#222 - Il chicco di grano deve morire - Giovanni 12:23-26

Se veramente riesci a capire cosa Gesù intendeva dire in questi versetti del capitolo 12 di Giovanni, ti sarà chiaro che ci parlava della fine dell’uomo nella sua condizione terrena. “L'ora è venuta, in cui il Figlio dell'uomo deve essere glorificato. In verità, in verità vi dico: Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. (Giovanni 12:23-24).


Prova a seguire il mio ragionamento: i greci, o i gentili, esprimono il loro desiderio di vedere Gesù, mentre i giudei lo acclamano come Re, prima di consegnarlo ai romani per essere crocifisso. Quella era una società fondata su una triplice cultura, come lo dimostreranno poi le parole incise sul cartello appeso al di sopra del capo di Gesù sulla croce: la frase “QUESTO È IL RE DEI GIUDEI” (Luca 23:38) era stata scritta in caratteri greci, latini ed ebraici.


Noi adesso viviamo in una società che ha ereditato le sue credenze religiose dal giudaismo, che tu sia cristiano o musulmano. Allo stesso tempo, la nostra organizzazione sociale, politica, giuridica e militare è essenzialmente romana. Infine, il nostro pensiero è immerso nella filosofia greca. Ed è a tale “greco” che portiamo dentro di noi che Gesù si rivolge qui.


Ai tempi del Nuovo Testamento la filosofia greca era presente tra coloro che volevano godersi il qui e ora, ma anche tra quelli che credevano nell’immortalità dell’anima. Per alcuni, la rinuncia alla propria vita era uno spreco. Per altri, la risurrezione non era altro che finzione. Quando Gesù afferma che il chicco di grano ha bisogno di morire per portar frutto, parla della sua propria morte e risurrezione, essendo una follia per qualsiasi greco (1 Corinzi 1:23).


Nel capitolo 17, degli Atti degli Apostoli, gli ateniesi sono divisi su quanto Paolo dichiara “stando in piedi in mezzo all’Areopago” (Atti 17:22): “Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano; e altri dicevano: «Su questo ti ascolteremo un'altra volta». (Atti 17:32). Alcune persone gli hanno creduto, però avrebbero dovuto abbandonare il loro pensiero filosofico, poiché la risurrezione non vi si adattava.


Paolo ce lo spiega nella prima lettera ai Corinzi quando dice che “il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio. (1 Corinzi 1:18). Dio distruggerebbe la sapienza dei sapienti e annullerebbe l’intelligenza degli intelligenti, rendendo pazza la sapienza di questo mondo, la stessa che i greci vendevano e che la società moderna ha comprato.


Il vangelo non ha nulla a che vedere con la sapienza umana, ma con quella che è insegnata dallo Spirito Santo e compresa da chi ha la mente di Cristo. Per mettere fine alla sapienza umana l’apostolo Paolo scrive:Se dunque non c'è la risurrezione dei morti, neppure Cristo è risuscitato. Ma se Cristo non è risuscitato, è dunque vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede... Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono. (1 Corinzi 15:13-20).


Credendo in Cristo ottieni il pacchetto completo, in cui sono incluse la morte e la risurrezione. Ieri un Uomo è morto al tuo posto per pagare i peccati che hai commesso. Oggi quell’Uomo è in cielo, in carne ed ossa. Questo è ciò di cui parleremo nei prossimi 3 minuti.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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