Alla fine di questo episodio della donna
samaritana, i discepoli raggiungono Gesù e
si meravigliano vedendo che lui le parlava. Portavano con
sé il seme dell’intolleranza, che ci è rivelato nel capitolo 9:46-48 del Vangelo di Luca,
quando discutono su chi fosse il maggiore fra di
loro.
Il
primo effetto collaterale della fede cristiana è quello di sentirsi superiori alle altre persone. Questo forse avrebbe qualche
senso nelle credenze che predicano la salvezza dei migliori in
base ai loro meriti e sforzi. Ma che dire del vangelo il quale annuncia la salvezza non ai migliori, però ai peggiori peccatori? Se “per grazia sei salvato attraverso
la fede, e questo non viene da te”, o dai tuoi meriti, di cosa potrai vantarti? (Efesini 2:8).
L’intolleranza ti
porta a separarti da quelli che non la pensano come
te. E non parlo qui della separazione dai peccati di queste persone o dai
loro costumi, contrari alla volontà di Dio, ma di diventare inaccessibili e d’isolarsi da
loro. Hai mai pensato a cosa sarebbe successo se Gesù
si fosse isolato dai peccatori e non gli avesse nemmeno parlato? Cosa ne sarebbe stato della donna
samaritana?
Un’altra caratteristica dell’intolleranza
religiosa è l’oppressione passiva, che è lo spirito di critica e di derisione. Poiché credi di essere superiore, cominci a prendere in
giro chi non la
pensa come te. Invece di deridere le persone, faremmo meglio se dedicassimo lo stesso
tempo a portare il vangelo ai non credenti, o a istruire i deboli nella fede. Il
problema è che, con questo spirito
d’intolleranza, l’esistenza degli increduli ci fa sentire superiori e,
perciò, non saremmo molto interessati a cambiare la situazione.
L’ultimo livello dell’intolleranza è l’oppressione attiva, che può andare dalla semplice
ingerenza nella politica per rendere difficile la vita di coloro che non hanno la stessa fede,
fino alla persecuzione e alla morte,
com’è accaduto ai tempi dell’Inquisizione e come, purtroppo, avviene
ancora in alcune parti del mondo. Lì nel Vangelo di Luca c’è scritto che
i discepoli avevano trovato qualcuno
che scacciava i demoni nel nome di Gesù, e gliel’hanno proibito perché costui non faceva
parte del gruppo dei discepoli. Tuttavia Gesù li rimprovera
per questo.
Scopriamo anche che
quando raggiungono un villaggio dei
samaritani, e queste persone non ricevono Gesù, Giacomo e Giovanni
chiedono al Signore se dovevano far cadere fuoco dal cielo
per bruciarli. E ancora una volta sono sgridati da Gesù, che dice: “Voi non sapete di quale spirito siete; poiché il Figlio dell’uomo non è venuto
per distruggere le anime degli uomini, ma
per salvarle.” (Luca 9:55-56).
Gesù non evita la donna
samaritana, non deride la sua vita
dissoluta, né la minaccia con fuoco e zolfo; lo fa, però, con le persone religiose, come i farisei. Lui inizia la
loro conversazione interessandosi alla
sua attività, mentre lei
tirava su l’acqua dal pozzo, mostrandole anche che conosceva i suoi
bisogni e che aveva qualcosa da proporle. A poco a poco Gesù la aiuta a
riconoscere i suoi peccati e a desiderare l’acqua
viva che lui le offre. E che cos’è quest’acqua
viva? Lo saprai nei prossimi 3 minuti.