca 5:31-32). Chi crede che Maria sia senza peccato, può anche avere delle buone intenzioni, però non avrà alcuna base biblica. Gesù è l’unico nato senza peccato e non potrebbe nemmeno peccare, perché è Dio e Uomo.

Nei prossimi 3 minuti Elisabetta avrà un figlio.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#318 – Le gravide si incontrano – Luca 1:39-45

Maria, incinta di Gesù, visita Elisabetta, incinta di Giovanni Battista. Questo incontro fa sì che il fanciullino sobbalzi nel seno di Elisabetta. E così lei, ripiena di Spirito Santo, comincia a salmodiare e a benedire Maria e il frutto del suo grembo. Chi ha più familiarità con la Parola di Dio sa che una delle conseguenze dell’essere pieno di Spirito sarà parlare “con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore il Signore” (Efesini 5:19).

Due cose richiamano la nostra attenzione nelle parole di Elisabetta. La prima è che chiama Maria “madre del mio Signore”. Elisabetta riconosce che Gesù, ancora nel seno di sua madre, è il Messia promesso a Israele. Maria era diventata la madre di Gesù quando era stato concepito in carne nel suo ventre. Nonostante Gesù sia Dio, da nessuna parte nella Bibbia vedrai Maria essendo chiamata ‘madre di Dio’. Chiamarla in tale modo, cioè ‘madre di Dio’, equivale a dire che Dio non esisteva prima di Maria.

Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento.” (Luca 1:45), dichiara Elisabetta. Forse qua voleva sottolineare il contrasto tra la fede di Maria e l’incredulità di suo marito Zaccaria, divenuto muto poiché non aveva creduto a ciò che gli aveva detto l’angelo. Maria, invece, gli ha creduto, portandola ad aprire la sua bocca per lodare e per adorare Dio nei versetti successivi.

Una delle conseguenze della fede è il voler aprire la bocca per testimoniare, per lodare e per adorare. Non si diventa cristiani parlando di Cristo, anzi, si parla di Cristo essendo già cristiani. Ecco cosa ci dice l’apostolo Paolo nella sua seconda lettera ai Corinzi: “Secondo ciò che è scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo, perciò parliamo, sapendo che colui che risuscitò il Signore Gesù risusciterà anche noi con Gesù” (2 Corinzi 4:13-14).

Il primo passo che devi dare, per essere salvato, sarà parlare con Dio, confessando la tua condizione di peccatore e chiedendo la salvezza. Tuttavia, non per i tuoi meriti, la tua carità o buone opere, ma confidando che Gesù ha già pagato sulla croce per tutti i tuoi peccati, tanto quelli che hai dapprima commesso, quanto quelli che ancora sicuramente compirai fino alla fine della tua vita qui. Devi riconoscere che Gesù è Signore, padrone assoluto del tuo essere. Paolo lo esprime così: “Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti, con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati.” (Romani 10:9-10).

Ti consiglio di farlo adesso, altrimenti non capirai perché, nei prossimi 3 minuti, Maria afferma di essere una peccatrice e di avere bisogno di un Salvatore.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

#317 – Credere oltre la ragione – Luca 1:36-38

A differenza di Zaccaria, il quale dubitava che sua moglie avrebbe potuto avere un figlio, Maria non ha dubbi. Nonostante quella strana visita, crede a ciò che le dice l’angelo: “Nulla è impossibile a Dio” (Luca 1:37). Lei reagisce come dovremmo reagire noi quando troviamo nella Bibbia qualcosa di troppo straordinario per la ragione. “Ecco la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Luca 1:38), afferma Maria in atteggiamento di totale fiducia e rassegnazione.

Cosa aveva in sé Maria per poter affrontare questa situazione con tale tranquillità? Sì, la fede che nasce dall’opera dello Spirito Santo nell’anima, unita alla sua disposizione di credere nell’invisibile. Ed è la stessa fede necessaria per comprendere che “l'universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all'esistenza da cose apparenti” (Ebrei 11:3). Inoltre, è la medesima fede di cui Paolo scrive: “Voi, infatti, siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori.” (Efesini 2:8-9).

Questo apostolo dichiara anche che “l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente”; e ancora che “le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano.” (1 Corinzi 2:9-14).

Pertanto, non sprecate il vostro tempo cercando di capire come Dio possa essere Uno e allo stesso tempo Padre, Figlio e Spirito Santo; oppure come Gesù possa essere venuto al mondo senza la partecipazione di un padre umano, o come l’infinità di Dio sia stata inserita in un minuscolo embrione. E non dovreste nemmeno strizzarvi il cervello usando la ragione per intendere come quel bambino indifeso sia vissuto dall’infanzia all’età adulta, rientrando poi in cielo come un Uomo, in carne ed ossa.

Già, puoi credere in Gesù, amarlo e conoscerlo come tuo Salvatore, però non potrai comprendere il mistero della sua umanità. “Nessuno conosce il Figlio, se non il Padre”, ha scritto Matteo nel suo vangelo (Matteo 11:27). La fede cristiana si basa sul fatto che Dio è apparso nel mondo in un corpo di carne, Gesù, e che è stato fatto peccato per noi, deponendo la sua vita sulla croce. È impossibile che Dio muoia, tuttavia Gesù è morto e non ha mai smesso di essere Dio. Sei riuscito a capire? No? Neanch’io. Ma ci credo comunque.

Nei prossimi 3 minuti accompagneremo Maria nella sua visita a casa di Elisabetta per sentirle cantare.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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