#224 - Un Uomo nella gloria - 1 Corinzi 15

Se da un lato i cattolici hanno trasformato San Francesco d’Assisi in un ragazzo poster della vita ascetica, i protestanti europei, influenzati dal filosofo Rousseau, sono partiti per il Nuovo Mondo credendo che solo la campagna fosse il posto giusto per i cristiani, lontani dal frastuono delle città. Entrambi hanno sviluppato il pensiero in cui il mondo materiale sarebbe intrinsecamente cattivo e qualsiasi cosa eterea e intangibile, invece, sarebbe considerata buona.


A causa di tale inganno, tutto ciò che è rivestito di spiritualità, è oggi accettato come qualcosa di virtuoso, così come cristianesimo è diventato sinonimo di spirituale, etereo e intangibile. Ma cosa pensa Dio del mondo materiale? Quando la Bibbia ci descrive la Creazione, nel primo capitolo della Genesi, la fraseDio vide che questo era buono è stata ripetuta ben cinque volte, parlandoci sempre di cose materiali. E alla fine ci dice che “Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. (Genesi 1:31).


Il problema quindi non è nella materia, però nel peccato che la corrompe. Se il mondo materiale fosse maligno in essenza, il Figlio di Dio non avrebbe mai assunto la forma umana. Tuttavia, nella prima lettera a Timoteo 3:16, Paolo afferma che “Dio è stato manifestato in carne. E dopo essere stato risuscitato, Gesù incontra di nuovo i discepoli nel suo corpo materiale, chiarendo loro che non si trattava della materializzazione di uno spirito disincarnato. Luca ce l’ha spiegato con queste parole:


Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io». E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?». Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in loro presenza. (Luca 24:37-43).


Il Vangelo di Giovanni ci aggiunge che Gesù dice a Tommaso di mettere il dito nella sua mano trafitta dal chiodo e nel suo costato trapassato dalla lancia del soldato. Le sue ferite erano reali e lo accompagneranno per tutta l’eternità. Ed è per questa ragione che in Apocalisse 5:6 il Signore è visto al pari di “un Agnello come ucciso”.


Gesù è salito al cielo, davanti agli occhi dei discepoli, con il suo corpo umano e materiale, anche se trasformato. Casomai penserai che lui sia rimasto in forma umana soltanto fino a quando è asceso, tornando ad essere uno spirito appena arrivato in cielo, dovrai leggere Colossesi 2:9. Infatti, c’è scritto che in Cristo risuscitato e glorificato “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità”. Il verboabitare” è coniugato al presente, e “corporalmente” significa in un corpo umano di carne ed ossa in cielo.


Ma, affinché ciò avvenisse, Gesù sarebbe dovuto morire; ed è ai momenti che precedono la sua morte che andremo nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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