Ora Gesù fa capire ai giudei che avevano sì ricevuto la Legge di Mosè ma che non la
osservavano, poiché essa stessa condanna l’omicidio e intanto loro volevano ucciderlo. E
per quale ragione desideravano farlo? Perché aveva guarito un uomo di sabato, il giorno stabilito da Dio
per il riposo del popolo d’Israele.
Gesù gli
mostra inoltre che loro stessi lavoravano di sabato
quando, ad esempio, circoncidevano un bambino. La guarigione di un qualsiasi male dell’essere umano, in qualsiasi giorno,
era in conformità alla misericordia e compassione di Dio. Quei religiosi però hanno il
loro proprio modo di vedere le cose: è giusto
solo ciò che fanno loro, ed è sbagliato tutto ciò che fa Gesù. Qualunque cosa servirà
loro di pretesto per sbarazzarsi del Messia d’Israele.
Parlando attraverso il
profeta Osea, Dio afferma: “Poiché io desidero la misericordia e non i sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti... come le bande di briganti
stanno in agguato per un uomo, così una ciurma di sacerdoti massacra sulla
via di Sichem, commette scelleratezze.”
(Osea 6:6-9).
Dio paragona quelli che dovrebbero servire da guida al popolo d’Israele a gruppi di
banditi, i quali gli tendono trappole ovunque. Ed è esattamente quello che fanno
quando decidono di uccidere il Figlio di Dio, colui che scruta i cuori.
Quando poi Gesù rivela il loro
intento omicida, i religiosi reagiscono con diffamazione e calunnia: “Tu hai un demonio!
Chi cerca di ucciderti?” (Giovanni 7:20).
Nel sottoporre Gesù a giudizio, quei giudei religiosi
si sono messi
nella posizione di giudici di Dio stesso. Gesù gli consiglia di non
giudicare secondo le apparenze, ma con giusto giudizio. Se giudichiamo
dall’apparenza, interpreteremo le cose in
modo conforme all’intolleranza e al pregiudizio del nostro cuore, e non in
base ai pensieri di Dio. Chi è
pronto a valutare dalle apparenze, determina ciò che è giusto e sbagliato in
base ai propri parametri, e non su quanto la Parola di Dio ci svela tramite il
discernimento che soltanto lo Spirito
Santo è in grado di darci.
Tuttavia il popolo denuncia la
vera intenzione dei capi religiosi contro Gesù: “Non è questi colui che cercano di uccidere? Eppure, ecco, egli parla liberamente e non gli dicono
nulla; hanno i capi riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma noi sappiamo di dove sia costui; invece
quando il Cristo verrà, nessuno saprà di dove egli sia.” (Giovanni 7:25-27). Quando i sacerdoti e i farisei sentono quello che la folla sta dicendo, mandano lì delle guardie
per arrestarlo. Il loro desiderio è di tenere Gesù sotto controllo, mentre cercano di scoprire la strada
per eliminarlo definitivamente.
Eppure Gesù sarebbe rimasto ancora
per qualche tempo in mezzo a
loro, affinché tutti i propositi di Dio fossero compiuti. Così, a quei capi religiosi,
si possono applicare le seguenti solenni parole di Gesù: “Voi
mi cercherete, e non mi troverete; e dove
sono io, voi non potrete venire.”
(Giovanni 7:34). Ma come? Quale sarebbe mai questo posto dove Gesù
si trovava nello stesso momento in cui parlava con
loro? Lo scoprirai nei prossimi 3 minuti.