#179 - I giudici di Dio - Giovanni 7:19-33

Ora Gesù fa capire ai giudei che avevano sì ricevuto la Legge di Mosè ma che non la osservavano, poiché essa stessa condanna l’omicidio e intanto loro volevano ucciderlo. E per quale ragione desideravano farlo? Perché aveva guarito un uomo di sabato, il giorno stabilito da Dio per il riposo del popolo d’Israele.


Gesù gli mostra inoltre che loro stessi lavoravano di sabato quando, ad esempio, circoncidevano un bambino. La guarigione di un qualsiasi male dell’essere umano, in qualsiasi giorno, era in conformità alla misericordia e compassione di Dio. Quei religiosi però hanno il loro proprio modo di vedere le cose: è giusto solo ciò che fanno loro, ed è sbagliato tutto ciò che fa Gesù. Qualunque cosa servirà loro di pretesto per sbarazzarsi del Messia d’Israele.


Parlando attraverso il profeta Osea, Dio afferma: “Poiché io desidero la misericordia e non i sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti... come le bande di briganti stanno in agguato per un uomo, così una ciurma di sacerdoti massacra sulla via di Sichem, commette scelleratezze. (Osea 6:6-9).


Dio paragona quelli che dovrebbero servire da guida al popolo d’Israele a gruppi di banditi, i quali gli tendono trappole ovunque. Ed è esattamente quello che fanno quando decidono di uccidere il Figlio di Dio, colui che scruta i cuori. Quando poi Gesù rivela il loro intento omicida, i religiosi reagiscono con diffamazione e calunnia: “Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?” (Giovanni 7:20).


Nel sottoporre Gesù a giudizio, quei giudei religiosi si sono messi nella posizione di giudici di Dio stesso. Gesù gli consiglia di non giudicare secondo le apparenze, ma con giusto giudizio. Se giudichiamo dall’apparenza, interpreteremo le cose in modo conforme all’intolleranza e al pregiudizio del nostro cuore, e non in base ai pensieri di Dio. Chi è pronto a valutare dalle apparenze, determina ciò che è giusto e sbagliato in base ai propri parametri, e non su quanto la Parola di Dio ci svela tramite il discernimento che soltanto lo Spirito Santo è in grado di darci.


Tuttavia il popolo denuncia la vera intenzione dei capi religiosi contro Gesù: “Non è questi colui che cercano di uccidere? Eppure, ecco, egli parla liberamente e non gli dicono nulla; hanno i capi riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma noi sappiamo di dove sia costui; invece quando il Cristo verrà, nessuno saprà di dove egli sia.” (Giovanni 7:25-27). Quando i sacerdoti e i farisei sentono quello che la folla sta dicendo, mandano lì delle guardie per arrestarlo. Il loro desiderio è di tenere Gesù sotto controllo, mentre cercano di scoprire la strada per eliminarlo definitivamente.


Eppure Gesù sarebbe rimasto ancora per qualche tempo in mezzo a loro, affinché tutti i propositi di Dio fossero compiuti. Così, a quei capi religiosi, si possono applicare le seguenti solenni parole di Gesù: “Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire. (Giovanni 7:34). Ma come? Quale sarebbe mai questo posto dove Gesù si trovava nello stesso momento in cui parlava con loro? Lo scoprirai nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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