#193 - Perché soffriamo? - Giovanni 9:1-3

Alla fine di una notizia pubblicata su Internet, riguardo al terremoto in Haiti, un lettore ha lasciato il suo commento: “Se Dio esiste, allora è incompetente”. Hai mai notato che ogni volta che qualcosa va storto ci sono sempre delle persone che puntano il dito contro Dio? Gli atei sono coloro che più amano incolpare Dio, che affermano non esistere.


Questa pratica è tutt’altro che originale. Adamo è stato il primo a incolpare Dio per avergli dato la donna che lo avrebbe portato a peccare. “La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato. (Genesi 3:12). Sì, Adamo insinua addirittura che niente di tutto quello sarebbe successo se Dio non avesse creato sua moglie.


Hai già incolpato qualcuno per i tuoi errori? Ciò solo dimostra che sei tanto peccatore quanto Adamo. Oppure vuoi forse farmi credere che non sbagli mai? Beh, allora il tuo caso è ancor più serio. Ogni professionista della salute conosce bene le cinque fasi che un paziente attraversa quando scopre di avere il cancro.


Il primo stadio è il rifiuto: “Questo non mi sta succedendo”. In seguito, la rabbia: “Perché io?”. Il passo successivo è il patteggiamento, cercando di risolvere il problema da soli: “Se cambio vita, il problema scomparirà”. Dopo viene la depressione: “Ahimè, che disgrazia! Povero me!”. Infine, arrivano l’accettazione e la disponibilità a ricevere aiuto esterno.


Il peccato - prima degli angeli e poi dell’uomo - è il cancro che ha rovinato non soltanto la specie umana ma tutta la creazione. L’apostolo Paolo ci spiega, in Romani 8, che “la creazione è stata sottoposta alla vanità”, e che vive nella speranza di essere “liberata dalla schiavitù della corruzione”; e ci aggiunge: “Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio.” (Romani 8:20-22).


Tutto, assolutamente tutto, è andato in rovina: le creature, la terra, l’universo, il tempo e lo spazio. E quando la Bibbia afferma che l’intera creazione è oggi “in travaglio”, devi capire che la metafora qui è ben precisa: le doglie del parto tendono ad aumentare e si verificano a intervalli sempre più brevi fino al momento della nascita. Così, sofferenze sempre più grandi e più frequenti occuperanno i titoli dei giornali finché Cristo non tornerà.


In questo capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, mentre passava, Gesù vede un uomo cieco dalla nascita, e i suoi discepoli gli domandano: “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? (Giovanni 9:2). Saprai qual è stata la sua risposta nei prossimi 3 minuti.


Nel frattempo, che ne dici di analizzare a che punto sei tu? Neghi di essere un peccatore? Provi rabbia e incolpi gli altri per il tuo peccato? Hai deciso di cambiare vita per risolvere il problema? Sei caduto in depressione perché non sei riuscito a superarlo? Beh, lo vuoi un consiglio? Vai dritto all’ultimo stadio e chiedi aiuto esterno: rivolgiti a Gesù per ricevere il perdono e la salvezza.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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