Quando
i giudei sentono dire da Gesù che la verità li renderà liberi, replicano che non
sono mai stati schiavi di nessuno, poiché
sono discendenti di Abramo. Perché allora si offrirebbe la libertà a
chi non è mai stato uno schiavo? Ebbene sì, in effetti erano tutti schiavi, semplicemente non lo sapevano.
Una volta,
da giovane, ho provato a parlare di Cristo
ad un amico. Ero un nuovo convertito e gli ho presentato un vangelo che non
era
precisamente
quello della grazia di Dio, che salva
il peccatore dal giudizio eterno.
Infatti, il mio discorso si
era limitato,
quasi esclusivamente, alla trasformazione che Gesù aveva operato in me,
e l’ho esortato a credere, affinché sperimentasse un cambiamento di vita.
Siccome
prima mi ero
lasciato coinvolgere da filosofie esoteriche e spiritualistiche, gli ho
dato la mia testimonianza personale sulla mia liberazione da tutte
queste cose e di come la mia vita fosse cambiata.
Gli ho anche fatto degli esempi con casi di conversioni di drogati,
banditi e prostitute. Lui però non ha dimostrato nessun
interesse.
Appunto, l’ultima cosa che questo mio amico avrebbe voluto
era cambiare la propria vita. Aveva una
religione, una famiglia, un lavoro, ossia tutto quello che desidererebbe
possedere una persona normale e di successo. Dopo avermi ringraziato
per l’interessamento, mi ha suggerito di portare tale messaggio alle persone che
sono schiavizzate da false religioni, da vizi o dalla prostituzione, e non a persone “normali” come lui.
E anche in questo capitolo troviamo delle persone “normali”.
Sono dei giudei che possono dimostrare di
essere discendenti del popolo di Dio, che professano la religione
istituita da Dio e adorano nel tempio determinato da Dio. Non erano
coinvolti in droghe, furti o prostituzione. Erano persone
onorevoli nella loro società. Così, da cosa esattamente vuole liberarli Gesù?
Se
si ripone la propria fiducia in una religione, in una condizione sociale stabile o in un'esistenza agiata,
si continua a essere schiavi del peccato e di Satana, senza rendersene conto. E se
si va a Gesù solo per assicurarsi tutte queste stesse cose, ci
si sbaglia lo stesso. Gesù li chiama “figli del diavolo”, perché
sono ingannati dal “padre della menzogna” (Giovanni 8:44).
Il capitolo 2 di Efesini ci
mostra che prima di essere convertiti a
Cristo, siamo spiritualmente morti “nei falli e nei peccati”, “seguendo il
corso di questo mondo” e di Satana. Agiamo secondo “i desideri della
carne e della mente”, e siamo “per
natura figli d’ira”, non figli di Dio. Siamo schiavi e nemmeno ce ne accorgiamo.
Nonostante
Cristo possa trasformare esteriormente la
maniera di vivere di qualsiasi persona, il ridurre la conversione a un
cambiamento di vita comprometterebbe l’essenza del vangelo. Un
tossicodipendente può cambiare il suo modo di essere attraverso
delle cure mediche, però sarà comunque uno schiavo del peccato, della
carne e di Satana. Cristo non è
morto sulla croce per darti una vita
virtuosa, ma per liberarti dal giudizio e dalla condanna
eterna.
Nei prossimi 3 minuti imparerai qualcosa dalla fede di Abramo.