Alla fine di una notizia pubblicata su
Internet, riguardo al terremoto in Haiti, un lettore ha lasciato il suo commento: “Se Dio esiste, allora è
incompetente”. Hai mai notato che ogni
volta che qualcosa va storto ci sono
sempre delle persone che puntano il dito contro Dio? Gli atei
sono coloro che più amano incolpare Dio, che affermano non esistere.
Questa pratica è tutt’altro che originale. Adamo è stato il
primo a incolpare Dio per avergli dato la donna che lo avrebbe portato a peccare. “La donna che
tu mi hai messa accanto, è
lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato.”
(Genesi 3:12). Sì, Adamo insinua addirittura che niente di tutto quello sarebbe successo se Dio non avesse creato
sua moglie.
Hai già incolpato qualcuno
per i tuoi errori? Ciò solo dimostra che sei
tanto peccatore quanto Adamo. Oppure vuoi forse farmi credere che non sbagli mai? Beh, allora il tuo
caso è ancor più serio. Ogni professionista della salute conosce bene le cinque fasi che un paziente attraversa
quando scopre di avere il cancro.
Il
primo stadio è il rifiuto: “Questo non
mi sta succedendo”. In seguito, la rabbia: “Perché io?”. Il
passo successivo è il patteggiamento, cercando di risolvere il
problema da soli: “Se cambio vita, il
problema scomparirà”. Dopo viene la depressione: “Ahimè, che disgrazia! Povero
me!”. Infine, arrivano l’accettazione e la disponibilità a ricevere aiuto
esterno.
Il peccato -
prima degli angeli e poi dell’uomo - è il
cancro che ha rovinato non soltanto la specie umana ma tutta la creazione. L’apostolo Paolo ci spiega, in Romani 8, che “la creazione è stata sottoposta alla vanità”,
e che vive nella speranza di essere “liberata dalla schiavitù della corruzione”; e ci aggiunge:
“Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio.”
(Romani 8:20-22).
Tutto, assolutamente tutto, è andato in rovina: le creature, la
terra, l’universo, il
tempo e lo spazio. E quando la Bibbia afferma che l’intera creazione è oggi “in travaglio”,
devi capire che la metafora qui è ben
precisa: le doglie del parto tendono ad aumentare e
si verificano a intervalli sempre più brevi
fino al momento della nascita. Così, sofferenze
sempre più grandi e più frequenti occuperanno i titoli dei giornali finché
Cristo non tornerà.
In questo capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, mentre passava, Gesù vede un uomo cieco
dalla nascita, e i suoi discepoli gli domandano: “Maestro,
chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia
nato cieco?” (Giovanni 9:2). Saprai
qual è stata la sua risposta nei prossimi 3 minuti.
Nel
frattempo, che ne dici di analizzare a che punto sei tu? Neghi di essere un peccatore? Provi rabbia e incolpi gli altri
per il tuo peccato? Hai deciso di cambiare vita
per risolvere il problema?
Sei caduto in depressione perché non sei riuscito a superarlo? Beh, lo
vuoi un consiglio? Vai dritto all’ultimo stadio e chiedi aiuto
esterno: rivolgiti a Gesù per ricevere il perdono e la salvezza.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)