#223 - Morte e risurrezione - 1 Corinzi 15

Per poter capire meglio quanto la morte e la risurrezione di Gesù siano essenziali per il cristianesimo, ci si dovrebbe leggere il capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi. In tali versetti l’apostolo Paolo riassume così il vangelo: “Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture (1 Corinzi 15:3-4).


Innanzitutto il vangelo, o “buona novella”, è conforme alle Scritture, riferendosi in questo caso a ciò che oggi chiamiamo Antico Testamento, e che i giudei ben conoscevano. In secondo luogo, la morte e la risurrezione di Gesù sono inseparabili. Non c’è modo di credere all’una senza credere all’altra.


Infatti, questo ci porta a due importanti implicazioni: la prima è che non esiste per te un’altra maniera di liberarti dai tuoi peccati se non attraverso il sangue di Cristo. Qualsiasi sforzo da parte tua, come la pratica della carità, sofferenze o preghiere, non può salvarti, a meno che tu non dubiti di ciò che dice la Bibbia. E cosa dice mai la Bibbia?


Nella prima lettera di Paolo a Timoteo c’è scritto che “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori (1 Timoteo 1:15); e pure il Signore l’ha reso molto chiaro quando ha dichiarato: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6). Tutte le strade possono portare a Roma, ma una sola ci conduce al Padre: GESÙ. Soltanto lui è morto come sostituto del peccatore (2 Corinzi 5:21); soltanto lui ha portato su di i nostri peccati (1 Pietro 2:24); e soltanto lui è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Romani 4:25). O forse pensi che abbia mentito quando ha affermato di essere l’unica via per il Padre?


In Atti 4:12 Pietro annuncia:In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.”. E Paolo poi ci aggiunge che “c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:5). Quindi né Maria né nessun altro santo possono fungere da intermediari tra te e Dio.


Ma fa attenzione: è Cristo Gesù UOMO ad essere l’unico mediatore tra te e Dio. Non si tratta di una creatura angelica o eterea, però di un Gesù che ora è in cielo, glorificato nel suo corpo umano di carne ed ossa. La difficoltà che alcuni hanno nell’accettarlo così è perché sono cresciuti convinti che la materia sia intrinsecamente cattiva. Tuttavia questo pensiero proviene dalla filosofia greca e anche dalle religioni orientali, diffuso in seguito da monaci e asceti.


In realtà non c’erano monaci tra i primi cristiani. Questa pratica è emersa trecento anni dopo, creando il falso concetto che una persona santa, cioè separata per Dio, dovesse vivere lontana da tutto e da tutti. Scrivendo da Roma, per l’appunto, Paolo termina la sua lettera ai credenti di Filippi con questa frase: “I fratelli che sono con me vi salutano. Tutti i santi vi salutano e specialmente quelli della casa di Cesare. (Filippesi 4:22).


Come? Cesare, l’imperatore, aveva dei parenti cristiani che vivevano nella sua sontuosa casa a Roma? Sì, proprio così. E dove mai dovrebbero abitare? In una grotta in cima a una montagna? Nei prossimi 3 minuti imparerai che l'idea di un cristianesimo avverso al mondo materiale non è biblica.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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