Se da un
lato i cattolici hanno trasformato San
Francesco d’Assisi in un ragazzo poster della vita ascetica, i
protestanti europei, influenzati dal filosofo Rousseau,
sono partiti per il Nuovo Mondo credendo che
solo la campagna fosse il posto giusto
per i cristiani, lontani dal frastuono
delle città. Entrambi hanno sviluppato il pensiero in cui il mondo
materiale sarebbe intrinsecamente cattivo e qualsiasi cosa eterea e
intangibile, invece, sarebbe considerata buona.
A
causa di tale inganno, tutto ciò che è rivestito di spiritualità, è oggi accettato come qualcosa di
virtuoso, così come cristianesimo è diventato sinonimo di spirituale, etereo e intangibile. Ma cosa
pensa Dio del mondo materiale? Quando la Bibbia ci descrive la Creazione, nel
primo capitolo della Genesi, la frase “Dio
vide che questo era buono”
è stata ripetuta ben cinque volte, parlandoci sempre di cose materiali. E alla fine ci dice che “Dio
vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco,
era molto buono.” (Genesi 1:31).
Il
problema quindi non è nella materia, però nel peccato che la corrompe. Se il mondo materiale fosse
maligno in essenza, il Figlio di Dio non avrebbe mai
assunto la forma umana. Tuttavia, nella
prima lettera a Timoteo 3:16, Paolo afferma che “Dio è stato manifestato in
carne”. E dopo essere stato risuscitato,
Gesù incontra di nuovo i discepoli nel suo corpo materiale, chiarendo
loro che non si trattava della materializzazione di
uno spirito disincarnato. Luca ce l’ha spiegato con queste parole:
“Ma
essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. Ed egli disse
loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché
sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché
uno spirito non ha carne e
ossa, come vedete che ho io». E, detto questo, mostrò
loro le mani e i piedi. Ma siccome per la gioia non credevano ancora e
si stupivano, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?». Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in
loro presenza.”
(Luca 24:37-43).
Il Vangelo di Giovanni ci aggiunge che Gesù dice a Tommaso di mettere il
dito nella sua
mano trafitta dal chiodo e nel suo costato trapassato dalla lancia del soldato. Le sue ferite erano reali e lo accompagneranno
per tutta l’eternità. Ed è per questa ragione che in Apocalisse 5:6 il Signore è
visto al pari di “un Agnello come ucciso”.
Gesù è salito al cielo, davanti agli occhi dei discepoli, con il suo
corpo umano e materiale, anche se trasformato. Casomai penserai che lui sia rimasto in
forma umana soltanto fino a
quando è asceso, tornando ad essere uno spirito appena arrivato in cielo, dovrai leggere Colossesi 2:9. Infatti, c’è scritto che in
Cristo risuscitato e glorificato “abita
corporalmente tutta la pienezza della divinità”. Il
verbo “abitare” è coniugato al presente, e “corporalmente” significa in un
corpo umano di carne ed
ossa in cielo.
Ma, affinché ciò avvenisse, Gesù sarebbe dovuto morire; ed è ai momenti che precedono
la sua morte che andremo nei prossimi 3 minuti.